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Cari politici per capire le pesone disabili leggete La giornata di uno scrutatore di Calvino

7 giugno, fonte lastampa.it, Noria Nalli

Sono giornate dense di riflessioni per me. La disabile guerriera riflette, guarda intorno a lei e le nascono mille spunti idee e pensieri. Il materiale a cui attingere è davvero immenso ed infinite sono le cose che vorrei condividere con voi. Questo è un mio vecchio difetto, sono attirata da tantissime situazioni e, se non mi costringo ad iniziare a scrivere, ne vengo sommersa.

Partirò dalla cronaca, dal clima di elezioni che ancora si respira nel nostro paese. L'appuntamento amministrativo è stato importante, di rimando rifletto anche su alcune considerazioni lette sul diario Facebook di Marina Cometto, conosciuta nel mondo delle associazioni e della disabilità, come madre battagliera di una donna di 42 anni disabile gravissima, affetta dalla sindrome di Rett.   

Mi sa che devo di nuovo mettermi in tenuta da combattimento - scrive Marina - per avere ciò che spetta a Claudia , l'amaro in bocca rimane perchè non c'è politica, che si interessi di queste cose, siamo soli a dover lottare per il bene dei nostri figli. La loro vita è nelle nostre mani, che grande responsabilità! 

Non ci sono commenti da aggiungere, è un vero grido di dolore. Le considerazioni di questa mamma si aggiungono alla grande testimonianza che Italo Calvino ci ha lasciato attraverso il suo libro La giornata di uno scrutatore. Da una sua personale esperienza giovanile in un seggio allestito nella Casa della Divina Provvidenza di Torino, lo scrittore scrive delle intense riflessioni sul suo incontro con la disabilità psichica gravissima. Calvino si sente un esploratore come lo fu Amerigo Vespucci, il suo personaggio, non a caso, si chiama Amerigo. Nei confronti di questa condizione completamente straniante rispetto al mondo della politica e dell'ideologia, lo scrittore capisce che l'unico approccio valido sia quello dell'amore. Lo stesso amore, mi sento con certezza di affermare, che prova Marina.  Sarebbe auspicabile che, le persone che si occupano di politica, siano in grado di provare empatia se non proprio amore. Invece appare chiaro come questo desiderio o capacità di porsi verso l'altro esista soltanto in pochissimi casi. Tra i disabili e le istituzioni esiste ancora un muro, che è difficilissimo da distruggere, soprattutto nel caso di handicap intellettivi, che rappresentano veramente gli ultimi gradi del livello di inclusione. Ancora una volta credo che sia anche un problema di cultura.  Mi sento investita di un compito forse troppo grande, ma parlare di disabilità, farla conoscere, se non addirittura amare, nella nostra società sta diventando basilare.  

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