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Mamme “separate per forza” dai loro figli: quando la disabilità divide

9 Maggio, fonte redattoresociale.it

“Caregiver” per eccellenza, pronta a sacrificare tutto per tener testa ai problemi che la disabilità, soprattutto quando è grave, impone ogni giorno; sempre in prima linea nelle battaglie per il riconoscimento dei diritti e della dignità del figlio o della figlia disabile: è la mamma, che oggi si celebra e si festeggia. E tante sono le storie di mamme che dedicano ogni giorno e ogni momento della propria vita alla cura e all’assistenza di figli che in tutto e per tutto hanno bisogno di loro, da grandi come da piccoli, fino alla fine. 

 

A volte, però, la disabilità divide. La simbiosi si spezza ed è sempre un trauma.In certi casi, è la legge che separa, perché reputa la mamma “inadeguata”. In altri è la potenza della malattia e del dolore, che travolge perfino quell’amore incondizionato, costringendo madre e figlio a separarsi, per salvare se stessi e salvarsi a vicenda. Nell’ultimo anno, SuperAbile ha incontrato almeno di tre di queste mamme “separate per forza” dai loro figli: la prima è Cristiana, sopraffatta ormai dal suo “gigante buono”, che in rete ha lanciato un appello disperato e solo grazie a quello è riuscita a trovare la soluzione che, in quel momento, era l’unica possibile: dividersi da Andrea, per riprendere le forze. La seconda è S., a cui la legge ha tolto il figlio A., al quale non aveva somministrato le terapie (peraltro discusse e controverse) prescritte dalla Asl. La terza è Laura, mamma di Francesca, che qualche giorno fa si è vista portar via con la forza sua figlia, ormai più che maggiorenne, trasferita contro la propria volontà in una casa famiglia. Sono tre storie ancora tutte aperte, che oggi vogliamo rilanciare, con i  dovuti aggiornamenti, nel giorno in cui si festeggia in tutta Italia l’amore e la dedizione delle mamme.

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Scuola sul piede di guerra per il DDL La Buona Scuola: cosa prevede per il sostegno?

8 Maggio, fonte disabili.com

Lo scorso 5 maggio circa l'80% dei docenti ha scioperato contro il DDL in discussione alla Camera

In queste settimane abbiamo assistito a diverse iniziative avviate dai lavoratori della scuola per manifestare dissenso verso il Disegno di Legge (DDL) n. 2994, meglio conosciuto come La Buona Scuola, rispetto a cui il governo aveva avviato nei mesi scorsi una consultazione popolare.

Le ragioni del disaccordo sono molteplici e non possono essere analizzate in questa sede. Il nodo centrale dell'opposizione, però, si è concentrato sulla nuove modalità previste per il reclutamento e l'assunzione in servizio dei docenti, nonché sul relativo e massiccio rafforzamento di potere assegnato ai Dirigenti Scolastici (DS). In questi giorni, dunque, leggiamo sui giornali i pareri fortemente discordanti dei sostenitori del DDL, i quali hanno affermato a più riprese che esso non è stato capito e che i docenti hanno timore della valutazione e di chi invece lo avversa, ravvisando i rischi legati all'esclusivo potere concentrato nella mani di un dirigente.

 Il DDL prevede infatti che i DS abbiano il potere di formare la propria squadra, su modello aziendale, in relazione alla produttività dei docenti. Ogni tre anni, dunque, gli insegnanti verrebbero scelti all'interno di albi territoriali e potrebbero non essere confermati nella stessa sede. La discrezionalità di questa scelta si concentrerebbe nella figura dei capi d'istituto. La finalità, evidentemente, è la funzionalità della scuola, il suo successo. I timori, però, sono tanti: c'è chi teme la possibilità di clientelismi, chi si chiede che fine farà la continuità didattica, chi vede sfumare l'oggettività del proprio percorso formativo in favore di un mercato legato esclusivamente al volere di un dirigente. Non manca lo sconforto di chi percepisce questa eventualità come frustrante e mortificante. La dibattito serrato, perciò, continua e, al momento, non emergono margini di concertazione delle posizioni.

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Giorni rubati

270 milioni di infortuni all’anno, 2.2 milioni di morti, 160 milioni di lavoratori affetti da malattie legate al lavoro (dati ILO): sono questi i termini di una sfida globale che richiede un impegno globale fondato sulle buone pratiche, sull’informazione e sulla condivisione di una cultura della sicurezza e della prevenzione. Questi sono i temi affrontati oggi da un convegno internazionale organizzato a Torino dal Centro di Formazione dell’ILO, Organizzazione Internazionale del Lavoro, ovvero l’agenzia ONU che ha il compito di promuovere condizioni di lavoro dignitoso nel mondo. Una sfida che accomuna paesi industrializzati e non, il cui costo sociale in termini di vite umane ma anche in termini economici è inestimabile. Un problema che richiede una conoscenza approfondita ed una ricerca costante fondata sulle buone pratiche in materia.

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fonte TG3 Piemonte

Lo speciale di RAI3 Persone (del giornalista Paolo Piras) intitolato "La morte grigia" su Giammarco Mereu e lo spettacolo teatrale sugli infortuni sul lavoro "Giorni rubati" di Rossolevante.

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Vita indipendente e disabilita’: quanto siamo lontani dai diritti di base?

6 Maggio, fonte disabili.com

(…) Il diritto di tutte le persone con disabilità a vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone, e adottando misure efficaci ed adeguate al fine di facilitare il pieno godimento da parte delle persone con disabilità di tale diritto e la loro piena integrazione e partecipazione nella società, anche assicurando che:

(a) le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione
(b) le persone con disabilità abbiano accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione;
(c) i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni è sancito dall’articolo 19 della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.  


Nella nostra realtà italiana, quello a una piena determinazione del dove, come e con chi vivere, da parte di una persona con disabilità, è ancora un obiettivo parecchio lontano. 
Su questo fronte, il movimento che promuove e sostiene la Vita indipendente, sottolinea in particolare la necessità di staccarsi dall’idea di disabile come persona da “sistemare” con una presa in carico e cura attraverso interventi assistenziali in servizi residenziali. Tuttavia, come dichiara l’European Network Independent Living,Vita Indipendente non significa che vogliamo fare tutto da soli e che non abbiamo bisogno di nessuno o che vogliamo vivere in isolamento. Vogliamo vivere come, dove e con chi si vuole, frequentare le stesse scuole del quartiere, usare gli stessi autobus che usano i nostri vicini di casa, fare lavori che sono in linea con la nostra formazione e con i nostri interessi. Vogliamo essere protagonisti nel vivere la vita.” Il concetto, in sostanza, è quello del Nulla su di noi, senza di noi

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Non si può far cassa contro i diritti delle persone

27 Aprile, fonte superando.it, Antonio Giuseppe Malafarina

Ombra di uomo in carrozzina su sfondo biancoCecco Angiolieri (1260-1312): «S’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei? A tutti mozzarei lo capo a tondo». Settecento anni e ho sentore che il desiderio di “annientare il suddito”, di prendersi gioco di lui, sia ben vivo nell’indole umana.
La questione del nuovo ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente] puzza, e non posso scrivere odora, perché l’olezzo mi arriva intenso e ripugnante. Quando viene varato un provvedimento e questo non solo va contro gli interessi della collettività, ma viene riconosciuto illegittimo e lo Stato pensa di fare ricorso, l’atmosfera che si crea è lugubre. Sa di uno Stato che si accanisce contro chi lo compone e questo è indice della decomposizione dei princìpi fondamentali dello Stato di diritto, che nasce proprio per difendere i suoi membri.

L’ISEE è l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, vale a dire il meccanismo che serve a individuare qual è il reddito effettivo di un individuo, considerato nel suo nucleo familiare, per accedere a condizioni agevolate ad alcune prestazioni sociali, contribuendo più o meno a pagare per i servizi che riceve.

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