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Disabilità. BIONDELLI: meno tavoli tecnici e più concretezza

A un anno dalla Conferenza nazionale sulla disabilità, la sottosegretaria fa il punto sulle poche azioni compiute, e le tante incompiute, del Piano d’azione biennale. Tre le priorità: meno burocrazia, fondo non autosufficienza e il dopo di noi

Fonte: www.redattoresociale.it

A un anno dalla Conferenza nazionale sulla disabilità, la sottosegretaria fa il punto sulle poche azioni compiute, e le tante incompiute, del Piano d’azione biennale. Tre le priorità: meno burocrazia, fondo non autosufficienza e il dopo di noi

E’ trascorso un anno dalla conferenza nazionale sulla disabilità di Bologna, che doveva dare gambe al Piano d’azione biennale. A metà della strada e del tempo trascorso per l’attuazione del Piano, e ripercorrendo le “140 azioni” che l’allora ministro del Lavoro e delle politiche sociali Enrico Giovannini spronava a mettere in sequenza e monitorare, individuando le priorità da attuare e non cambiandole in corsa”,abbiamo cercato di capire qual è lo stato dell’arte, cosa si è realizzato in questi 365 giorni e cosa è in fase di realizzazione di quei punti, cosa invece è fermo e perché, quali sono le azioni prioritarie per l’attuale governo. Ne parliamo con la sottosegretaria alle Politiche sociali, integrazione e famiglia Franca Biondelli, nel ruolo dal 7 maggio 2014 come lei stessa tiene a ricordare. “Il Piano biennale è ben fatto, ma anche molto ambizioso” esordisce Biondelli. Reduce da convegni nei giorni scorsi tenutisi in Sicilia e Calabria con il mondo delle associazioni, afferma la volontà di proseguire a incontrare tutte le organizzazioni che glielo chiedono “per capire meglio le criticità” grazie al continuo confronto. Ed è un risultato la riattivazione dell’Osservatorio nazionale sulla disabilità, che “era fermo”.

Biondelli sintetizza in tre punti le priorità e “le volontà” del governo sul fronte disabilità: innanzitutto snellire la burocrazia, sburocratizzare, abbreviare i tempi per gli accertamenti e l’ottenimento di accompagnamento e indennità, soprattutto davanti a diagnosi certe”. Seconda priorità, il Fondo nazionale non autosufficienza: “Chiederò al governo un ulteriore sforzo. Del resto si è partiti da zero, dopo il governo Prodi c’è stato un azzeramento del fondo, poi un ripresa si è avuta con Letta e ora un incremento con il governo Renzi. Il Fondo – prosegue – è ora di 350 milioni di euro che non bastano assolutamente. Ci vorrebbero più soldi, ma davvero il governo sta facendo grossi sforzi in un momento di grande difficoltà”. Biondelli assicura “l’attenzione del ministro e di tutto il governo” nel “riprendere in mano le fragilità”. E tra queste cita, oltre alle persone disabili e non autosufficienti, le difficoltà che in questi anni hanno gravato sulla famiglia, “costretta a fare da ammortizzatore sociale”, e ricorda che si sta preparando per l’autunno la conferenza nazionale ad essa dedicata. Ribadisce “l’attenzione particolare di questo governo verso il sociale” come “non c’è stata nell’ultimo decennio”. Terza priorità in merito alla disabilità è il “dopo di noi”:ricorda che “in 12ma Commissione alla Camera si sta andando avanti con un disegno di legge unificato sul tema” e che il dopo di noi rappresenta “una visione sentita e ampia”.

A Bologna un anno fa l’ex ministro Giovannini annunciò lo stanziamento di 12 milioni per favorire l’accesso dei disabili al lavoro nel 2013 e di 22 milioni per il 2014. Che ne è di quell’annuncio? “Si è fermi”, risponde  Biondelli. “Abbiamo preso coscienza della bocciatura dell’Unione europea sull’inserimento lavorativo dei disabili di un anno fa – dice -, noi abbiamo le leggi e poi non le applichiamo. Dobbiamo porre attenzione soprattutto alla pubblica amministrazione”. Secondo Fish Lazio che sta per depositare un esposto alla Procura contro la Pa, anche all’interno degli stessi uffici della presidenza del Consiglio dei ministri sembrerebbe che non si sia in regola con le assunzioni delle persone disabili: “Dobbiamo cominciare dall’alto”, è il commento della sottosegretaria Biondelli, che conclude: “Dobbiamo fare magari poche cose alla volta ma concretamente e in maniera incisiva, meno tavoli tecnici e più azioni. Se già attuassimo quei tre punti di cui parlavo, sarei non dico felice ma un pochino soddisfatta”. (ep)

 

 

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Videogioco che simula l'ipersensibilità dei bambini autistici

Fonte: http://www.redattoresociale.it/

irene leonardi

Passare del tempo tra altalene e giochi all’aperto è un buon modo per trascorrere un pomeriggio estivo. Ma cosa prova un bambino autistico in un contesto così rumoroso? A spiegarlo ci prova Auti-sim, un videogioco di simulazione dell’ipersensibilità realizzato negli Stati Uniti e fruibile on line, gratuitamente. Lo scenario è proprio quello di un parco giochi affollato di bambini tra piattaforme girevoli, scivoli e musica. Il risultato, per chi ha in mano il joypad, è fatto di suoni gridati, immagini sfocate e stato confusionale. Ma, anche senza giocare, è sufficiente mettersi le cuffie e guardare il trailer di Auti-sim su Youtube per avere, per un minuto, la percezione di ciò che può vivere ogni giorno una persona con autismo. “La vicinanza ai bambini chiassosi provoca un sovraccarico sensoriale per il giocatore, influenzando le funzioni cognitive – si legge nella descrizione del videogioco – Tale impatto è rappresentato con rumore e sfocatura, nonché distorsioni audio. I partecipanti hanno descritto l’esperienza come viscerale, intuitiva e coinvolgente”. Un modo nuovo, insomma, per sensibilizzare le persone e far loro comprendere certi comportamenti, come quello tipico di molti bambini con autismo: tapparsi le orecchie con le mani.

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Bambini autistici: ecco le nuove scoperte su genitori e fratelli

Fonte http://www.romagnamamma.it/

Tratti autistici nei genitori di bambini con autismo. Lo hanno dimostrato gli scienziati della Washington University di St. Louis in uno studio, pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry, in cui sono stati analizzati 256 minori con diagnosi di autismo, quasi 1.400 bambini normodotati, 1.200 madri e 1.600 padri.

Così se precedenti ricerche avevano dimostrato che i fratelli di bambini con autismo tendono ad avere uno sviluppo più anomalo rispetto ai coetanei, ora sono stati posti sotto studio i genitori, utilizzando la Scala della ricettività sociale (Social responsiveness scale – Srs) per misurare la presenza di tratti autistici.

“Quando c’è un bambino con autismo in famiglia, entrambi i genitori sono spesso segnati nel primo 20% della popolazione adulta che ha partecipato al sondaggio – spiega John Constantino, professore di psichiatria e pediatria alla Washington University di St. Louis – Può essere che una madre o un padre siano solo un po’ ripetitivi o abbastanza focalizzati sui dettagli. Ci possono essere anche molti vantaggi nell’avere alcune di queste caratteristiche. Il problema nasce quando questi tratti sono così intensi che cominciano a compromettere la capacità di una persona di avere una vita normale”.

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Considerazioni di Sonia Zen su "Pulce non c'è"

Caro Gianfranco,

ho letto il libro ma del film ho visto solo dei trailer. Ho sentito  in aprile Giuseppe Bonito per organizzare delle proiezioni in Veneto. Tra l'altro qui, tra Padova, Mestre e Thiene, ci sono dei presidi di comunicazione facilitata. Apprezzo le tue considerazioni che mi coinvolgono profondamente sulla condizione delle famiglie con questa disabilitá.

Nel film è proprio  l'uso di questa pratica  trascina la famiglia in un incubo kafkiano  con la reclusione del padre. Ma quello che colpisce di più è la distanza dei Servizi che paradossalmente diventano essi stessi inquisitori invece che  interlocutori attenti e sensibili. 

Ringrazio la famiglia di Pulce che ha avuto il coraggio di denunciare e raccontare un vissuto difficile da ripercorrere. Gaya con ironia  cogliendo i paradossi della situazione è riuscita a fare un libro gradevole nonostante la scabrosità. Riesce  a  divertire proprio per le situazioni e i personaggi fortemente caratterizzati nei loro zelo istituzionale  e la loro cecità sociale.

Tornando alla solitudine delle nostre famiglie ho colto anche nelle famiglie che ora fanno ABA  una tecnica di modifica del comportamento a favore di insegnamenti propositivi nella comunicazione e nelle autonomie, una specie di dogmatismo  che fa ripetere situazioni  di isolamento spesso con l'idea  che nella vita adulta questi bambini generalmente molto  gravi saranno autonomi!! Insomma i millantatori per le nostre famiglie non mancano mai!

Un abbraccio, Sonia

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Autismo. Gli invisibili

di TIZIANA BARILLÀ e DONATELLA COCCOLI

È la più grave e diffusa disabilità del mondo. In Italia 600mila sono colpiti da disturbi dello spettro autistico. Manca una cura. Ma anche una rete di servizi per l’assistenza. Viaggio in un mondo silenzioso. E dimenticato 

Chi l’avrebbe mai detto. Da quella infelice battuta di Corradino Mineo potrebbe finalmente arrivare la spinta per una legge sull’autismo. Se entro l’estate il Senato approverà il testo già varato dalla Commissione Igiene e Sanità, forse sarà anche merito del senatore Pd, che ha definito Matteo Renzi «ragazzino autistico da proteggere». Il premier magari non avrà bisogno di protezione. A differenza di circa 600mila famiglie italiane che ogni giorno assistono direttamente un minore o un adulto affetto da autismo. L’uno per mille della popolazione: più di ciechi, sordi, muti e Down messi insieme.

Cause sconosciute

«Nessuna disabilità ha mai prodotto un livello tale da rendere l’adulto così non autosufficiente». Bastano queste poche parole del professor Franco Nardocci per farsi un’idea di cos’è il Dsa, Disturbo dello spettro autistico.

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