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Disabili e autistici imparano “l’arte” del barman

23 Novembre, fonte Redattoresociale.it

Non un’occupazione qualsiasi, ma una vera e propria professione, con competenze e capacità  che non tutti possono vantare: è quella che Anffas onlus intende garantire ai 6 ragazzi con disabilità intellettiva – 4 ragazzi e due ragazze - che, da qualche giorno, stanno frequentando il corso per barman a Ostia. Hanno tutti tra i 17 e i 30 anni, tre di loro sono autistici: termineranno la formazione il 22 dicembre, poi svolgeranno un tirocinio di un mese e successivamente l’auspicio è che trovino un lavoro, grazie alle competenze acquisite come barman banchisti bar.

 “L’obiettivo – spiega Anffas - è formare personale qualificato e arrivare a un inserimento lavorativo stabile, come peraltro previsto dalla legge 68/99 sulle ‘norme per il diritto al lavoro dei disabili’, totalmente ignorata purtroppo in Italia”. Il corso nasce all’interno dell’agenzia per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, aperta da Anffas in uno stabile confiscato alla mafia nel X municipio e divenuta sede di una serie di corsi di formazione per migliorare le competenze dei ragazzi con disabilità intellettiva o relazionale.

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LA DISABILITÀ SIA PROTAGONISTA DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

21 Novembre, fonte superabile.it

Le Organizzazioni di persone con disabilità chiedono di porre con maggiore determinazione e risorse la disabilità al centro della cooperazione internazionale. L'Italia, alcuni paesi europei e l'Unione europea hanno già intrapreso questo percorso, anche se rimane molto da fare. Le organizzazioni chiedono che le persone con disabilità siano considerate come titolari di diritti umani in senso pieno come prevede la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, adottata dall'Onu nel 2006.

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Autismo, piu' di 2500 persone in Puglia soffrono del disturbo. In arrivo nuovi servizi nelle Asl

20 Novembre, fonte Ultimenotizie.net

“La Regione Puglia sta per mettere a sistema i centri territoriali per l’Autismo. Stiamo lavorando ad una delibera che possa rappresentare il punto finale di questa fase di ascolto, molto stimolante, avviata questa estate, una fase di confronto con gli operatori dei centri che già si occupano di soggetti con i disturbi dello spettro autistico (ASD) e con le famiglie che vivono il dramma e il peso di questo disagio che non è solo sanitario, ma anche sociale ed assistenziale. L’obiettivo dunque è tradurre ora tutti i suggerimenti che abbiamo avuto in questi mesi, in un atto amministrativo, in una delibera di giunta che cominci a disegnare l’embrione della rete di presa in carico, mantenimento e terapia dei soggetti più piccoli o più grandi con disturbo ASD”.

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E' cambiato il modo di diagnosticare l'autismo (non il numero di casi)

18 Novembre, fonte wired.it

No, fortunatamente non siamo di fronte a una epidemia di autismo. Anche se i numeri potrebbero far pensare al contrario: secondo un report pubblicato dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), infatti, a due bambini statunitensi su cento, nel 2014, è stato diagnosticato il disturbo dello spettro autistico. Tra il 2011 e il 2013 il rapporto era di uno su cento. Dov’è l’inghippo, dunque? Nel fatto che, nel frattempo, sono cambiati i sondaggi relativi alla malattia. In altre parole, la modifica di alcune domande nel questionario somministrato dall’ente di ricerca alle famiglie americane ha fatto sì che il numero delle diagnosi aumentasse. È stato il Cdc stesso a precisarlo, per evitare allarmismi, confermando quanto già sottolineato da uno studio della Penn State University pubblicato a luglio sulle pagine di American Journal of Medical Genetics.

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ALUNNI DISABILI, L'APPELLO DEL SOTTOSEGRETARIO: SEGNALATE AI CENTRI TERRITORIALI QUELLO CHE NON VA

18 Novembre, fonte superabile.it

"Il ragazzo di Fonni, il bambino di Biella, la ragazzina campana: sembrano personaggi stereotipati di un racconto, sono invece storie di alunni con disabilità, finiti sulle pagine dei giornali nelle scorse settimane per problemi di inclusione scolastica. Tanti sono i casi evidenziati dalla stampa e da cittadini direttamente al Miur. Eppure esistono già sul territorio e nella scuola strutture e strumenti che possono aiutare studenti, famiglie e docenti ogni volta che ci si scontra con un problema che impedisce un'effettiva e reale inclusione scolastica. Sto parlando dei Centri territoriali di supporto (a livello provinciale) e dei Centri territoriali per l'inclusione (che uniscono scuole in rete tra loro)". A scriverlo è il Sottosegretario al ministero dell'Istruzione, Davide Faraone.

"Spesso- continua- le questioni che finiscono sui giornali necessitano di interventi veramente minimi per dipanarsi e rendere la vita degli alunni disabili e delle loro famiglie serena. Solo uno scambio di informazioni chiare, sapere che ci sono delle norme che garantiscono dei diritti, conoscere persone che possono essere di supporto nella gestione di una determinata problematica. I Cts e i Cti assolvono a questo compito anche grazie agli sportelli d'ascolto per famiglie e docenti. E soprattutto lavorando in sinergia con il territorio. Per avere i contatti di queste realtà basta chiedere all'Ufficio scolastico della regione in cui ci si trova. Molto altro, anche in questo senso, stiamo ancora facendo per migliorare la qualità della vita dei ragazzi disabili e delle loro famiglie con la delega prevista dalla legge 107/2015". "Ma- conclude Faraone- siamo all'avanguardia nell'inclusione e non perché ci piace ripeterlo ma perché questo vuol dire che tutti dobbiamo essere consci delle risorse che abbiamo per non sentirci soli, muro contro muro".

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