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Risposta ad Angsa Treviso Onlus

Rispondo a un commento di Autismo Treviso Onlus, fatto al post intitolato “Autismo, una dieta mirata può diminuire l’iperattività“.

Sono grato al Presidente di questa Associazione per l’opportunità che mi fornisce di ribadire, una volta ancora, quali sono lo spirito e le finalità propri di questa Pagina.

Premetto di non sapere, né mi interessa, se in Facebook esiste una sorta di legge non scritta che attribuisce a una pagina “l’obbligo” di riconoscersi, sic et simpliciter, nei contenuti dei post che ospita. Dicevo “non mi interessa”, per la semplice ragione che l’obiettivo primario, che la Pagina che amministro si è posta, è solo quello di INFORMARE sui temi, TUTTI i temi, che direttamente o indirettamente, a torto o a ragione (ma chi stabilisce il torto e la ragione?) investono il mondo variegato e complesso dell’autismo.

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Commento su Repubblica

Questa è la nota scritta da Vera Schiavazzi (capo redattore in Torino di "Repubblica"), pubblicata ieri, domenica 27, a commento dell'intervento del consigliere regionale Antonio Ferrentino, sulla vicenda legata all'ambulatorio dedicato agli adulti autistici. Grazie alla mobilitazione della parte migliore delle associazioni e alla visibilità offerta dai quotidiani la (peggiore) politica e i (peggiori) servizi sono sempre più inchiodati alle loro responsabilità e al mantenimento degli impegni assunti.

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APPELLO di Angsa Torino per ambulatorio dottor Keller

Pubblico l'appello di Angsa Torino in risposta al pesante ricatto messo in piedi in queste ore dall'ASL TO2. E' in gioco il presente (e il futuro) di tantissime persone adulte che rischiano di essere letteralmente abbandonate a se stesse. E' necessaria la massima mobilitazione in risposta alla stupidità e all'arroganza di chi non ha mai tenuto in alcun conto la vita dei nostri figli. Chi legge questo appello deve immediatamente attivarsi e diffonderlo.
 
Cari genitori,
 
in allegato il modulo per richiedere il potenziamento dell'attività dell'ambulatorio di Keller: è quello dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Asl TO2, da compilare e inviare tramite email all'indirizzo 
 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.  

(oppure con le altre modalità indicate sul modulo o qui - http://www.aslto2.piemonte.it/_front/front.php?p=2&url=nome%3DU.R.P.%26entita%3D745%26menu%3D39%26top%3D121 - ma l'email è certamente più comoda).
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IL PATTO PER LA SALUTE… È VERAMENTE UN PATTO?

di Sara Boggio

“Patto” significa “accordo tra due o più parti”. Affinché sia valido, l’accordo deve essere condiviso dalle parti in causa. Ce lo ricordano pratiche e circostanze comuni: dal patto matrimoniale alle innumerevoli declinazioni di patti che nel diritto privato creano un vincolo giuridico, fino a quelli che nel diritto internazionale stipulano alleanze bi- o plurilaterali. Si tratta, in ogni caso, di accordi tra parti consapevoli e consenzienti.

La parola è usata a proposito nel Patto per la Salute 2014-2016? Per rispondere occorre rivedere la versione integrale del testo (vedi) e rileggere con attenzione l’articolo 6, che riguarda l’Assistenza socio-sanitaria. Ci interessano in particolare i commi 1 e 2, che tradotti in parole semplici indicano la subordinazione delle cure socio-sanitarie alla disponibilità economica delle Regioni. Non per tutti i malati: solo per quelli non autosufficienti. Ciò significa che l’accordo mette a rischio le cure per una fascia della popolazione che non può farne a meno: disabili, anziani malati cronici, persone affette da demenza senile, disturbi psichiatrici invalidanti o autismo in situazione di gravità. Le mette a rischio proprio perché vincola la prestazione della cura ai «limiti delle risorse previste a legislazione vigente»: se le risorse non ci sono, non ci saranno nemmeno le cure.

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