PREMESSA

È indubbio che negli ultimi trent’anni vi siano stati sensibili miglioramenti nell’ambito dell’inserimento scolastico delle persone disabili. Esistevano, per esempio, le classi differenziali e la cosiddetta “anormalità” era – di fatto - ghettizzata all’interno di corsi speciali che non garantivano nessuna forma di integrazione e accrescevano, semmai, il senso di marginalità e di isolamento per il fatto stesso di essere dei percorsi così distaccati da tutto il resto della scuola.

Negli ultimi anni la novità sta principalmente nella proposta di integrazione dei disabili all’interno di gruppi classe, e nella scelta di progetti che coinvolgono la classe nel suo insieme, pur con dei percorsi didattici modulati sulle difficoltà maggiori che presentano alcuni ragazzi.

Si è presa definitivamente coscienza di quanto la scuola rappresenti una tappa di primaria importanza nella vita di ogni uomo, al di là della sua specificità, del suo eventuale stato di non abilità o disabilità, pur se non va mai dimenticata la notevole differenza che intercorre tra termini come “inserimento” e “integrazione”. In questo senso appare superficiale, e soprattutto sbagliato, attribuire alla locuzione “scolarizzare” il significato di mero accesso. Ciò che deve essere perseguita, in effetti, è l’integrazione al più alto livello, da intendersi come percorso la cui finalità prioritaria è la maturazione di esperienze significative sia nell’apprendere che nel socializzare.

Le nostre classi accolgono tutti i minori senza alcuna distinzione di disabilità. A guardare, per esempio, i dati del 2000/2001 si osserva che complessivamente gli alunni certificati in condizione di handicap, dalle materne alle superiori, sono stati 129.154, cioè l’1,56% del totale. Si tratta di un processo in costante crescita, del quale è giusto rimarcare l’enorme significato.

Diventa interessante dimensionare, a livello nazionale, il fenomeno autismo e sindromi collegate, comprendendo in questa casistica anche le situazioni caratterizzate da psicosi infantile, stanti le diverse classificazioni afferenti tali diagnosi.

  

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