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Una settimana contro la poverà: sit-in, convegni e notte senza dimora

Il 17 ottobre si torna a dormire fuori in solidarietà con i Notte dei senza dimora; un presidio davanti a Montecitorio promosso dalla campagna Miseria ladra. Domenica nona edizione della Hunger run. E domani l'Alleanza contro la povertà presenta le sue proposte

13 ottobre, fonte redattoresociale.it

Un italiano su quattro è povero. Secondo i dati Istat, si tratta di circa 16 milioni di persone: di queste, 6 milioni e 20 mila sono in una condizione tale per cui non sono in grado di acquistare beni e servizi per condurre una "vita minimamente accettabile". Dati che fanno da sfondo alla Giornata mondiale per la lotta alla povertà, prevista per venerdì 17 ottobre, che in Italia viene celebrata con diverse iniziative. Dalla Notte dei senza dimora, organizzata in 10 città al presidio davanti a Montecitorio promosso da Gruppo Abele e Libera. Martedì 14 ottobre l'Alleanza contro la povertà in Italia (formata da una trentina tra associazioni, fondazioni, cooperative sociali e sindacati),organizza a Roma presso il Cnel un incontro con un rappresentante del governo. "Vogliamo ricordare al governo che occorre reperire risorse a favore di quegli italiani che vivono in una condizione di povertà assoluta", spiega Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli. Durante l'incontro sarà presentato il progetto del Reddito di inclusione sociale, curato da Cristiano Gori, ed è previsto anche un intervento del sociologo Mauro Magatti. 

L'iniziativa del Gruppo Abele e di Libera si inserisce nell'ambito della campagna Miseria Ladra, alla quale aderiscono diverse associazioni. Il sit-in davanti a Montecitorio sarà dalle 10 alle 18 di venerdì 17 ottobre: durante la giornata sono previsti interventi dei rappresentanti delle realtà del sociale e del volontariato. Ci sarà anche una staffetta podistica nelle strade intorno al Parlamento. E contro la povertà si corre anche domenica 19 ottobre, con la nona edizione della Hunger Run, la corsa annuale competitiva di 10km e la corsa/passeggiata non competitiva di 5 km. Si parte alle 10 (ritrovo alle 8) dalle Terme di Caracalla. L'iniziativa è organizzata dal Gruppo sportivo bancari romani a nome dell’Organizzazione delle nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad), il Programma alimentare mondiale (Wfp) e Bioversity international.

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Nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato

 13 Ottobre, fonte superando.it, Franco Bomprezzi

Non ho argomenti né competenza. Solo gli strumenti normali di chi è abituato da anni ad osservare l’andamento delle notizie relative a epidemie, a malattie devastanti e contagiose, a vecchi e nuovi incubi globali.

Resto colpito, quasi annichilito, dal cinismo con il quale negli ultimi giorni viene veicolata, in modo crescente, l’informazione sulla diffusione in Occidente del virus Ebola. L’unica preoccupazione sembra essere quella di scongiurare il contagio qui, nei Paesi evoluti e vaccinati, ricchi e istruiti. Il tema è come isolare, come bloccare, come evitare il contagio. I singoli casi vengono trattati con cauto allarmismo, un mix orribile di detto e non detto. Poi lo stacco, ogni tanto, sulle immagini che testimoniano il vero dramma, quello che si consuma laggiù, nei Paesi dove si muore a migliaia, non a singole unità.
Ho anche la sensazione, non suffragata da prove, che la comunità scientifica e le grandi imprese del farmaco si stiano muovendo con un ritardo colossale, e solo nel momento in cui la paura comincia a farsi largo qui in Occidente, dagli USA alla Germania all’Italia.

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Disabilità mentale e intellettiva, stop alla pena di morte!

fonte superando.it

C’è in corso un appello per salvare la vita del settantottenne giapponese Hakamada Iwao, persona con gravi problemi di salute mentale, che da ben quarantacinque anni è nel braccio della morte

In occasione della XII Giornata Mondiale contro la Pena di Morte – che è proprio oggi, 10 ottobre -, l’organizzazione per i diritti umani Amnesty International denuncia il grave fatto che numerosi Stati continuano a mettere a morte persone con disabilità mentale e intellettiva, in evidente violazione degli standard internazionali.
In tal senso, la stessa Amnesty ha documentato casi di persone con tali forme di disabilità, condannate o già messe a morte in Stati quali il Pakistan, ma anche nel Giappone e negli Stati Uniti, Paesi in cui, se non verranno riformati i sistemi di giustizia penale, molte altre persone rischieranno l’esecuzione.

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Allarme Save The Children. Sono 6,3 milioni i bambini che muoiono ogni anno

10 Ottobre, Fonte www.articolotre.com 

Ogni anno sono 6,3 milioni i bambini sotto i 5 anni che muoiono, di questi 2,8 milioni sono neonati. Perdono la vita a causa di malaria, polmonite, diarrea e la malnutrizione resta la prima concausa, poiché indebolisce il fisico dei bambini rendendoli più vulnerabili a infezioni.

Questo è il drammatico quadro che emerge dal nuovo rapporto Save The Children, dal titolo: "Nati per morire. Indice di rischio mortalità mamma-bambino" sull'impatto delle condizioni di vita e salute delle mamme e sulla mortalità infantile in 178 Paesi del mondo.

Il rapporto viene presentato nell'ambito  del lancio della campagna "Everyone" per dire basta alla mortalità infantile

Ad aggiudicarsi il triste primato di Paese con la più alta mortalità infantile, laSomalia, con 180 bambini morti ogni 1.000 nati. All'ultimo posto per mortalità, ovvero al primo per benessere, si piazza invece la Danimarca dove il tasso di mortalità precipita vertiginosamente a 3,7. L'Italia si posiziona a metà, nella zona "verde" dell'indice.

Uno dei fattori di rischio per il bambino è la giovane età della madre. Infatti su oltre 7 milioni di adolescenti (tra i 15 e 19 anni) che ogni anno diventano mamme, 70mila perdono la vita mentre partoriscono. Causa di decessi sono anche la malnutrizione materna, che può incidere sullo sviluppo fisico e cognitivo del bambino, e il mancato accesso alle cure della partoriente. 
In Ciad, 152 bambini ogni mille nascono da mamme giovanissime e solo il 23% di queste accede a un numero minimo di cure prenatali, mentre in Niger i bambini nati da adolescenti sono più di 200 ogni mille. In alcune aree rurali dell'Etiopia, sono molte le donne che ancora partoriscono da sole e non hanno accesso alle cure.

Contro la mortalità infantile riparte oggi da Piazza del Popolo a Roma, per un mese, il villaggio Every One, un grande spazio in piazza dove quest’anno i visitatori potranno essere operatori Save the Children per un giorno e sperimentare le semplici soluzioni per salvare la vita di milioni di bambini. Per dare un contributo a Save The Children basta mandare un sms al 45508 fino al 2 novembre.

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3 Ottobre, a chi appartengono i morti di Lampedusa

3 ottobre, Ascanio Celestini *

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
Ce lo chiediamo da un anno. Dal 3 ottobre di 365 giorni fa.
Ce lo chiediamo assistendo, qui nell’isola in questi giorni, ad un dibattito che si snoda tra la rete e i giornali, la Tv e la radio, tra bar e panchine, spiagge assolate e cocktail all’happy hour, tra forum e spettacoli teatrali, musica e buffet, eventi e controeventi, manifestazioni di sdegno e contromanifestazioni d’impegno.

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
A quelli che rendono la vita impossibile ai parenti delle donne e degli uomini che non hanno alternative e devono lasciare il loro paese? Si chiamano multinazionali. Hanno eserciti di miliziani mercenari e il cervello occupato per metà dalla finanza internazionale e per metà dal traffico di armi e di organi.

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
Sono nei registri delle istituzioni nazionali e sovranazionali la cui lentezza e miopia traduce i morti in numeri senza corpo? Quei morti affondati o galleggianti sono nella testa dei cittadini benestanti dell’occidente che difendono i propri piccoli privilegi dietro allo spettro della crisi? Non sanno che la retorica del “non riesco ad arrivare alla fine del mese” è condita da acqua potabile, doccia calda e un tetto sulla testa? Non hanno capito che i veri poveri vivono senza tetto né legge, che per loro l’acqua potabile è una fontana a venti chilometri di distanza e i diritti un miraggio oltre il deserto e il mare?

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
Sono copyright degli intellettuali che traducono il dolore in letteratura? Diritti d’autore per quelli che dicono “bello!” indicando il relitto di un barcone?

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
Ai sempre-duri e sempre-puri, professionisti dell’indignazione che si oppongono a tutti e hanno le mani pulite perché se le tengono in tasca?
Oppure sono carne e sangue consacrata al Dio con l’occhio nel triangolo.
Oppure a quell’altro della mezzaluna. Da queste parti si chiamano “turchi” quelli che vengono dal sud del mare.

Ieri è passato Erri De Luca da quest’isola dove seimila teste esprimono centomila opinioni. Voleva andarsene da solo in mezzo a quel mare nel quale sono morti tanti concittadini stranieri senza nome e ci ha chiesto di far sentire le parole che aveva voglia di dire.
Ha buttato un mucchio di sale affinché la ferita non si rimarginasse.

A chi appartengono i morti di Lampedusa?
Lo diceva il suo conterraneo Totò  

Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie… appartenimmo à morte!”
 
* Attore, autore

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