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Categorie protette e collocamento mirato: come funziona la normativa sull’inserimento lavorativo per persone disabili

Disabili.com     Alessandra Babetto

Quanti disabili deve assumere un’azienda? Nel privato e nel pubblico funziona allo stesso modo? Come ci si iscrive alle liste speciali delle categorie protette? In attesa della riforma promessa dalla Ministra Stefani facciamo il punto della situazione.

L’inserimento lavorativo delle persone disabili è regolamentato in Italia dalla Legge n. 68 del 23 marzo 1999 che, già dal primissimo comma, dichiara il proprio intento di promozione dell'inserimento e della integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.

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Fac-simile per accesso RSA

Pubblico, da Telegram, l'aggiornamento del Fac-simile predisposto dalla Fondazione Promozione Sociale per richiedere l'accesso ai visitatori nelle RSA e per chiedere alle ASL la verifica dei comportamenti delle strutture. In tante RSA sono ospitate persone autistiche e io credo anche che lo stesso modello possa essere usato nelle RSD.

In tempi di vergognose chiusure di RSA e RSD è quanto mai urgente RIBELLARSI.

Per scaricare il fac-simile cliccare qui

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Inaccettabile quel Messaggio dell’INPS che tocca gli assegni di invalidità

superando.it

«Ancora una volta si gettano nello sconforto le persone con disabilità e le loro famiglie, che sono state tra le più colpite in questi due anni di pandemia»: lo dichiara in una nota Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), di fronte al recente Messaggio n. 3495 prodotto dall’INPS, riguardante l’erogazione dell’assegno mensile per gli invalidi civili parziali.
Si parla, va ricordato, di quell’assegno erogato in tredici rate mensili a persone di età tra i 18 e i 67 anni, con invalidità riconosciuta tra il 74% e il 99%, che non svolgano attività lavorativa (per il 2021 l’importo mensile è di 287,09 euro e il limite di reddito personale di 4.931,29 euro).
«Quel messaggio prodotto dall’INPS – come aveva spiegato in un approfondimento il Centro Studi Giuridici HandyLex 

Ora invece l’INPS, sulla scorta della giurisprudenza formatasi in materia, ritiene che lo svolgimento dell’attività lavorativa, a prescindere dalla misura del reddito ricavato, precluda il diritto al beneficio. L’assegno mensile di assistenza previsto dall’articolo 13 della Legge 118/71 sarà pertanto liquidato, fermi restando tutti gli altri requisiti previsti dalla legge, solo nel caso in cui risulti l’effettiva inattività lavorativa del soggetto beneficiario».

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I disabili in trappola, vergogna da sanare

fonte https://www.ecodibergamo.it/

«Un mondo che rimane invisibile nell'immaginario collettivo e nel linguaggio comune». Lo sostiene il Censis, l'autorevole Centro studi investimenti sociali nato nel 1964 per monitorare le condizioni del nostro Paese. Il riferimento è alle persone con disabilità, che dall'invisibilità escono solo in casi eccezionali. Come quello di Bologna raccontato da un quotidiano nazionale: Emo Gruppioni, 83 anni, colpito da ictus e dalla disabilità motoria, da 15 anni non può uscire di casa perché priva dell'ascensore. L'assemblea condominiale aveva votato a favore dell'opera (tanto più perché sarebbe gratuita, grazie al bonus 110%) ma un vicino ha impugnato la delibera sollevando obiezioni statiche. «Evidentemente valgo troppo poco. I nostri vicini non hanno umanità» dice Emo.

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Ruolo “sanitario” degli Oss? Le preoccupazioni di una caregiver

Sara Bonanno ha un figlio con grave disabilità che necessita di assistenza specialistica: “E' evidente che queste figure saranno utilizzate in sostituzione di competenze e professionalità nelle Rsa e nelle nostre case, destinate a persone che oltre la malattia hanno anche una disabilità. Si risparmia su chi è più fragile, lo scopo è ottimizzare. Mio figlio sarà nelle mani di chi ha fatto un corso regionale di qualche mese”

Sara e Simone in giardino

Si parla di integrazione socio-sanitaria, ma “l'obiettivo vero di questa misura è ottimizzare le risorse: gli Oss sostituiranno gli infermieri specializzati e i nostri figli saranno nelle mani di persone non adeguatamente preparate e capaci di assisterli”: così Sara Bonanno, una passato da assistente sociale presso le Asl e adesso una vita interamente spesa per assistere suo figlio Simone, manifesta tutta la propria preoccupazione per la novità contenuta nell'articolo 34 del decreto Sostegni bis, che riconosce la collocazione in ambito sanitario delle figure di Oss e assistente sociale. Preoccupazioni che già aveva espresso quando, nei mesi scorsi, per sopperire alla carenza di personale sanitario, alcune regioni avevano disposto il riconoscimento degli Oss come infermieri, tramite brevi corsi dedicati.

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