Nell’articolo 4-ter del recente “Decreto Scuola” recante Misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato [Decreto Legge 22/20, convertito nella Legge 41/20], appare la proposta e la legittimazione di un’azione didattica scientificamente infondata, culturalmente irricevibile e politicamente obsoleta.
Si tratta di introdurre, limitatamente all’anno scolastico 2019-2020 e solo per gli alunni con disabilità, l’opportunità di consentire la reiscrizione al medesimo anno di corso già frequentato, se sia stato «accertato e verbalizzato il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l’autonomia, stabiliti nel piano educativo individualizzato». Tradotto nella prospettiva dell’alunno, per altro non menzionata, si consente di essere “ripetente”, a fronte dell’ammissione “in massa” di tutti gli alunni all’anno successivo, decretata a metà maggio, sempre per “effetto Covid”
Scientificamente infondata, culturalmente irricevibile, politicamente obsoleta
superando.it, di Marina Santi *
VIDEO | Autismo, IdO: “Valorizzare disegno, in bimbi c’è espressività”
dire.it
“È impossibile non esprimersi, cosi’ come e’ impossibile non comunicare, perche’ anche la maggior forma di disagio e’ un’espressione. La stereotipia o l’interesse sensoriale sono espressioni”.
Lettera di un medico alla “Politica italiana”
myblog.it
Lettera di un medico alla “Politica italiana” – “Risparmiateci tutte le vostre cazzate, avete rovinato il Sistema Sanitario Italiano”
Ai Politici Italiani, che, dopo aver insultato all’inizio di questa emergenza i Medici di Codogno, accusandoli ingiustamente di non aver rispettato i protocolli governativi, ora non sanno fare altro che ripetere “Ringraziamo i medici e gli infermieri, veri eroi di questo momento“, vorrei dire:
“Risparmiateci tutte le vostre cazzate, che non sapendo Voi più cosa fare, fate oggi uscire a ruota libera dalle vostre bocche. Adesso, dopo anni di politica sanitaria incosciente, vi accorgete che mancano posti letto? che mancano i macchinari? che manca il personale sanitario e parasanitario?… Ma siete davvero degli Statisti educati nelle più prestigiose Università del mondo!
Avete rovinato il Sistema Sanitario Italiano, introducendo criteri di selezione che poco avevano a che fare con il merito e le capacità. Aggrappandovi alle proclamate esigenze di ridurre il debito pubblico (che è continuato invece ad aumentare !), avete tagliato i posti letto, chiuso reparti, bloccato le assunzioni.
Il diritto di contare: lettera a uno Stato sordo
www.viverefermo.it
"Un bambino ha piccole mani, piccoli piedi e piccole orecchie, ma non per questo ha idee piccole." Beatrice Alemagna
La logopedia dovrebbe costituire un diritto per chi nasce con problemi di sordità. Essa rappresenta una parte fondamentale del percorso riabilitativo di un bambino nato con sordità. Purtroppo però non sempre è così. Ci sono genitori che si vedono negare questo diritto e che scelgono di lanciare un appello affinché le cose cambino, una volta per tutte.
Elisabetta e Maurizio sono la mamma e il papà di Samuele, un bimbo di 15 mesi. Samuele è sordo come sordi sono i suoi genitori.
Quello che leggete vuole essere un vero e proprio grido di AIUTO! Ci auguriamo che quanto stiamo vivendo non possa accadere ad altre famiglie. Dopo una serie di visite specialistiche, è emerso che Samuele dovrà iniziare un percorso di logopedia. Il problema è che dove abitiamo noi non c'è un servizio adeguato alle esigenze di Samuele. Tuttavia, noi genitori non abbiamo perso la speranza e vogliamo garantirgli il meglio. Vogliamo comprendere quale sia il percorso più adatto a lui e in questa scelta così importante nessuno ci ha aiutati. Deve per forza mettere le protesi? Sono utili senza il percorso di logopedia? Abbiamo chiesto tante volte un aiuto. Siamo genitori sordi, non possiamo accorgerci se le pile delle protesi di nostro figlio sono esaurite. Il consiglio è stato quello di usarle e buttarle ogni giorno, tanto sono gratuite. Ma alla fine non è vero. Dobbiamo pagare le pile?
Paura di uscire di casa, il mio viaggio dalla capanna alla luna
invisibili.corriere.it Antonio Giuseppe Malafarina
Senza voler effettuare una disamina psicanalitica, quando passi molto tempo in un ambiente quello diventa il tuo ambiente di riferimento. Ti relazioni con quel contesto e il resto, piano piano, svanisce. Anzi, diventa altro. Vedi sempre le stesse cose, frequenti gli stessi spazi, incontri gli stessi volti e persino il tempo assume una dimensione individuale.