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Boltiere e la tragedia di Karim, che cercava vestiti in strada: «Ucciso da una vita povera»

Scritto da Super User. Postato in Storie di Invisibili

corriere.it

È successo così anche martedì sera, nel parcheggio di via Monte Grappa, dove, tolte le ciabatte, Karim si è issato su una pigna di sacchetti di abiti per raggiungere la parte alta del cassonetto, dove poi è rimasto incastrato dal basculante. L’orario è ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri di Zingonia. Il bambino è stato trovato poco dopo le otto da una passante, quando già non reagiva più.

La difficile situazione famigliare di Karim era nota. Secondo di cinque fratelli, il più grande ha 11 anni, il più piccolo 2, viveva in una casa comunale con la mamma italiana, mentre il papà della Costa d’Avorio va avanti e indietro dal Paese d’origine. Non si può dire che mancasse l’affetto in famiglia, ma con forti problemi. «Dal 2013 la famiglia è seguita dal Tribunale per i minorenni di Brescia — spiega l’assessore ai Servizi sociali Cinzia Begnardi — che non ha mai disposto l’allontanamento dei bambini ma sempre un sostegno alla genitorialità. In questa direzione si sono mossi tutti i nostri interventi».

«È un momento terribile per la nostra comunità — aggiunge il sindaco Osvaldo Palazzini — ma mi sento di dover dire che è stato fatto quanto era possibile. Seguivamo le disposizioni del Tribunale. C’era un’udienza fissata a fine maggio e spostata poi a ottobre. Noi abbiamo dato la casa e tutte le agevolazioni e contributi di cui disponiamo. Spesso la polizia locale e gli assistenti sociali bussavano alla porta ma era difficile farsi aprire. Solo lo scorso ottobre siamo riusciti a incontrarli e avviare un dialogo».

I vicini di casa raccontano però una situazione più complessa. La famiglia vive in un bilocale al pianterreno di un condominio alle spalle del municipio. L’entrata dell’appartamento è quasi ostruita da vecchi televisori sfondati, borse piene di chissà che cosa e tante biciclettine. Spunta anche una scarpa da bimbo spaiata. «Da anni segnalavamo i problemi — spiega un residente al primo piano —. L’amministratrice di condominio più volte ha presentato esposti, l’ultimo settimana scorsa». «Quei bambini erano sempre in giro da soli — aggiunge la moglie —. Temevamo che prima o poi succedesse qualcosa».

«Non era tanto la situazione economica precaria – racconta il curato di Boltiere don Luca Conti – ma quella educativa. Karim veniva all’oratorio e d’estate i Servizi sociali lo avevano iscritto al Cre. Era un bambino allegro, talvolta risentiva della fatica della condizione famigliare, ma non era certo problematico. In un anno e mezzo non si è mai riusciti a incontrare i genitori. La parrocchia e il centro di primo ascolto della Caritas li aiutano ma non è facile per la loro chiusura».

Nella scuola Karim trovava un’oasi di felicità. Ieri alla primaria Bruno Munari, dove frequentava la quinta A, è stato un momento difficile. Esprime cordoglio il dirigente Gaetano Marciano. «Per qualche giorno — dice — abbiamo sospeso la didattica on line. Cercheremo di stringerci intorno alla famiglia». Anche insegnanti e personale Asa hanno voluto ricordare Karim: «Lo abbiamo conosciuto come un bambino vivace, curioso, e capace di gesti di affetto. Affrontava le difficoltà di ogni giorno con i suoi grandi occhioni scuri e un sorriso disarmante». Nel primo pomeriggio la sua classe ha tenuto una videoconferenza con gli insegnanti. «Abbiamo cercato di capire che lezione ci ha lasciato — spiega l’insegnante Maria Luisa Faleschini —. Karim aveva voglia di giocare con tutti e soprattutto c’era il suo sorriso aperto e grato per le piccole cose che insegnava cosa era la felicità. Sorrideva perché riusciva a completare un esercizio o perché qualcuno gli faceva dono di una penna. Passava la giornata con le forbici e la colla in mano ritagliando fogli che diventavano anelli o braccialetti o semplici biglietti con scritto sopra “ti voglio bene” e poi ce li regalava».

La salma di Karim è alla camera mortuaria del Papa Giovanni. Lunedì sarà effettuata l’autopsia. La mamma e i fratelli sono stati trasferiti in una comunità protetta mentre solo nel pomeriggio si è riusciti a contattare il padre, bloccato in Costa d’Avorio. Sull’accaduto il pm Emanuele Marchisio ha aperto un fascicolo contro ignoti. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo. Il cassonetto della Caritas è sotto sequestro: sarà sottoposto a perizia.

https://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/20_maggio_21/boltiere-tragedia-karim-che-cercava-vestiti-strada-ucciso-una-vita-povera-76add598-9b36-11ea-b206-e08ec5340715.shtml?fbclid=IwAR3mKW7e899PZSAXAArer4JFKV9muFV92jh9GgHEOgyheL9jC0CTBiDG8Uo