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Nota della redazione: quella che viene descritta è l’esperienza di una madre, anche se accomuna molti genitori con figli nello spettro autistico. In nessun modo è nostra intenzione far passare l’idea che i bambini autistici non facciano capricci o non debbano essere educati a comportarsi adeguatamente in pubblico. Tuttavia, troppo spesso i bambini hanno dei meltdown (che non sono capricci ma comportamenti involontari legati al sovraccarico) e i genitori si trovano a dover affrontare gli sguardi sdegnati dei passanti. Spinti dalla pressione sociale spesso i genitori si trovano a sgridare o punire i figli quando vanno in meltdown, allontanando emotivamente i figli da loro. Lo scopo dell’articolo è dare una visione “da genitore” che può aiutare gli altri genitori ad imparare a “fregarsene di quello che dice la gente” e pensare al benessere loro e dei loro figli - David Vagni
Mi sono seduto nell’ufficio della psicologa infantile per raccontarle di mio figlio di sei anni che è autistico.
È stato il nostro primo incontro per vedere se saremmo stati in grado di lavorare insieme ad una valutazione e ad una diagnosi formale, per questo motivo mio figlio non era presente.
Io e il mio partner le abbiamo parlato della nostra scelta di un’istruzione a domicilio e di come non abbiamo mai usato alcuna forma di punizione come metodo di disciplina.
Durante l’incontro, le sue sopracciglia sono diventate simili a quelle di un falco.
Mi sono sentita giudicata dalla sua espressione. Ha cominciato un monologo su come avrei dovuto forzare mio figlio ad andare a scuola, su come avrei dovuto forzarlo ad affrontare situazioni che lo avrebbero messo estremamente a disagio e su come avrei dovuto forzarlo a socializzare, indipendentemente da come si sentisse.