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"Io, bambina nell'abisso di Auschwitz Ora il terrorismo religioso minaccia tutti"

27 Gennaio, fonte repubblica.it

Questo, di Auschwitz, lo ricorda benissimo. Un monito sussurrato da una donna che si occupava della loro baracca dei bambini: "Ascoltatemi bene. Se vi radunano tutti insieme in fila e vi dicono: chi vuole rivedere la mamma faccia un passo avanti, te e tua sorella non vi dovete muovere. Ricordatevelo". Lo dicemmo subito anche a nostro cugino Sergio, ma lui non ci diede ascolto e, quando fu il momento, fece quel passo. Non l'ho mai più rivisto. Si seppe poi che fu usato come cavia per gli atroci esperimenti di Mengele e il suo corpo debilitato e scheletrico fu ritrovato appeso a un gancio da macellaio nel sotterraneo di una scuola di Amburgo".

 
Tatiana Bucci, insieme alla sorella Andra, è la Storia. Come lo sono Sami Modiano, Piero Terracina e pochi altri, in Italia si contano ormai nelle dita di una mano. Vittime dell'Olocausto e testimoni che ancora hanno la forza di raccontare. Andra e Tatiana Bucci sono due sorelle di padre cattolico e mamma ebrea, internate a 4 e 6 anni, insieme a tutta la loro famiglia, il 4 aprile del '44 ad Auschwitz, scambiate per gemelle e dunque finite nei Kinderblock del dottor Morte. Miracolosamente scampate all'eccidio.

Fanno parte di quella manciata di bambini, una cinquantina di tutti i paesi europei, che uscì viva da Auschwitz-Birkenau, il campo che ne aveva sterminati circa 200 mila. Tatiana, insieme ai suoi parenti, fu prelevata dai tedeschi a Fiume il 28 marzo del '44, sostò due giorni alla Risiera di San Sabba, arrivò col treno merci nella rampa del lager e fu liberata dalle truppe sovietiche nove mesi dopo. 

Erano 70 anni fa, il 27 gennaio del '45 e di allora le è restato il braccio tatuato e una memoria scolpita per testimoniare al mondo cosa accadde, come fu, e perché nessuno dovrà mai dimenticare. Il 18 e il 19 gennaio era ad Auschwitz per accompagnare 300 studenti, e il giorno successivo ne ha seguiti altrettanti in un viaggio organizzato dalla Regione Toscana. Tatiana Bucci parla quattro lingue, vive a Bruxelles col marito, i figli e i nipoti, è un'esile signora con i lineamenti minuti. E' una viaggiatrice instancabile, spesso è a Padova a trovare la sorella Andra, e a Roma ha un grande e fedele amico, lo storico Marcello Pezzetti, il direttore della Fondazione Museo della Shoah, organizzatore della grande mostra che il 28 si apre al Museo del Vittoriano intitolata "La liberazione dei campi nazisti" con l'attenzione rivolta soprattutto alle vittime e ai sopravvissuti italiani. Dopo i lutti di Parigi non ha mai pensato di lasciare la sua casa e trasferirsi in Israele. "Prima di essere ebrea mi considero una cittadina europea". 

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