Un padre racconta la relazione delicata con un figlio autistico, Francesco, che vorrebbe condurre verso un'autonomia difficile da raggiungere.

Chiede aiuto ai familiari, ai vicini, alle associazioni, alle strutture preposte, e troppe volte non l'ottiene. Talvolta fa da scherno l'invisibilità degli interlocutori, altre una certa presunzione di quanti tendono a promuovere anzitutto se stessi. Può accadere addirittura che lo strumento che dovrebbe sollevarlo da un compito così improbo finisca col colpevolizzarlo!

Il libro non è una denuncia, perché è un atto d'amore verso Francesco, ha però il merito di rivelare una società, la nostra, dalle alte dichiarazioni e dalle modeste realizzazioni.

Una vicenda umana carica di intensa passione civile, in cui l'esperienza di Francesco è rivisitata con pudore e senza inibizioni. Vi si colgono l'angoscia, il tormento, la rabbia, persino la rassegnazione... Ma anche la voglia e il bisogno - nonostante tutto - di ribellarsi e lottare, con fatica e grandissima dignità.

Un racconto che rivela che siamo fatti male. Ma anche che si può e si deve cambiare.

 

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