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Autismo e selettività alimentare a scuola

Autismo e disturbi pervasivi dello sviluppo: di cosa stiamo parlando? 
È sicuramente uno degli argomenti più discussi ed analizzati nel panorama scolastico. Peccato che, talvolta, i dati scientifici di cui disponiamo, frutto di studi specifici e ponderati si perdono nella miriade di informazioni false che circolano sul web, depistando anche il più attento genitore o educatore. Altre volte, invece, capita che l’assimilazione delle nozioni subisca un forte rallentamento 
nella pratica educativa compromettendo l’esito del percorso. 
Perseguire obiettivi di inclusione per un bambino che risulta poco “attrezzato” a vivere con gli altri, a causa dei deficit di interazione e comunicazione sociale oltre che di comportamento, tipologia di interessi e di selettività alimentare, rappresenta una grande opportunità per la famiglia ma anche per la scuola ed il bambino stesso. Opportunità che trovano la loro motivazione nella prospettiva sia di ricercare apprendimenti funzionali, sia di comprendere meglio il mondo con le sue regole e di generalizzare nella vita quotidiana apprendimenti specifici acquisiti in ambito riabilitativo.
Ed è proprio dei Disturbi dello Spettro Autistico e di Selettività Alimentare che parleremo con il dott. Pietro Tortora, specialista in Diagnostica Molecolare e perfezionato in Igiene Alimentare – Nutrizione – Benessere.
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Documento Coordinamento naz.le Associazioni e Comitati - Rev 7

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Prima e dopo il 2 Aprile

 Gianfranco Vitale*
 
Nel rispetto che si deve a chi legittimamente ha un'opinione diversa, ammetto di essere ormai tra i pochi a non riconoscere più un significato "speciale" alla ricorrenza del 2 Aprile. In particolare, lo confesso, non ne apprezzo l'enfasi e la crescente connotazione simbolica, che trovo anzi tanto più inadeguate e stridenti se messe in relazione alla drammatica realtà di chi, direttamente o indirettamente, vive l'autismo.
Penso che non sia la retorica ridondante di una giornata a cambiare il senso degli altri 364 giorni dell'anno, segnati, come ben sappiamo, dall'isolamento e dall'abbandono, nostro e dei nostri figli. La realtà che viviamo poco ha in comune con la "festa" e la "celebrazione".
Mentre leggo che col 2 Aprile si rinnova il rito di immancabili articoli e interviste autopromozionali, quello di irrinunciabili vetrine editoriali, di luccicanti rassegne cinematografiche, di "zone blu" eccetera, mi si consenta di ricordare che per il secondo anno consecutivo tante donne e uomini autistici "festeggeranno" questa data segregati tra le mura di RSD e RSA, lontani dai loro familiari e dai loro affetti: trovo vergognoso che quasi nessuno, in mezzo a tanto clamore, denunci questa aberrante discriminazione.  
Mi sfugge, poi, come una giornata che si vorrebbe dedicata alla consapevolezza dell'autismo, possa essere anche condivisa con quelle stesse istituzioni che poco o nulla mostrano di consapevole nei confronti dei nostri cari nei restanti 364 giorni.
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Autismo. Quante disabilità cognitive, ma troppi allarmi inutili. E genitori abbandonati

Daniele Novara - Avvenire

È necessario sostenere la famiglia e, specialmente, che si impedisca la patologizzazione dell’infanzia
Immagine d'archivio

Un papà e una mamma ricevono una diagnosi terribile: sindrome da alterazione globale dello sviluppo con particolare compromissione della comunicazione, ovvero disturbo dello spettro autistico. Una diagnosi che porta lui, preoccupato per il futuro del suo piccolo, alla scelta estrema dell’omicidio- suicidio, mentre la moglie si trova al lavoro. Il drammatico episodio accende i riflettori sulla percezione dei bambini in questo momento storico e che ho cercato di descrivere nel mio ultimo libro 'I bambini sono sempre gli ultimi'.

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Appello delle famiglie dei disabili alla ministra Stefani: “Cattedre di sostegno e vaccini”

Giacomo Galeazzi - La Stampa

Le cattedre di sostegno vacanti lasciano gli studenti autistici senza supporto scolastico, l‘esclusione dei disabili e dei caragiver dalle priorità del piano vaccinale “determinano un’emergenza epidemiologica”, avvertono le associazioni dei familiari. Sul tavolo del neo-ministro alle disabilità, Erika Stefani arriva il dossier dell’Anief, l’associazione nazionale degli insegnanti e dei formatori che richiama l’attenzione del governo, in un’annata record per mole di supplenze, sul «numero impressionante di cattedre di sostegno vacanti. «La stipula di oltre 210 mila contratti annuali, con altri ancora da realizzare, assunzioni limitate e a settembre in arrivo altri 35 mila pensionamenti, è una circostanza che non può lasciare indifferente l’esecutivo», afferma Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato.

Non è l’unico nodo sulla disabilità in classe. Avverte il senatore Udc Antonio De Poli: «Il decreto del Ministero dell'Istruzione sul nuovo modello di Pei (Piano educativo individualizzato) rappresenta una marcia indietro rispetto ai diritti delle persone con disabilità e dell'inclusione sociale a scuola. Il fatto che resti la criticata tabella, che quantifica le ore di sostegno dell'anno successivo in base al debito rilevato a fine anno scolastico. Noi siamo convinti che le esigenze di sostegno didattico nascono non solo dall'analisi degli obiettivi didattici raggiunti ma anche dalle interlocuzioni con la famiglia. Quindi il decreto del dicastero dell’Istruzione numero 182 prevede, di fatto, la possibilità unilaterale della scuola di prevedere l'esonero da alcune discipline o la riduzione dell'orario scolastico per gli studenti con disabilità. Io credo che su questo punto sia indispensabile avviare una riflessione seria per modificare il decreto interministeriale. Chiederemo al Governo Draghi di modificarlo. Mi unisco simbolicamente, alla battaglia #noesonero. L'inclusione scolastica non si fa fuori!». 

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