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Bari, l'odissea di una disabile al concerto di Alessandra Amoroso: "Umiliata"

fonte bari.repubblica.it

Una ragazza sulla sedia a rotelle denuncia il trattamento ricevuto al Palaflorio durante lo spettacolo: "Avevo il biglietto ma non ho visto nulla: quando voi cantanti organizzate i tour pensate anche a noi".

Rossella vuole "vivere a colori ". Non può saltare a ritmo di musica. Non riesce a urlare contro il cielo il nome della sua Alessandra. "Ma voglio andare ai concerti e godere del sacrosanto diritto a divertirmi". Perché la prima cosa che le canzoni insegnano, è come "ravvicinare i sogni lontani". Come riuscire a immaginare il palcoscenico, quando la vista è sbarrata dal pubblico che balla e canta, e tu sei dietro, "dal basso della tua carrozzina". Rossella Lattanzi ci ha provato ad andare a un concerto "normalmente ". Lei, barese di trentacinque anni, non può muovere le gambe e le braccia per la tetraparesi spastica distonica. "Nonostante questo, mi sento fortunata: ho imparato a considerare gli altri diversi da me e non io da loro ".

Rossella l'aspettava da mesi il concerto di Alessandra Amoroso a Bari. Appuntamento il 18 ottobre, al Palaflorio di Japigia. "Ogni numeretto che barravo sul calendario mi avvicinava a lei, e non ero più nella pelle". Insieme a Rossella, l'amica di sempre, Rossana. "Andare a un concerto vuol dire saltare di gioia, liberarmi da ogni pensiero, emozionarmi e piangere di felicità. E poi andavo ad ascoltare proprio lei, la persona che mi ha insegnato a vivere a colori".

Rossella ha difficoltà a parlare. La sua rabbia è affidata a una lunga lettera a Repubblica. "Come per tutti gli altri concerti - scrive - la mia amica mi ha aiutato a comprare il biglietto. Lei non avrebbe pagato, in quanto mia accompagnatrice". Ai tornelli l'inizio dell'incubo, un'attesa durata un'ora e mezza. Con la richiesta del biglietto dell'accompagnatrice. "Davanti a quei tornelli mi sono sentita una ragazza diversa, una diversamente abile, come ci chiama la gente che ci guarda per strada con compassione ".

Da Rossella nessun passo indietro. "Comprare il biglietto avrebbe voluto dire limitare noi disabili, visto che gli accompagnatori non sempre hanno i nostri gusti o possibilità economiche per partecipare agli eventi". A sbloccare la situazione, l'intervento del papà di due ragazze diversabili, a mezz'ora dalla fine del concerto. "Nel palazzetto non c'era neppure la pedana rialzata, che ci permette di guardare il palco dal basso della carrozzina".

In testa solo le parole di Alessandra Amoroso. "Ravviciniamo i nostri sogni, canta lei: il mio sogno è che si ponga fine a ogni barriera architettonica, a ogni ostacolo che ci vincoli nel divertimento ". Rossella lo sa che ora gli organizzatori replicheranno che c'è un protocollo da seguire, che i disabili devono inviare richiesta scritta per avere il posto riservato. "Io non lo sapevo, ma mi rivolgo a ogni artista: sappiate che nelle nostre camerette, nelle associazioni, con i nostri amici, le vostre canzoni sono un raggio di sole e una boccata di libertà. Allora, permetteteci di condividere questa esplosione di libertà e gioia ai vostri concerti, pensateci quando organizzate i vostri tour".