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Quando disabilità fa rima con povertà. E con solidarietà: la storia di Christian

 

13 Giugno, fonte redattoresociale.it

Una casa e un lavoro per ritornare a vivere come tutti in maniera dignitosa. E’ quello che desiderano i genitori di Christian, un giovane affetto da una grave disabilità psico-motoria che ha bisogno di assistenza continua. Sulla Christian è un giovane di 19 anni che si esprime soltanto con gli sguardi. E' nato, infatti, con una patologia psico-motoria che lo costringe su una sedia a rotelle. Può muovere pochissime parti del suo corpo e si nutre attraverso una sonda infilata nello stomaco. Ma con gli occhi manifesta tutte le sue emozioni: sorride, si arrabbia, piange, ha paura, ama. E con le orecchie sente (e capisce) tutto. Christian, con la sua pensione in questo momento è l’unica fonte di reddito per la famiglia.

Il padre, indoratore con 30 anni di contributi, è rimasto disoccupato ed è in attesa di una pensione che arriverà non si sa fra quanti anni. La madre è una donna molto tenace e determinata che ha scelto di dedicare tutto il suo tempo al ragazzo. In famiglia dei quattro figli, due dei quali spostati, c'è pure un altro figlio di 24 anni anche lui disoccupato. Christian percepisce una pensione di 780 euro mensili ma la sua famiglia ne paga 650 di affitto. Il resto serve per coprire a stento il ticket dei “presidi sanitari” di cui il ragazzo non può fare a meno (sondino, alimenti speciali, farmaci vari).

La sua famiglia vive da molto tempo di debiti e di solidarietà. Ogni tanto, dalla parrocchia, arriva un sacchetto di spesa e qualche vestito smesso. Loro accettano con grande dignità senza chiedere. Christian riesce a capire il disagio economico che hanno i suoi genitori. Proprio per questo i suoi, quando in casa parlano dei gravi problemi che li affliggono, cercano di non farlo davanti a lui perché a quel punto nei suoi occhi c'è pena, rabbia e dolore.

“Christian ha un disagio psico-motorio molto grave - dice la signora Maria Pecoraro -. Dal 2011 mio figlio si è aggravato sempre di più ma non abbiamo mai perso la speranza. Prima riusciva a mangiare essendo imboccato mentre dall’anno scorso, invece, riesce a mangiare soltanto con un sondino collegato allo stomaco. Mi dedico a tempo pieno a Christian che è come se fosse una parte del mio corpo ormai, è come se fossimo una sola persona. Lui è come un angelo e dedicarmi a lui è la ragione della mia vita.  Nonostante la gravità della sua situazione Christian ha una grande voglia di vivere.  Lui non parla ma con gli occhi fa trasparire tutte le sue emozioni”.  

“Ringrazio tutti coloro che in questo momento ci sono vicini – dice ancora la mamma di Christian – soprattutto da quando mio marito non lavora più è la nostra situazione economica è peggiorata. Da parecchio tempo chiediamo al comune che ci assegni una casa popolare facendoci respirare perché non riusciamo a sostenere l’affitto. Stiamo in una piccola casa di due stanze in cui facciamo tutto ma mio figlio avrebbe bisogno di una stanza tutta sua dedicata alla sua assistenza. Chiedo al sindaco anche di potere fare nuovamente lavorare mio marito perché abbiamo molti debiti e da soli non ce la facciamo”.

“Non so più cosa significa scendere per fare la spesa – si sfoga ancora la mamma di Christian -. Esco soltanto con lui per accompagnarlo a fare le visite mediche di controllo. Domenica scorsa essere riusciti tutti insieme ad assistere allo spettacolo è stato un momento molto piacevole che abbiamo apprezzato molto. Chiediamo a tutti, ma soprattutto al sindaco che ci aiuti a vivere in maniera dignitosa. Abbiamo scritto pure una lettera al presidente Mattarella perché è dal 2007 che chiediamo aiuto e adesso non riusciamo a gestire più niente”.

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