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Non tagliate sui disabili

25 Aprile, fonte L'Espresso 

LETTERE E RISPOSTE

Cara Rossini, 
sono il padre di un ragazzo gravemente disabile e apprendo con preoccupazione che il Documento economico e finanziario (Def) appena approvato dal governo prevede “la razionalizzazione” della spesa per le invalidità. Si spera che Renzi non faccia proprie le proposte dell'on. Gutgeld, nuovo commissario per la spending review, che ha più volte dichiarato che si potrebbero eliminare le indennità di accompagnamento in cambio di maggiori servizi. Ritengo che si debbano eliminare sprechi e privilegi in ogni settore, ma si debba evitare di accanirsi ancora sulle persone effettivamente più deboli. 
Bisognerebbe prevedere invece un piano che consenta di offrire loro servizi aggiuntivi e non sostitutivi delle indennità, di aumentare le risorse per la ricerca biomedica, di favorire l’inserimento al lavoro e di eliminare gli ostacoli e le barriere che impediscono a queste persone di condurre una vita autonoma e dignitosa, come prevede anche la Costituzione Italiana e la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Vincenzo Gallo

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Caro Gallo, lei ci scrive spesso su questo argomento e sempre coglie per tempo una tendenza o una tentazione. Questa volta la tentazione è quella di risparmiare su quei pur minimi contributi concessi a chi è fragile, a chi è molto vecchio e a tutti coloro che hanno bisogno dell'aiuto di qualcuno nella quotidianità. Si può capire che un governo di giovani e belli sia poco sensibile a queste tematiche, ma quello che è insopportabile è l'ennesimo gioco delle tre carte: si dice che si toglierebbero le indennità per offrire maggiori servizi, quando sono già noti i tagli alle Regioni, che quindi dovranno risparmiare ancora sulla spesa sociale e sanitaria. Il tutto viene giustificato con la lotta agli sprechi, giusta e sacrosanta se non servisse a rendere più appetibile l'annuncio del giorno. Il piano che lei propone è un ottimo manifesto di moderno welfare. Adatto però a un governo di sinistra.

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“Sfratto criminale”, rischia di finire in strada una donna senegalese col figlio disabile

22 Aprile, fonte redattoresociale.it

L’ufficiale giudiziario si è presentato in casa loro già tre volte, impugnando lo sfratto esecutivo. Ora, il 16 maggio, potrebbero trovarsi in mezzo alla strada, cacciati dalla casa in cui vivono dal 1999. F. viene dal Senegal e ha quattro figli, uno dei quali con grave disabilità: l'unico che ancora vive insieme a lei, visto che gli altri sono tornati tutti in Senegal. La casa è poco più di un magazzino nel cuore del Pigneto: 35 mq, senza riscaldamento, ma al piano terra e proprio di fronte alla scuola frequentata dal figlio. Condizioni troppo favorevoli perché ci possa rinunciare. Anche se 560 euro di canone mensile non sono affatto pochi, per quel che viene offerto in cambio. Eppure, ora, F. rischia seriamente di doversene andare: il suo contratto di affitto scade il prossimo anno, ma a maggio del 2014, a causa di difficoltà economiche, ha interrotto i pagamenti. Solo per qualche mese, visto che già a settembre proponeva al proprietario di saldare la metà del debito: mille euro, rateizzando il resto. Ma il proprietario non ha accettato: “tutto subito, o ti mando via”. Senza alcun riguardo per la donna, che per buona parte dell’anno vive da sola col figlio, mentre il marito trascorre molti mesi in Senegal. 

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Storie di immigrazione, quando eravamo noi italiani a imbarcarci sulle carrette della morte

fonte caffeinamagazine.it

L'Italia si mostra sempre più esposta all'emergenza profughi, e negli ultimi anni ha registrato un vero e proprio nelle richieste di asilo: nel 2014 sono aumentate del 142,8%, mentre dall’inizio del 2015 i migranti sbarcati sul suolo italiani sono stati 23.556. Secondo Fortress Europe, osservatorio sulle vittime dell'immigrazione, tra il 1988 e il 2008 almeno 12.012 persone hanno perso la vita tentando di raggiungere clandestinamente il Vecchio Continente, mentre nel solo Canale di Sicilia i morti sono stati 2.511. l naufragio del barcone libico, che trasportava 700 migranti (secondo la testimonianza di un superstite le persone a bordo erano 950), e che ha lasciato in mare una scia di morte e dolore, riporta alla memoria la storia degli emigrati italiani del secolo scorso. Che oggi come allora si imbarcavano sulle carrette per raggiungere l’America. Nei quarant'anni dell'emigrazione di massa, 7 milioni e 600mila italiani attraversarono l'Atlantico diretti inizialmente in Argentina e poi anche in Brasile e Stati Uniti. Gli italiani viaggiavano in condizioni disperate sui cosiddetti ‘’vascelli della morte’’. Piroscafi in disarmo, con una media di 23 anni di navigazione, che trasportavano fino a 1000 persone. A causa delle condizioni igienico-sanitarie, molte persona morivano durante la traversata, trasformando le barche in vascelli fantasma.

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Come capire questo mondo storto?

2 Aprile, fonte superando.it  Lucia Manna *

«Vorrei essere nato al contrario per poter capire questo mondo storto» (Jim Morrison): certo che Jim Morrison non aveva tutti i torti; infatti, il mondo va spesso al contrario di come dovrebbe essere e per cercare di capire dovremmo andare anche noi storti!
Fra le cose, poi, che tendono spesso ad andare al contrario, vi sono quelle prodotte da chi non guarda al di là del proprio mondo e difficilmente si pone realmente un problema che riguarda i cittadini, soprattutto i cittadini più deboli, che non hanno armi per difendersi, o che comunque le armi che possiedono, chissà perché, non feriscono nessuno…

Della cosiddetta “Legge Delrio” (Legge 56/14Disposizioni sulle Città Metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni), in molti avranno sentito parlare, ma chissà se sono così noti anche i problemi che essa sta causando ai ragazzi con disabilità i quali hanno, come tutti, il diritto di andare a scuola e di costruirsi un futuro. Quella norma, infatti, ridisegna confini e competenze dell’Amministrazione Locale, superando dunque – nell’àmbito di cui parliamo – il Decreto Legislativo 112/98, che all’articolo 139, comma 1 c, aveva conferito alle Province l’incarico di garantire assistenti educativi e della comunicazione (AEC). Il supporto di queste figure risulta essenziale in caso di alunni sordi, non vedenti, ipovedenti o con pluriminorazioni, e il loro ruolo è espressamente previsto dalla Legge Quadro 104/92. Inoltre, sempre le Province dovevano assicurare in maniera del tutto gratuita il trasporto scolastico ai ragazzi con disabilità nelle scuole superiori.

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VOLO LISBONA - DUSSELDORF : DI CHI E' LA COLPA?

di Rosa Mauro

Questa non è una cronaca della tragedia del volo da Lisbona a Dusseldorf.

Cronache su questo, in giro ce ne sono abbastanza, quella che io voglio fornire è una opinione, basata su quello che ho visto e sentito dai media.. E sopratutto su quello che NON ho visto e sentito.
Quello che ho visto, e sentito, è la rivisitazione della famosa caccia al mostro, con brevi incursioni nel concorso di colpa.
Il mostro è John Lubitz, copilota, che avrebbe fatto cadere “volontariamente” l’aereo, portandolo a schiantarsi tra le montagne.
Fin dalle prime ore, e nonostante si ipotizzasse da subito una patologia psichiatrica, il modus agendi di tutti, dalla polizia ai giornalisti, è stato quello che si usa contro i grandi criminali: perquisizioni a tappeto, in casa sua e dei suoi genitori, e interrogatori più o meno chiarificatori con ex fidanzate ed amici.
Esaminiamo questa prima contraddizione: o ipotizzi che Lubitz fosse malato oppure no, e se era malato, non perquisisci casa sua come se fosse un mostro seriale.
Il primo dubbio, la prima domanda non posta, da alcuno a quel che ne so: ti saresti comportato così se a Lubitz fosse venuto un’aneurisma?

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