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Sesso, violenza e disabilità: abbattiamo l’ultimo tabù

4 Novembre, fonte superando.it

 

Donna rannicchiata su di sé«Il 25 novembre sarà la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, ma l’accanimento, in mille modi diversi,contro le donne con disabilità è ancora un tabù. Ed esiste anche un vuoto legislativo: la violenza di genere, infatti, è aggravata solo dalla familiarità dell’aguzzino o dalla minore età della vittima, non dalla disabilità. Un vuoto legislativo e di comunicazione decisamente da colmare. Così come l’educazione sessuale e la prevenzione nei confronti di donne con disabilità»: viene presentato così l’incontro in programma per giovedì 5 novembre, presso la Sala del Museo della Radio e della Televisione del Centro di Produzione RAI di Torino (Via Verdi, 16, ore 15.30), significativamente intitolato Sesso, violenza e disabilità: abbattiamo l’ultimo tabù.
A promuoverlo sono state alcune organizzazioni torinesi, vale a dire l’ADN (Associazione Diritti Negati), il Comitato Se Non Ora Quando del capoluogo piemontese e l’Associazione Verba, in collaborazione con il Museo della Radio e della Televisione RAI.

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Più di un sottile filo rosso

4 Novembre, fonte superando.it, Antonio Giuseppe Malafarina

Yemen, Stato della Penisola Arabica da cui giunge un urlo lacerante e nobile. Duro e straordinariamente umano. Ricco di un potente slancio poetico che, narrando didascalicamente l’orrore della guerra, annuncia un desiderio di pace che appare sublimato, raffinato dalla viva fiamma della fucina della disabilità.
Il grido viene da un messaggio – che pubblichiamo di seguito – giunto da un medico dello Stato asiatico – e che sia con disabilità è un concetto relativo -, nel declinare l’invito a fare da relatore al VI Congresso dell’Associazione Mediterraneo Senza Handicap.
Il testo apre a considerazioni d’ampio raggio che accenno in una piccola, personalissima, introduzione tesa a suscitare altre elucubrazioni, cercando di non guastare l’altissimo senso di ribellione, vitalità, realismo e speranza del testo stesso.

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Vita da caregiver

28 Ottobre, fonte superando.it, Giorgio Centa

Statua di Atlante

È così inappropriato paragonare la vita del caregiver familiare a quella di Atlante, il personaggio mitologico condannato dal dio Giove a tenere sulle spalle l’intera volta celeste?

Vecchio, stanco, rimbambito, pieno di acciacchi: in questi termini è racchiusa l’esatta definizione del mio stato che poi, credo, è quello del caregiver [il caregiver è l’assistente familiare di cura, N.d.R.].

Parlo al maschile perché sono, o almeno ero, un uomo, tanto tempo fa. La caregiver donna, infatti (caregiver tout-court, essendo notoriamente assai preponderante la percentuale femminile in tale categoria di lavoratori senza stipendio, senza riposo e senza pace), è, come tutti sanno, più forte, più motivata, più lungimirante, più longeva, più saggia del caregiver uomo. Insomma, il caregiver uomo è il penultimo gradino del creato animato, subito prima di amebe, protozoi e bestiacce simili.
E i virus, direte voi ? Mi sono assai antipatici i virus, soprattutto gli stafilococchi MSRA, che hanno portato Silvia in Rianimazione qualche settimana fa [Silvia è la figlia con disabilità gravissima di Giorgio Genta, N.d.R.].
Il mio racconto sarà breve perché voi, mie care caregiver donne, avete poco tempo da perdere.

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Liste di attesa e costi proibitivi: e così gli italiani rinunciano alle cure mediche. Un rapporto Censis

24 Ottobre, fonte jobsnews.it

Liste di attesa e costi proibitivi: e così gli italiani rinunciano alle cure mediche. Un rapporto Censis

Hai bisogno di fare una visita medica e vivi in Italia? Hai un paio di possibilità. Affidarti al Servizio Sanitario, sperando di risparmiare e metterti in fila di attesa per chissà quanto tempo o rivolgerti al privato e pentirti subito dopo per la stangata sul conto corrente. Ci sarebbe anche un’altra possibilità, remota, si pensa: non curarsi. Ed è quello che, inaspettatamente, lo scorso anno, ha fatto quasi una famiglia su due.

È quanto emerso dal Bilancio di Sostenibilità del Welfare Italiano del Censis e dalle ricerche di associazioni dei consumatori realizzate per il forum Ania-Consumatori: a causa delle lunghissime liste d’attesa nella sanità pubblica e dei costi proibitivi in quella privata, nel 41,7% dei nuclei familiari almeno una persona lo scorso anno ha dovuto fare a meno di una prestazione sanitaria. I cittadini, inoltre, hanno pagato di tasca propria il 18% della spesa totale: oltre 500 euro procapite all’anno.

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Noi Caregiver calpestati dalla casta

23 Ottobre, fonte "La Discussione" 
 

I caregiver familiari - coloro che si occupano a tempo pieno dell'assistenza dei loro familiari non autosufficienti - da sempre denunciano la mancanza di attenzione, da parte del Governo, allo sforzo assistenziale che offrono ai loro congiunti, sostenendo spesso mancanze dello Stato. Assistere un proprio congiunto gravemente disabile significa concentrare tutti i loro sforzi per aiutare i loro parenti e, spesso, a rinunciare ad una vita sociale e ad un lavoro che permetterebbe sopravvivenza. Sull'attuale situazione italiana, abbiamo chiesto alla Signora Maria Simona Bellini Palombini, Presidente Nazionale del Coordinamento Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi.

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