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Gianfranco Vitale: "LA CURA NELL’AUTISMO: QUALE?"

Esiste un legame, e in tal caso quale, tra l’approccio medico-farmacologico e quello psico-educativo all’autismo? Per rispondere a questa domanda occorre innanzitutto ricordare che non si dispone, allo stato attuale, di una strategia in grado di “guarire“ l’autismo. Quelli messi in campo sono in prevalenza sistemi , conosciuti e validati dalla scienza internazionale, di tipo cognitivo-comportamentale, psico-educativo e di supporto alla comunicazione, finalizzati a migliorare le autonomie, i deficit sociali e le competenze individuali delle persone autistiche.

Per quanto possa apparire “strano”, o se si preferisce “non in linea” con l’orientamento appena citato (ma chi lo pensa dimentica che in vasti settori della psichiatria italiana permane l’antico pregiudizio che identifica i DSA con una malattia mentale), ultimamente – in rapporto all’autismo - si è assistito ad un consistente aumento degli interventi farmacologici.

Ciò ha destato, ed era inevitabile, viva preoccupazione e diffuso allarme tra le famiglie… Sentimenti tanto più comprensibili dal momento che nessun farmaco si è finora dimostrato efficace nel “curare” l’autismo e/o nel modificare radicalmente i sintomi “nucleari” che ne sono alla base: i disturbi dell’interazione reciproca e la ristrettezza degli interessi.

Peraltro questa considerazione è stata, ed è, il primo e insuperabile limite alla utilizzazione di psicofarmaci nei DSA: si tratta di un concetto affermato dalla Linea Guida 21 dell´ISS nel 2011 e confermato nell´agosto 2013 dalla Linea Guida, NICE, del Regno Unito.

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Qualcosa è cambiato... Intervista a Carlo Hanau

La stavano aspettando cinquecentomila famiglie italiane. La prima legge nazionale sull'autismo è stata approvata in Senato ai primi di agosto. Adesso diagnosi, cura e trattamento individuale dei pazienti rientreranno tra i livelli essenziali di assistenza. E l'autismo è finalmente riconosciuto come un condizione che segna tutta la vita, e non riguarda solo l’infanzia e l’adolescenza. Per alcuni questa è una buona legge, per altri solo un manifesto vuoto. L’opinione di Carlo Hanau, componente del comitato scientifico dell'Associazione nazionale genitori soggetti autistici. 

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Legge sull'autismo. Perché diciamo no

da Autismo e Società Onlus, Luce per l’Autismo, Associazione AMA Torino – Associazione Missione Autismo, ricevo e pubblico volentieri

Buongiorno a Tutti,

il 2 aprile, in occasione della Giornata mondiale sull'autismo, l’Associazione Autismo e Società Onlus aveva avviato una petizione nazionale per sostenere la lettera che Gianfranco Vitale (Link alla lettera di GF Vitale) aveva inviato al Papa ed ai presidenti Mattarella e Renzi, denunciando una situazione allarmante su un disturbo che, nel mondo, colpisce in modo drammatico una persona su 120!

La petizione inviata alle tre Autorità ha sortito risposte evasive, se non favolistiche, come quella del Ministero della Salute (allegato1): un Lego di stupende costruzioni che assomiglia più al Paese delle Meraviglie di Alice che al Paese descritto dal Sig. Vitale.

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Contributo di Daniela Mariani Cerati

fonte  lista autismo-biologia, contributo di Daniela Mariani Cerati

I criteri che informano la pratica medica dovrebbero avere come base di riferimento la sperimentazione, la quale ha vari livelli. Il primo livello deve essere attuato eliminando il più’ possibile le variabili confondenti e quindi in un ambiente il piu’ possibile vicino ad un laboratorio, con una attenta selezione dei partecipanti che devono rispondere a rigidi criteri di inclusione ed esclusione. 
Una volta superato questo primo livello si pone un altro problema. La terapia che si è dimostrata efficace nella sperimentazione di primo livello e’ efficace e fattibile anche nel mondo reale? Come? In quali contesti?

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Appello al Presidente della Repubblica

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