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Licenziamenti per disabilità o per colpa della crisi?

Operaio in carrozzina al lavoro in fabbricaMerita senz’altro la massima attenzione e rapide verifiche una notizia di una decina di giorni fa, apparsa purtroppo quasi esclusivamente sulle testate locali bresciane, riguardante la denuncia dell’organizzazione sindacale FIOM, secondo la quale l’azienda Rothe Erde – Metallurgica Rossi, produttrice di cuscinetti volventi e componente del noto Gruppo ThyssenKrupp, con stabilimento a Visano (Brescia), avrebbe licenziato ben cinque dei propri otto dipendenti con disabilità proprio a causa della stessa disabilità.
«Siamo molto preoccupati – ha dichiarato alla testata “Bresciatoday” Nafouti Chafik della FIOM – per l’accanimento mostrato dall’azienda nei confronti del personale disabile. Siamo di fronte a un caso di licenziamenti illegittimi e di discriminazione. Già nel 2013 i lavoratori assunti in collocazione protetta [come da Legge 68/99, N.d.R.] erano in numero inferiore rispetto a quanto stabilito dalla legge, avrebbero dovuto essere 9 e non 8. In quell’occasione la ditta aveva sentenziato che costava meno pagare la penale, piuttosto che pagare un disabile. Ad aprile di quest’anno, quando ci siamo seduti al tavolo per firmare il contratto di solidarietà, i vertici dell’azienda hanno dichiarato ufficialmente che non volevano avere persone con problemi fisici perché non si occupano di assistenza sociale. Chi è rimasto a casa aveva una disabilità superiore al 50%, ma è sempre riuscito a svolgere le mansioni assegnate». 

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Manca la visione unitaria dello Stato, a garanzia dei cittadini

13 Ottobre, fonte superando.it

«Questa riforma tende, con troppa facilità, a frammentare i diritti dei cittadini in àmbito sociale e sanitario. Uno Stato europeo dovrebbe al contrario essere garante di un universalismo dei diritti dei cittadini su tali materie, e su tutto il territorio nazionale»: così Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, commenta l’approvazione in Senato della riforma del Titolo V della Costituzione, con il nuovo articolo 117, che prevede le ripartizioni di competenze tra Stato e Regioni

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Licenziati perché disabili

6 Ottobre, fonte corriere.it

La vicenda riguarda la Rothe Erde - Metallurgica Rossi di Visano e otto dei suoi 140 dipendenti: erano stati assunti in «collocazione protetta» ma oggi, dopo l’ultimo licenziamento, si sono ridotti a tre

 

 

 

 

Licenziati perché non completamente abili al lavoro. Questa la denuncia della Fiom che, se confermata, di fatto porta indietro di qualche decennio le relazioni sindacali nel nostro Paese. La vicenda riguarda la Rothe Erde - Metallurgica Rossi (gruppo Thyssen Krupp) di Visano e otto dei suoi 140 dipendenti. Quelli che fino al 2013 erano stati assunti in «collocazione protetta» e che oggi, dopo l’ultimo licenziamento, si sono ridotti a tre. «Siamo preoccupati per i licenziamenti illegittimi e la discriminazione contro i lavoratori disabili – denuncia Nafouti Chafik della Fiom di Brescia – Per questo abbiamo organizzato uno sciopero nella giornata di giovedì dalle 9 alle 17». L’età di chi in questi anni è rimasto a casa va dai 30 ai 50 anni, «avevano disabilità superiori al 50% ma sono sempre riusciti a lavorare, magari svolgendo funzioni diverse, ma sempre facendo il loro dovere. L’ultimo caso – ha ricordato Chafik - riguarda un collega che si occupava di pulizia industriale, un servizio che oggi è appaltato all’esterno». L’azienda, contattata dal Corriere, al momento non ha ancora dato la sua versione sulla vicenda.

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Tra i simboli di guerra, metteteci anche un angelo negro

da Rosa Mauro ricevo e pubblico volentieri

Si, lo so, ho usato nel titolo la parola “negro”. Si, l’ho fatto apposta. Ho parafrasato una canzone di Fausto Leali, che ho amato alla follia e amo ancora. Anche perché, di angeli neri o negri, nelle opere, ancora non ne vedo. E nemmeno nei media.

Oh si, lo dicono che la guerra è anche in Nigeria… E dicono che Boko Aram rade al suolo almeno un villaggio al giorno… Però poi, non c’è un angelo negro tra i simboli che ci turbano. Ne abbiamo visti tanti, ma a simbolo di quella guerra, che unisce bianchi e scuri, ci abbiamo messo, morto, un bimbo bianco, e non uno nero. Il suo nome lo conoscete tutti, Aylan, e quanti nomi di bambini nigeriani morti nello stesso modo conoscete?

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Andrea Soldi, un’altra vittima del rifiuto

fonte superando.it  Girolamo Digilio *

Anche quest’anno a Ferragosto ci siamo ritrovati a piangere una morte che poteva essere evitata.

Andrea Soldi, sofferente mentale, ammanettato come un delinquente e soffocato è stato l’ennesima vittima di un sistema basato sul rifiuto, sulla sopraffazione e sulla violenza nei confronti delle persone fragili e sofferenti.
Tutto ciò si esprime nella negazione di cure umane ed efficaci, oggi disponibili, sostituite dalla pratica routinaria dei Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO), della contenzione meccanica e farmacologica, dalla prevalente istituzionalizzazione in strutture di tipo manicomiale diffuse su tutto il territorio nazionale

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