METODOLOGIE

Come evidenziato dal Professor Lucio Cottini, attraverso l’attenta analisi della quale è autore, ai fini della promozione di una reale e proficua integrazione scolastica è opportuno prendere in considerazione:

  1. a.    gli obiettivi individualizzati rapportati a quelli della classe;
  2. b.    la risorsa compagni;
  3. c.    le nuove prospettive della didattica speciale.

 

  1. a.  Obiettivi individualizzati e obiettivi della classe

La possibilità di trascorrere parte del tempo in classe, svolgendo attività simili a quelle dei compagni, risulta facilitata se si riescono ad adattare, o quanto meno avvicinare, nei casi più difficili, gli obiettivi individualizzati a quelli curricolari.

Per il soggetto autistico tutto ciò rappresenta un importante obiettivo relazionale, anche se egli utilizza parte del suo tempo in attività individuali e ripetitive. Strutturare la capacità di rimanere in ambienti poco prevedibili, mantenendo un comportamento non destabilizzante è, infatti, una meta educativa di notevole rilevanza.

Può anche succedere che alcune attività svolte dalla classe siano ritenute non adatte al livello dell’allievo. E’ opinione largamente, diffusa da parte degli studiosi, che anche in questo caso sia comunque opportuno farlo “partecipare alla cultura del compito”, per far sì che si senta parte integrante della classe e sia motivato nell’esecuzione dei compiti che lo vedono maggiormente protagonista (pensiamo, per esempio, alla partecipazione all’organizzazione del giornalino di classe, in cui svolgerà alcune mansioni semplici e assisterà al lavoro dei compagni, traendone indubbio vantaggio, su altre più complesse).

Altri obiettivi, molto specifici e funzionali (in quanto mirati all’acquisizione di abilità che faciliteranno lo svolgimento di attività integrate), fanno parte – invece – della programmazione più personalizzata, che prevede che alcune attività differenziate siano svolte all’interno del contesto integrato (di conseguenza occorre prevedere spazi per la lettura individuale, per il lavoro di videoscrittura o di ricerca al computer, per i lavori manuali, ecc.) e altre all’esterno della classe.

In tali casi è importante considerare la possibilità di un insegnamento uno ad uno ma i momenti di uscita dovrebbero essere temporalmente limitati (di norma non superiori alle 10-12 ore settimanali) e programmati in modo che possano ridursi con il progredire dell’azione educativa e dell’adattamento dell’alunno.

Lo spazio per l’attività individuale dovrebbe essere preferibilmente organizzato secondo i principi dell’insegnamento strutturato, propri dell’approccio TEACCH, i cui connotati, ampiamente condivisi dalla stessa O. M. S., devono essere fatti propri dalla rete istituzionale e sanitaria che si crea sul territorio. Si realizza, così, una presa in carico globale dei soggetti con autismo attraverso una risposta univoca che coinvolge i vari servizi. Com’è naturale tutto ciò non esclude ulteriori aperture e/o approfondimenti scientificamente validati, che l’evoluzione della pedagogia potrà offrire in futuro.

  1. b.  La risorsa compagni

I compagni di classe possono attivare sequenze di interazione in grado di facilitare fortemente la crescita sociale dell’allievo autistico.

E’ evidente che questo ruolo, che possono svolgere i coetanei, è soprattutto potenziale. Si rende pertanto necessario un loro coinvolgimento attivo, attraverso la sensibilizzazione nei confronti di tematiche, che per la loro complessità, devono essere affrontate con modalità e strumenti adeguati se si vogliono “capire” le problematiche di chi si comporta diversamente dal resto della classe. Le caratteristiche comportamentali e cognitive dell’autistico rendono molto complesso l’instaurarsi di rapporti interattivi di spessore significativo. In generale si possono, comunque, individuare una serie di accorgimenti atti a facilitare forme di aiuto e sostegno da parte dei compagni:

-        indicare abilità facilitanti la relazione;

-        programmare situazioni di tutoring;

-        lavorare alla creazione di un clima non competitivo per attivare esperienze di apprendimento comune.

  1. c.   Nuove prospettive della didattica speciale

Per una didattica che vuol “farsi” speciale, allo scopo di soddisfare il più efficacemente possibile i particolari bisogni dei soggetti autistici, è indispensabile: 1) promuovere in classe la conoscenza dell’handicap e dei deficit correlati; 2) avvalersi delle nuove tecnologie informatiche; 3) utilizzare le metodologie educative e didattiche messe a punto specificamente per i bambini con autismo.

         Promuovere la conoscenza dei deficit e dell’handicap in classe

Come già sottolineato, nel momento in cui viene stimolata una conoscenza adeguata ed una valorizzazione dei compagni è più facile che si attivino azioni di aiuto e sostegno.

Soprattutto con il soggetto autistico questo aspetto riveste un’importanza determinante, in quanto è necessario che i compagni capiscano che alcune particolarità comportamentali, quali le scarse relazioni sociali o eventuali atteggiamenti aggressivi, non sono dovuti a “cattiveria” o a volontà di offendere, ma rappresentano le conseguenze di un deficit.

Per approfondirne la conoscenza si possono utilizzare approcci diversi: da semplici spiegazioni degli aspetti principali della sindrome, alla visione di trasmissioni televisive sull’argomento o di film che hanno presentato mirabilmente storie riferite a persone autistiche, alla lettura e commento di biografie di autistici di alto livello, fino allo studio scientifico delle conoscenze ad oggi disponibili dell’autismo. Le stesse testimonianze di genitori di ragazzi affetti d’autismo, raccolte verbalmente o attraverso la scrittura di libri, possono utilmente elevare i livelli di conoscenza di ognuno.

       L’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche

L’utilizzo del computer nella didattica sta assumendo un rilievo considerevole nella scuola italiana, anche se non sempre al proliferare dell’hardware si associano software adeguati alle esigenze più specifiche.

Anche per l’allievo autistico l’informatica può costituire un’opportunità interessante, in grado di avvicinarlo alle attività svolte dal resto della classe. Si nota molto spesso che gli allievi sono motivati all’interazione con il computer, il quale permette di focalizzare l’attenzione per tempi prolungati su alcuni compiti facilitando la gestione di esercitazioni in maniera autonoma. E’ sicuramente necessario fare riferimento a tecniche e software particolari in relazione agli obiettivi che vengono perseguiti, tenuto conto che la più importante priorità rimane quella di favorire lo sviluppo della dimensione cognitiva, come condizione fondamentale per aumentare le capacità comunicative ed immaginative.

Utilizzare le metodologie educative e didattiche messe a punto specificamente per i bambini con autismo.

La conoscenza delle metodologie educative e didattiche validate dalla ricerca internazionale è indispensabile per la messa a punto e la realizzazione di un programma educativo individualizzato. In particolare, è auspicabile che tutti gli insegnanti che hanno alunni con autismo conoscano: a) le metodologie educative e didattiche utilizzate all’interno del Programma TEACCH; b) le strategie di Comunicazione Aumentativa e Alternativa applicata all’autismo; c) le tecniche di valutazione e intervento per la gestione dei problemi di comportamento. Di queste strategie si parlerà nel prossimo capitolo.

  

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