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Autismo senza filtri

Daniele De Benedetti - Autismo senza Filtri

Non accettare non significa non amare (posso dire con certezza che non ho mai amato di più)…

Non accettare per noi significa non rinunciare a provarci (non possiamo arrenderci)…

Non accettare significa ribellarsi ad un futuro che qualcuno vorrebbe farci credere sia già scritto…

 

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Mantenimento figli disabili: i nonni devono contribuire se i genitori non ce la fanno

profili di due genitori con un bambino e, sullo sfondo, immagine di banconote
La Cassazione ha condannato un nonno a contribuire con 130 euro mensili al mantenimento del nipote disabile. Vediamo perchè

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (la n. 14951/2020)  ha stabilito che i nonni, in quanto diretti ascendenti dei genitori, devono contribuire al mantenimento del nipote in situazione di disabilità qualora la madre non sia in grado da sola di far fronte alle spese riabilitative del figlio, pur aiutata dai suoi stessi genitori, e senza l’aiuto economico del padre del bambino.
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Indagini sull’autismo: il metabolismo dei grassi risulta alterato nella maggior parte di chi è affetto

medicomunicare.it

L’autismo e i disturbi dello spettro autistico, che si stima colpiscano un bambino su 54 negli Stati Uniti, sono tra le condizioni ereditarie più complesse. Migliaia di varianti genetiche, sia rare che comuni, sono state implicate nell’autismo, probabilmente attraverso un’interazione intricata e non ben compresa tra fattori genetici e ambientali, sia prima che dopo la nascita. I ricercatori della Harvard Medical School, del MIT e della Northwestern University hanno identificato un sottotipo di autismo derivante da un gruppo di geni che regolano il metabolismo del colesterolo e lo sviluppo del cervello. I ricercatori affermano che i loro risultati possono informare sia la progettazione di terapie mirate di precisione per questa specifica forma di autismo, sia migliorare gli sforzi di screening per diagnosticare l’autismo in anticipo. Il team ha identificato le radici molecolari condivise tra la disfunzione lipidica e l’autismo attraverso l’analisi del DNA di campioni di cervello, risultati che hanno poi confermato esaminando le cartelle cliniche di individui con autismo. In effetti, l’analisi ha mostrato sia i bambini con autismo che i loro genitori avevano alterazioni pronunciate nel sangue lipidico,

I risultati del nuovo studio non solo sottolineano questa complessità, ma dimostrano anche l’importanza critica di definire i vari sottotipi della condizione e sviluppare trattamenti che mirino alle anomalie specifiche del sottotipo.

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Empatia che confonde

spazioasperger.it

Spesso leggiamo che l’autismo è un disturbo dell’empatia. Ma c’è un problema, perché empatia può significare tante cose diverse, ed è fuorviante usare una sola parola per intendere concetti molto differenti.

Empatia deriva dal termine tedesco “Einfühlung”, sentirsi. Ma cosa significa veramente?

Esistono infatti due tipi principali di empatia, che possiamo chiamare empatia cognitiva ed empatia affettiva.

L’empatia cognitiva è la capacità che abbiamo di metterci nella prospettiva di qualcun altro, di “metterci nelle sue scarpe”, è una cosa piuttosto complicata da fare, perché ci richiede di oltrepassare il nostro punto di vista, le nostre conoscenze, e di vedere il mondo da un'altra prospettiva. Alcuni la chiamano anche Teoria della Mente. Essere capaci di inferire gli stati mentali delle altre persone è importante per comprendere e prevedere il loro comportamento. Sappiamo quali aree del cervello sono maggiormente coinvolte nell’empatia cognitiva (la corteccia prefrontale mediale, la giunzione temporo-parietale destra e il solco temporale superiore). La [maggior parte delle, N.d.R.] persone con autismo hanno difficoltà con l’empatia cognitiva e a volte possono avere molta difficoltà a vedere le cose dalla prospettiva di qualcun altro.

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Ecco cosa faccio quando mio figlio ha un meltdown

spazioasperger.it

Nota della redazione: quella che viene descritta è l’esperienza di una madre, anche se accomuna molti genitori con figli nello spettro autistico. In nessun modo è nostra intenzione far passare l’idea che i bambini autistici non facciano capricci o non debbano essere educati a comportarsi adeguatamente in pubblico. Tuttavia, troppo spesso i bambini hanno dei meltdown (che non sono capricci ma comportamenti involontari legati al sovraccarico) e i genitori si trovano a dover affrontare gli sguardi sdegnati dei passanti. Spinti dalla pressione sociale spesso i genitori si trovano a sgridare o punire i figli quando vanno in meltdown, allontanando emotivamente i figli da loro. Lo scopo dell’articolo è dare una visione “da genitore” che può aiutare gli altri genitori ad imparare a “fregarsene di quello che dice la gente” e pensare al benessere loro e dei loro figli - David Vagni

Mi sono seduto nell’ufficio della psicologa infantile per raccontarle di mio figlio di sei anni che è autistico.

È stato il nostro primo incontro per vedere se saremmo stati in grado di lavorare insieme ad una valutazione e ad una diagnosi formale, per questo motivo mio figlio non era presente.

Io e il mio partner le abbiamo parlato della nostra scelta di un’istruzione a domicilio e di come non abbiamo mai usato alcuna forma di punizione come metodo di disciplina.

Durante l’incontro, le sue sopracciglia sono diventate simili a quelle di un falco.

Mi sono sentita giudicata dalla sua espressione. Ha cominciato un monologo su come avrei dovuto forzare mio figlio ad andare a scuola, su come avrei dovuto forzarlo ad affrontare situazioni che lo avrebbero messo estremamente a disagio e su come avrei dovuto forzarlo a socializzare, indipendentemente da come si sentisse.

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