Il silenzio intorno

 

Una storia vera in cui l'handicap non è raccontato dal punto di vista scientifico, bensì umano, volutamente non specialistico, doverosamente accessibile a tutti, con ricchezza di riscontri oggettivi.

Un libro che invita a far riflettere coloro che sentono forte il bisogno di misurarsi concretamente con i temi della solidarietà, del rispetto della diversità, del vero amore per il prossimo.

 

 

 

 


Il libro è l’autobiografia di un professore di scuola media superiore, nato nel 1949 a Catanzaro, laureatosi in scienze politiche a Roma e stabilitosi poi a Torino.

Il libro inizia in modo godibile e accattivante, col racconto delle  marachelle dei ragazzini che fumavano le prime sigarette e marinavano la scuola ritrovandosi al locale cinema che offriva pellicole vecchie e usurate a studentelli squattrinati, dell’accesso all’università, prima negato a chi non aveva fatto il nobile liceo, poi reso possibile da leggi meno restrittive e di tante altre cose che fanno parte dei ricordi di tante persone a lui coetanee. 

Ad un certo punto però il focus del racconto diventa il figlio Gabriele, primogenito, desiderato e amato, ma che presenta, agli occhi sofferenti del padre, uno sviluppo totalmente anomalo rispetto ai coetanei

“Quando al pomeriggio andavo a prenderlo, lo trovavo- di solito- solo, confinato in un angolo anonimo, lontano dal centro della stanza dove stavano i suoi compagni, con i loro giochi e i loro sorrisi”

La speranza che le cose si risolvano da sole con la crescita si rivela illusoria e, alle elementari, il padre percepisce con lucidità l’esigenza che il figlio debba avere un’insegnante di sostegno. E già questo segna l’inizio del conflitto con la madre, che non si vuole arrendere alla triste evidenza. 

Anche il conflitto con la moglie non si risolve col tempo, ma è il primo segno di una  discordia che nasce  dal diverso atteggiamento nei confronti dei gravi problemi del figlio e che porterà prima alla separazione, poi al divorzio.

Anche dopo la separazione il padre continua a cercare di stare il più possibile col figlio, di capire i suoi problemi  e di aiutarlo a trovare le soluzioni che garantiscano la migliore qualità di vita compatibile con la grave disabilità, che presenta  le  tipiche caratteristiche dell’autismo. 

L’autore non cede, come tanti, alla tentazione di edulcorare la realtà, magari sottolineando isole di buone abilità e sottacendo il mare di gravi inabilità.

Racconta una lunga triste storia che arriva fino ai 25 anni di età del figlio nella sua dura realtà, fatta di pochi momenti felici, come quando Gabriele impara a nuotare e prova gusto a farlo insieme al padre, e di molti eventi tragici: la comparsa di crisi epilettiche, la presenza, che si fa sempre più frequente, di crisi comportamentali, in cui Gabriele distrugge le cose, assale chi gli sta vicino, si barrica nella sua stanza rifiutando qualsiasi rapporto con gli altri.

Buona parte del libro è dedicata al Gabriele adolescente e adulto, circondato dall’affetto del padre e della madre, che il padre ammira e apprezza, anche se la convivenza è ormai impossibile ed è stata sostituita dal rapporto con un’altra donna. 

Ma l’affetto e le competenze educative che padre e madre acquisiscono con l’esperienza e lo studio nulla possono nei confronti della gravità della malattia e del vuoto di proposte abilitative esistenti. Già a 17 anni si rende necessario mettere Gabriele in una residenza, che poi verrà abbandonata  per un’altra quando il padre si accorge che non c’è un programma abilitativi specifico, ma che si tratta per lo più di un parcheggio in cui non viene garantito neanche un minimo di igiene e di decoro.

Ogni nuova proposta non mantiene le promesse fatte. Solo alla fine Gabriele ha una nuova sistemazione che conclude il libro e dalla quale ci si attende qualche proposta innovativa  aderente alle esigenze di Gabriele. Sapremo forse nel prossimo libro se finalmente la nuova struttura manterrà o meno le promesse. 

L’interesse del libro sta proprio nel fatto che si tratta della  storia tipica di una persona con autismo raccontata dalla nascita fino all’età adulta mettendo in rilievo sia la natura della disabilità che l’impreparazione dei servizi ad affrontare le esigenze di queste persone nelle diverse età. La descrizione della realtà al naturale di una condizione che affligge tante persone e tante famiglie è il primo passo per iniziare a meditarci  sopra per trovare le soluzioni possibili già ora e per stimolare la ricerca scientifica ad affrontare questo grave problema per dare soluzioni più radicali in un futuro si spera non  lontano. 

 

Daniela Mariani Cerati 

Neuropsichiatra

 

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