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"Io, bambina nell'abisso di Auschwitz Ora il terrorismo religioso minaccia tutti"

27 Gennaio, fonte repubblica.it

Questo, di Auschwitz, lo ricorda benissimo. Un monito sussurrato da una donna che si occupava della loro baracca dei bambini: "Ascoltatemi bene. Se vi radunano tutti insieme in fila e vi dicono: chi vuole rivedere la mamma faccia un passo avanti, te e tua sorella non vi dovete muovere. Ricordatevelo". Lo dicemmo subito anche a nostro cugino Sergio, ma lui non ci diede ascolto e, quando fu il momento, fece quel passo. Non l'ho mai più rivisto. Si seppe poi che fu usato come cavia per gli atroci esperimenti di Mengele e il suo corpo debilitato e scheletrico fu ritrovato appeso a un gancio da macellaio nel sotterraneo di una scuola di Amburgo".

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Disabili in Campania, cosa dovrebbe accadere in un paese normale

20 Gennaio, fonte ilfattoquotidiano.it, Toni Nocchetti

In un paese normale.

In un paese normale non dovrebbe accadere che 1530 disabili mentali maggiorenni vengano messi alla porta dalle strutture che fino a ieri li accoglievano.

In un paese normale se, come più volte l’unione europea ricorda, i livelli essenziali di assistenza non vengono rispettati, la politica dovrebbe correre ai ripari.

In un paese normale la potestà legislativa delle Regioni dovrebbe saldare un rapporto di vicinanza delle amministrazioni con i cittadini più deboli.

In un paese normale si dovrebbe discutere come aumentare la qualità dell’assistenza ai disabili e non come azzerarla.

In un paese normale si dovrebbe garantire alle famiglie dei disabili una dignitosa assistenza domiciliare e non una, talvolta, lurida assistenza in centri indecorosi.

In un paese normale i politici dovrebbero fare ispezioni, visite a sorpresa nei luoghi deputati all’accoglienza delle persone in difficoltà invece che girare negli stadi o nei teatri.

In un paese normale quando, come accadrà in Campania dal prossimo 1 febbraio, 1530 giovani e adulti disabili mentali spesso inconsapevoli, non troveranno più spazio nei semi convitti tutti dovrebbero indignarsi.

Tutti dovrebbero indignarsi: gli intellettuali, i giornalisti, gli artisti, gli sportivi, gli insegnanti, gli operai, i ragionieri, i vigili del fuoco, i preti, le suore ecc. ecc.

Tutti dovrebbero indignarsi e qualcuno vergognarsi.

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Parigi. E ora?

11 gennaio, di Gianfranco Vitale

Può sembrare strano ma una delle richieste più frequenti che mi sono pervenute nelle ultime ore è scrivere una nota sui fatti accaduti a Parigi. Dico "può sembrare strano" perché, in realtà, molti sanno che io non amo parlare o scrivere ventiquattr'ore al giorno di autismo, né ho particolare simpatia e ammirazione verso quanti, per questo, ritengono (quasi) bello votarsi al martirio.

D'altra parte il sito non è, per mia scelta, monotematico e spesso ha ospitato, e continuerà a farlo, argomenti di diversa natura e ispirazione. Detto questo non ho difficoltà ad esprimere, anche qui, la mia opinione, pur sapendo che la lettura che io do dei fatti avvenuti in Francia è molto diversa da quella che hanno dato quasi tutti i mass media nazionali e internazionali.

Partiamo da una premessa fondamentale: la condanna, che condivido appieno, di ogni forma di terrorismo. Nulla può giustificare il ricorso alla violenza e al terrore che attentano a vite innocenti. Dove il mio pensiero diverge profondamente "dall'informazione" ufficiale è sull'idea di attacco, che ci sarebbe stato, alla libertà di stampa. A mio parere, infatti, quest'ultima non può mai spingersi fino al dileggio di alcuni valori fondamentali, in primis quelli che attengono alla sfera religiosa di ciascuna persona.

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Campania, cosa ne sarà dei disabili ‘messi alla porta’ dal piano sanitario di Caldoro?

8 Gennaio, Toni Nocchetti (Presidente associazione 'Tutti a scuola onlus', medico)

Michele da oltre 13 anni si alza dal letto allo stessa ora tutti i giorni della settimana e, dopo essere stato aiutato dai suoi genitori a vestirsi ed a fare colazione, si affaccia alla finestra ed aspetta impaziente che l’autobus del centro venga a prenderlo.

Laura ha quasi 40 anni e per nessun motivo rinuncerebbe al suo mondo, ai suoi amici, agli operatori ed ai medici che conosce ed ai quali vuole bene come solo un disabile “sa” volere bene.

Michele e Laura sono due disabili mentali coetanei del nostro presidente Renzi e leggermente più giovani del presidente della regione Campania Caldoro. Di loro e di altri 1528 disabili accolti nelle strutture della Campania in regime di semiresidenzialità dall’1 febbraio, la Regione ha deciso che sarà meglio non occuparsi più. Infatti assicurandosi un risparmio di 42 milioni di euro/anno la regione Campania ha stabilito (decreto 108 del 10/10/2014) di mandare a casa 1530 disabili mentali.

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