La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora dell’inadeguatezza dei servizi psicologi nelle aziende sanitarie pubbliche, che soffrono di un’annosa carenza di personale e non sono in grado di erogare tutto il vasto mandato previsto dai Lea (i livelli essenziali di assistenza). Oggi più che mai è prioritario far fronte al bisogno di salute mentale dei cittadini, peggiorata in questo periodo di isolamento sociale, e investire nell’assunzione di psicologi. È questo il forte appello che il Cnop (il Consiglio dell’ordine degli psicologi) e 19 società scientifiche di area psicologica rivolgono in una lettera al governo e al Parlamento, chiedendo l’immediata attivazione di “voucher psicologici”, ossia “pacchetti” di colloqui per famiglie e individui direttamente impattati dal Covid, già proposto a giugno anche dalla task force di Vittorio Colao. “Sono stati fatti bonus per tutto, vacanze, bici e monopattini, ma il sostegno psicologico è finito nel dimenticatoio. In nove mesi per la salute psicologica le risorse pubbliche sono le stesse di prima della pandemia” segnala David Lazzari, presidente del Cnop. Il numero verde di supporto psicologico istituito da ministero della Salute e Protezione civile con la preziosa collaborazione gratuita di psicologi di associazioni e società scientifiche, ha messo in evidenza la grande richiesta di aiuto da parte dei cittadini: il servizio, attivo da fine aprile a fine giugno, ha ricevuto circa 60mila contatti. Di questi, il 30 per cento ha usufruito di un ascolto più approfondito, ricevendo in media tre colloqui (il numero massimo consentito era quattro).