Stampa

Processo Cucchi, sdegno per l'assoluzione: (in)giustizia è fatta

31 Ottobre. fonte redattoresociale.it

Una sentenza che non risponde ai criteri di verità e giustizia e che non designa nessun responsabile per la morte di un ragazzo la cui vita è stata nelle mani delle istituzioni. Dopo la notizia dell’assoluzione per insufficienza di prove degli imputati nel processo Cucchi da parte della prima Corte d’appello di Roma non si sono fatte attendere le reazioni sdegnate delle associazioni.

"Aspettiamo di sapere perché la Corte abbia deciso di mandare tutti assolti – sottolinea in una nota Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia Quel che è certo è che, a cinque anni di distanza dalla morte di Stefano Cucchi, la verità processuale non sembra dirci nulla di quel che è accaduto davvero. E non accerta alcuna responsabilità per un decesso che tutto appare meno che accidentale o auto procurato. Verità e giustizia sono dunque ancora più lontane".

Anche il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella contesta la sentenza. “La sua vita è stata nelle mani di tante istituzioni dello Stato. Decine di operatori della sicurezza, della giustizia e della sanità pubblica lo hanno incrociato in quei giorni che lo hanno portato alla morte. Eppure, secondo la Corte d’Appello, non c’è neanche un colpevole – sottolinea - Dunque, nessuno è responsabile per la morte di Stefano Cucchi –. Nei casi di tortura e di violenze istituzionali, nel nostro paese, perseguire i responsabili è operazione tragicamente impossibile. Mancano le norme, come il reato di tortura e manca una cultura pubblica di rispetto profondo della dignità umana.  Anche in questo caso ha prevalso lo spirito di corpo che impedisce la ricostruzione puntuale dei fatti e il raggiungimento della verità storica. A questo punto non resta che sperare che la Corte Suprema di Cassazione annulli una sentenza, come quella odierna, che si muove perfettamente nel solco di una storia, quella italiana, che fa fatica a dare giustizia a chi ne ha diritto”. 

Condividi su

FacebookTwitterGoogle BookmarksLinkedin