Amore e sessualità ovvero vite che desiderano “vita”
28 Aprile, fonte superando.it Tania Sabatino *
Per illustrare lo spirito e i presupposti conoscitivi di una ricerca che sto conducendo prendo a prestito “emozioni, espressioni ed emozioni” suggeritemi da una cara amica.
Vite (“non degne di essere vissute”, secondo una frase tristemente nota a livello storico) che desiderano “vita”, che anelano a potersi abbeverare alla fonte dell’energia vitale, che sperano di potersi finalmente “buttare” nel mare delle possibilità, scegliendo anche di farsi male fisicamente (tanto al dolore la disabilità ci ha abituato, e si tratta di una disabilità che non fa sconti, dove la sofferenza, che spesso si trasforma in insofferenza, fisica ed emotiva, diviene, ahimè, carta fin troppo conosciuta), ma anche emotivamente.
Perché chi soffre sente e chi sente è vivo. E così può scegliere anche di cambiare strada, di nuotare in un’altra direzione nel mare “insidioso” dell’esistenza, o al contrario troppo piatto, e già scritto “dall’alto”, di verità e certezze che assumono la fisionomia di atteggiamenti pregiudiziali e stereotipi.