CONSIDERAZIONI

Come si sottolineava all’inizio di questa trattazione sono innegabili i progressi compiuti nell’ambito dell’integrazione scolastica delle persone disabili, il che non significa che tutto sia risolto. Anzi.

Alcune gravi carenze sono rimaste nel sistema e si avvertono pesantemente. Il Professor Danilo Massi, al riguardo, nel capitolo “Integrazione scolastica: non basta sedersi tra i banchi” pone l’accento sul fatto che non può esserci una vera integrazione dell’alunno disabile quando essa “diventa uno sterile conflitto tra insegnanti per la ripartizione percentuale delle ore relative alla sua presenza; quando la collaborazione tra operatori si limita alla burocratica compilazione del PDF (Profilo dinamico funzionale); quando “il Gruppo H” d’istituto c’è soltanto perché è stato deliberato dal Collegio Docenti; quando i progetti si fanno per utilizzare le risorse economiche e non viceversa, […]”.

Al 31/12/2001 gli insegnanti di sostegno nella scuola statale erano in totale 71.194, dei quali 22.908 a tempo determinato. Va rimarcata la mancata specializzazione di quasi il 40% di loro ma anche la mancata formazione programmata e generalizzata degli insegnanti curricolari, che favorisce la delega pressoché totale al solo insegnante di sostegno.

La presenza di questi ultimi è caratterizzata, poi, da precarietà e costante turn-over, con conseguente necessità continua di reclutamento, provvisorietà, discontinuità didattica e difficoltà nella crescita di competenze professionali. E’ tempo di dire basta a questo deprecabile andazzo. Ma occorre anche:

Ridefinire il ruolo professionale del docente di sostegno e pensare a una sua utilizzazione più funzionale, attraversoalmeno 200 ore di formazione specialistica, commisurate alla tipologia di handicap, da aggiungere alle attuali 400 ore di attività formative di base necessarie per conseguire la specializzazione nel sostegno;

Inserire nella formazione iniziale degli insegnanti curriculari un certo numero di crediti formativi nell’ambito della pedagogia e della didattica speciale. Questo porta a comprendere meglio:

  • che ogni persona disabile ha una sua storia;
  • che ha cause e condizionamenti specifici.
  • che proprio per questo l’integrazione non può mai essere indifferenziata né generica, giacché le condizioni di disabilità non sono indifferenziate;
  • che cosa significa individualizzazione e personalizzazione degli interventi;
  • che essi hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale, cosi come recita l’art. 38 della Costituzione italiana;
  • che questi ragazzi sono cittadini alla pari, ai quali per diritto devono essere garantite le pari opportunità;

Prevedere un aggiornamento continuo e sistematico di tutti gli insegnanti, sulle tematiche della pedagogia speciale;

Realizzare corsi obbligatori di aggiornamento per dirigenti e ispettori tecnici, aventi per oggetto le problematiche di integrazione scolastica insite nei nuovi modelli educativi.

  

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