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Chi non rispetta la Convenzione ONU viola una Legge dello Stato

superando.it

Quale differenza c’è tra sottoscrivere e ratificare una Convenzione dell’ONU? E ancor prima, che cos’è esattamente una Convenzione dell’ONU sui Diritti Umani? A quattordici anni dall’adozione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità e a undici dalla ratifica di essa da parte dell’Italia, riproponiamo una serie di elementi fondamentali, per capire ad esempio perché gli Stati Uniti, che hanno sottoscritto ma non ratificato il Trattato, non sono legalmente vincolati a rispettarne gli obblighi, mentre nel nostro Paese chi non li rispetta viola una Legge dello Stato

25 agosto 2006: approvazione alle Nazioni Unite della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

Una Lettrice ci ha scritto in redazione, segnalando che dagli elenchi degli Stati che hanno ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, da noi periodicamente aggiornati, risultano mancanti gli Stati Uniti, nonostante il 30 luglio 2009 gli USA abbiano sottoscritto tale Trattato durante l’Amministrazione Obama.
Abbiamo quindi spiegato alla Lettrice stessa la differenza tra ratifica e sottoscrizione, sentendoci giustamente sollecitati ad esporla a tutti i Lettori, alla luce anche dei molti anni ormai passati dalla definizione della Convenzione, processo che tra il 2005 e il 2009 il nostro giornale seguì passo dopo passo, anche con varie corrispondenze dirette da New York (si veda nella colonnina a fianco l’elenco dei principali contributi da noi proposti in quegli anni).

Partiamo quindi dai princìpi generali e dalla definizione stessa di Convenzione sui Diritti Umani, qual è appunto quella delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.

Si tratta in sostanza di un accordo internazionale legalmente vincolante tra gli Stati, che definisce alcuni princìpi relativi a un insieme di diritti umani, e stabilisce i parametri di condotta ai quali i Governi si devono attenere per rispettarli.
Nello specifico delle Nazioni Unite, quando queste ultime adottano una Convenzione – tra parentesi è il caso di ricordare che quella sui Diritti delle Persone con Disabilità è stata la prima del nuovo millennio – quest’ultima viene presentata a tutti gli Stati Membri i quali possono sottoscriverla, esprimendo così la propria intenzione di attenervisi. E tuttavia, solo ratificandola gli Stati stessi conferiscono ad essa un carattere legalmente vincolante sul proprio territorio. Vien da sé, quindi, che la sottoscrizione, senza la successiva ratifica, non vincola uno Stato a rispettare gli obblighi enunciati nella Convenzione, pur potendolo obbligare ad astenersi dal compiere atti che possano andare contro le disposizioni contenute tra gli obiettivi e gli scopi del Trattato.
Quest’ultimo è appunto il caso degli Stati Uniti, che hanno sottoscritto la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, senza però ratificarla, così come il Bhutan, il Camerun, il Libano, le Isole Salomone, il Tagikistan e l’Uzbekistan.

Dal canto suo, l’Italia ha sottoscritto il Trattato il 30 marzo 2007, giorno dell’apertura alle firme dei vari Paesi, ratificandolo poi all’inizio del 2009, con la Legge 18/09. Anche qui va da sé che chi non rispetta nel nostro Paese i princìpi della Convenzione, viola appunto una Legge dello Stato.

Altro elemento di utile informazione, la Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, composta da 50 articoli, è corredata da un Protocollo Opzionale costituito da 18 articoli, il cui significato è racchiuso nel primo articolo di esso, ove si dice che «ogni Stato Parte del presente Protocollo  riconosce la competenza del Comitato sui Diritti delle Persone con Disabilità [l’organismo preposto a monitorare l’attuazione della Convenzione nei vari Stati, N.d.R.] a ricevere e ad esaminare comunicazioni presentate da individui o gruppi di individui o in rappresentanza di individui o gruppi di individui soggetti alla sua giurisdizione che pretendano di essere vittime di violazioni delle disposizioni della Convenzione da parte di quello Stato Parte».

Ad oggi, 15 luglio 2020, quattordici anni dopo l’approvazione della Convenzione, sono stati ben 181 (più l’Unione Europea) i Paesi che l’hanno ratificata, come risulta dall’elenco ufficiale prodotto dall’ONU. 98, invece, sono i Paesi che hanno ratificato anche il Protocollo Opzionale. In calce proponiamo entrambi gli elenchi.

Resta da ricordare soltanto, in conclusione, che la ratifica di una Convenzione può avvenire con riserva, quest’ultima da ritenere come una dichiarazione unilaterale fatta da uno Stato, tramite la quale escludere o modificare l’effetto giuridico di alcune disposizioni della Convenzione stessa nella loro applicazione a tale Stato. Prossimamente dedicheremo un approfondimento ad alcune delle riserve più significative espresse da altrettanti Stati. 

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