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Piccole storie

Scritto da Super User. Postato in Storie di Invisibili

L. Giardina

Sono seduta ad un bar, sto mangiando il mio gelato e poi si siede lui, con una camicia gualcita, sicuramente stirata da nessuno, un gilettino di quelli che usava per andare a caccia, un cellulare con i numeri di telefono (sicuramente dei figli) scritti su un pezzo di carta incollato sul retro dello schermo.

Alza la mano facendo un cenno al cameriere, che lo ignora la prima volta, poi anche la seconda. Fa cenno anche ad un altro cameriere che però questa volta si avvicina chiedendogli se avesse bisogno di qualcosa. Dopo un paio di minuti gli porta una brioches piena di gelato alla nocciola, con panna ovviamente, e lui inizia a mangiare, solo, in un tavolino più laterale possibile, per non essere troppo al centro dell'attenzione, con altre tre sedie, avrebbe potuto scegliere un tavolo a due, ma forse aspettava qualcuno.

Poi prende il cellulare e fa una chiamata, ovviamente in vivavoce, oppure non sarebbe un anziano signore che si rispetti.

"Ciao nonno!"

Una voce maschile dall'altro lato del cellulare.

"Ciao vita mia, come stai?"
"Bene nonno, tu?"
"Lo sai, non mi lamento mai! Gli altri come stanno?"
"Nonno ti richiamo dopo che per adesso non posso parlare, un bacio nonno!"

"Ah va bene, ciao ciao"

Chiude il cellulare, lo lascia sul tavolino, finisce il gelato e aspetta.

Aspetta.
Aspetta.

Ovviamente non ha ricevuto nessuna chiamata in nessun "Dopo".

Se dovessi ritrovarlo seduto al bar, qualche sera, mi ci siederò accanto. Magari mi farò chiamare "Nipote" ed io lo chiamerò "Nonno", per il semplice fatto che se il mio fosse ancora qui con me, di certo prenderei come scusa 1000 gelati, pur di passare del tempo con lui. Pur di potergli parlare ancora.

Tutti i nonni sono nonni, e non solo dei propri nipoti. Sono nonni del mondo.

 

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