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In questa battaglia c'è ben poco di culturale

6 Ottobre, fonte superando.it, nota di Salvatore Nocera *

All’interno della nota testata «La Tecnica della Scuola.it» è stato ripresa il 30 settembre scorso la notizia di un appello lanciato in Facebook da un gruppo di docenti per il sostegno, che invita a «boicottare le pubblicazioni della Casa Editrice Erickson» e in particolare gli scritti di Dario Ianes, per un libro recentemente pubblicato da quest’ultimo[Levoluzione dellinsegnante di sostegnoVerso una didattica inclusiva, N.d.R.] e per essere lo stesso Ianes promotore in Trentino di una sperimentazione relativa all’affiancamento ai docenti curricolari dell’80% degli attuali docenti per il sostegno, prevedendo che il restante 20% formi dei gruppi superspecializzati, itineranti per le diverse scuole.

Voglio qui esprimere il mio netto disappunto e dissenso da questa forma “medievale” di contestazione delle idee altrui. Io stesso, infatti, non condivido quelle idee di Ianes – riprese pure da una ricerca di qualche tempo fa [Rapporto intitolato “Gli alunni con disabilità nella scuola italiana: bilancio e proposte”, pubblicato da Erickson, a cura dell’Associazione TreeLLLe e della Caritas Italiana, con il sostegno della Fondazione Giovanni Agnelli, N.d.R.]. Anzi, ho avuto l’occasione di esprimere pubblicamente il mio dissenso, sia durante il tradizionale Convegno Biennale sull’integrazione scolastica, promosso a Rimini dal Centro Studi Erickson, sia con alcuni miei scritti cartacei e on line, anche su queste stesse pagine.
E tuttavia, dal dissentire con argomentazioni precise al “boicottare i libri” ci corre un abisso. Il boicottaggio, infatti, è una tecnica praticata ad esempio negli Stati Uniti contro le ditte che apertamente o indirettamente favoriscono le società venditrici di armi. Ora, assimilare un libro, sia pur discutibile, a un’“arma letale”, direi che ce ne corre. A meno che i sottoscrittori dell’appello non ritengano che i libri possano costituire un’arma letale per i propri interessi; ma allora in tal modo legittimano la pratica medievale, ormai abbandonata dal pensiero laico, di istituire un indice dei libri vietati o peggio di bruciare i libri considerati “ pericolosi” sulle piazze.
Non è così che si fanno le lotte culturali, ma mi pare che in questa lotta di culturale non ci sia proprio nulla.

* Già vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Responsabile del Settore Legale dell’Osservatorio Scolastico dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).

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Con la trattografia una mappatura per capire l'autismo

1 Ottobre, fonte "L'Eco di Bergamo"

Mappare il cervello, 87 miliardi di neuroni, è difficile per l'inimmaginabile numero di connessioni con le quali i neuroni comunicano tra loro. Una nuova tecnologia di risonanza magnetica chiamata trattografia può offrire una mappa delle connessioni cerebrali, aiutando la comprensione di disturbi come autismo, schizofrenia e demenza. Ne parlerà, aprendo le conferenze di BergamoScienza, Marco Catani, neuropsichiatra del King's College di Londra.

Con un effetto simile alle scie di luce delle auto di notte, la trattografia con la risonanza magnetica misura la diffusione delle molecole d'acqua nel nostro cervello, che si muovono dentro le fibre seguendo direzioni obbligatorie determinate dall'orientamento delle fibre stesse.

«Misurando la diffusione dell'acqua - spiega Catani - si riesce a ricostruire immagini tridimensionali delle maggiori connessioni cerebrali». Con la trattografia, Catani ha scoperto connessioni che sono alla base dell'evoluzione delle capacità sociali e linguistiche della nostra specie. Una di queste connessioni è il «fascicolo arcuato» che connette due aree cerebrali della parte sinistra del cervello dedicate alla comprensione e articolazione delle parole.

«L'arcuato - continua il ricercatore - è quasi inesistente nelle scimmie, mentre nell'uomo la sua grandezza è legata alle capacità di memorizzare nuove parole. Individui che hanno un arcuato più piccolo, infatti, mostrano inferiori capacità di ricordare nuove parole. Questa connessione è anche alla base delle capacità combinatoriali che permettono di sviluppare un corretto uso della grammatica».

Il 60% delle persone ha il fascicolo arcuato soltanto a sinistra, mentre il restante 40 % ha connessioni bilaterali. C'è anche una differenza tra i sessi. Circa l'85% degli uomini sono estremamente lateralizzati a sinistra, mentre le donne sono più bilaterali, cosa che probabilmente permette un miglior recupero della parola in caso di ictus. Se le connessioni non si sviluppano normalmente entro i 2 anni di età possono insorgere problemi tipici dell'autismo, quali difficoltà nel riconoscere emozioni, interagire con gli altri e comunicare. Alcune connessioni maturano più tardi e, se alterate, possono generare allucinazioni tipiche della schizofrenia.

«È ancora presto per un utilizzo clinico diffuso - conclude Catani - ma la trattografia ha il potenziale di dimostrare lesioni cerebrali negli stadi iniziali della malattia, e questo potrebbe aprire nuove strategie terapeutiche». 

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Un approccio innovativo allo studio delle epilessie

 

1 Ottobre, fonte superabile.it

C’è anche la firma di ricercatori italiani – Renzo Guerrini, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze, nonché ordinario dell’Università di Firenze e Carla Marini, coordinatrice del Day Hospital di Neurologia sempre al Meyer -, nel più grande studio collaborativo sinora mai realizzato al mondo, per identificare le cause genetiche delle epilessie infantili gravi i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni in versione online dall’«American Journal of Human Genetics» e usciranno sulla rivista il prossimo 2 ottobre.

In sostanza, il team internazionale di ricercatori ha trovato nuovi geni, alcuni dei quali – è il caso ad esempio di Dynamin 1 -, coinvolti nella funzione della sinapsi, ovvero la struttura principale del sistema nervoso che consente la comunicazione tra i neuroni [cellule del tessuto nervoso, N.d.R.].
Gli studiosi hanno analizzato le informazioni genetiche di 356 pazienti con encefalopatie epilettiche (gravi forme di epilessie con esordio precoce) e dei loro genitori sani. Nella loro analisi, i gruppi hanno cercato esattamente i geni che avevano acquisito nuove mutazioni nei bambini con epilessie gravi rispetto al DNA dei genitori. In totale, sono state identificate 429 nuove variazioni del DNA

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Affettività e sessualità nell'autismo: si può fare

 

1 Ottobre, fonte superando.it

«Gli affetti e la sessualità ispirano e accompagnano tutta la nostra vita: hanno a che vedere con ciò che siamo e con il nostro modo di stare con gli altri. Alle persone con autismo è negata la possibilità di sperimentare questi percorsi esistenziali, dal momento che anche nei migliori progetti educativi non sono previsti interventi su questi temi, che invece andrebbero affrontati fin dall’infanzia. Per le famiglie e per gli educatori continuano ad essere vissuti come “problemi” dell’età adulta cui far fronte in qualche modo».
Lo dicono Stefania Stellino dell’ANGSA Lazio (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e Laura Imbimbo del Gruppo Asperger Lazio, responsabili delle due organizzazioni che insieme a Habitat per l’Autismo e in collaborazione con CulturAutismo, hanno promosso per venerdì 3 ottobre a Roma (Hotel Capannelle, Via Siderno, 37, ore 9-17.30), il seminario intitolato Affettività e sessualità nello spettro autistico.

[...]

«L’autismo – sottolineano Stellino e Imbimbo – è una condizione complessa che coinvolge e compromette, a vari livelli di gravità, la sfera della comunicazione intesa in senso ampio: linguaggio, percezione sensoriale, socialità e apprendimento. Contemporaneamente è dimostrato scientificamente che le persone colpite sviluppano attaccamento e hanno “normali” impulsi sessuali. La miscela può essere esplosiva e soprattutto generare frustrazione e infelicità. Che fare? La ricetta è composta da vari ingredienti: conoscenza, realismo, educazione e tolleranza».
«La figura del cosiddetto “assistente sessuale” per le persone con disabilità – aggiungono poi – sulla quale da mesi è in discussione al Senato un Disegno di Legge [Atto del Senato n. 1442, N.d.R.], al di là degli aspetti etici o morali che sono legati alle sensibilità di ognuno, non è “nodale” nelle persone con autismo e nemmeno per quelle senza disabilità cognitiva. Esse, infatti, non saprebbero “che farci” e non necessariamente ne trarrebbero soddisfazione, dal momento che molte di loro non imparano neanche a masturbarsi in maniera “adeguata”. È quanto mai opportuno, dunque, imparare a conoscerle, ad ascoltarle, a trovare un modello educativo individuale e, perché no, a stabilire obiettivi realistici, tagliati e adattati su ognuno di loro, inserendo anche questo aspetto nel progetto individuale di cui tutti dovrebbero disporre, come prescritto dalla Legge 328/00 (articolo 14). Ma questa è un’altra storia o forse è la storia… Solo dopo tutto ciò, quindi, si potrà decidere se utilizzare l’“assistente sessuale” o qualsiasi “figura” che assomigli ad esso. A molti di loro, infatti, non interesserà nemmeno, per altri potrà essere un passaggio di conoscenza, per altri ancora una modalità possibile».
«Del resto – concludono le rappresentanti di ANGSA Lazio e Gruppo Asperger – in un Paese che non riesce a regolare la prostituzione, che discute all’infinito sul riconoscimento delle unioni omosessuali, sull’adozione per i single, sulla fecondazione assistita, temiamo che la figura dell’ “assistente sessuale” impiegherà… alcuni secoli ad essere legalizzata! E nel frattempo tanti giovani e adulti saranno infelici per tutta la loro vita. Per questo crediamo che educare sia più realistico. Certo, è più faticoso, ma si può fare. Di matrimoni e fidanzamenti ce ne saranno pochi e comunque saranno “strani”, ma l’affetto, lo scambio emotivo e qualche carnale e socialmente tollerabile soddisfazione è possibile per tutte le persone con autismo».

È disponibile (clicca) il programma completo del seminario. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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La locanda delle tre chiavi

Invito caldamente a visualizzare questo filmato, che rappresenta la migliore risposta a quanti continuano a sognare (e ciò che è peggio a proporre) mondi impossibili, anziché spendersi per iniziative concrete di cui i nostri figli e le loro famiglie hanno tanto bisogno.

La realizzazione di questa importante iniziativa di grande impegno sociale,promossa dalla Fondazione Marino per l’Autismo Onlus, nell’ambito delle proprie attività, interpreta non solo le difficoltà del momento ma contribuisce alla integrazione e alla emancipazione dei ragazzi affetti da sindrome autistica che lavoreranno, secondo le diverse mansioni, nella mensa al centro del progetto.

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