21 Giugno, fonte disabili.com
In un biennio sono aumentati di centomila unità gli assegni di invalidità, eppure qualcosa non torna. L’inchiesta del Corriere
Mentre ai cittadini italiani con disabilità sembra di trovare sempre meno soldi di in tasca, con servizi sempre più di frequente sospesi e costi da sostenere (ricordiamo che la presenza di una o più persone disabili in famiglia è causa di impoverimento in Italia), dall’altro lato i numeri ci dicono che nel biennio 2013-2014 la spesa per le prestazioni sociali per invalidità civile, pensioni ed altri assegni è aumentata di oltre centomila unità. Poco più di 50mila nel 2013 e altrettante nel 2014. Sono i dati dell’Inps su cui il Corriere ha pubblicato domenica scorsa una inchiesta, che lancia diversi punti interrogativi.
UN FENOMENO TRASVERSALE – Il fenomeno, riporta il Corriere, è trasversale non solo dal punto di vista della distribuzione geografica per i beneficiari, ma anche da quello politico, rispetto ai governi che si sono succeduti negli anni n cui si è registrato questo continuo aumento. Negli ultimi dodici anni, riporta il Corriere, si è passati da 1,8 a 2,8 milioni di assegni mensili, con una crescita da 11,8 a circa 18 miliardi di Euro. Nel solo biennio 2013-2014, sul fronte geografico, il Corriere riporta i vari + 8,4% della Calabria, + 5,7% del Lazio, + 5% della Sicilia e Puglia, + 4,2% della Liguria, + 3,5% della Lombardia e Veneto e +3,1% della Campania, +1,7% della Toscana, + 2,2% dell’Emilia Romagna, mentre nel biennio l’Umbria risulta pressoché stabile. I dati ci dicono inoltre che in alcune province del sul, una pensione su 4 è una pensione di invalidità civile (ne parlavamo anche qui).