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LA DISABILITÀ IMPOVERISCE: IL 50% DELLE FAMIGLIE HA GRAVI DISAGI ECONOMICI

16 Ottobre, fonte superabile.it

"Almeno il 50% delle famiglie con disabilità è a rischio povertà. Ma è un dato sottostimato": a parlare è Vincenzo Falabella, presidente della Fish, che il 17 ottobre sarà a piazza Montecitorio, con le associazioni della federazione, per la Giornata mondiale per l'eliminazione della povertà. L'Istat, invece, non ha dati aggiornati sul rischio impoverimento di queste famiglia: l'ultimo disponibile è l'elaborazione che ha fornito lo scorso anno, su dati relativi al periodo 2004-2011: tratti dall'indagine Eusilc sulle condizioni di vita degli italiani, quei dati parlavano di un 21% delle famiglie con componenti disabili a rischio povertà.

Il problema, però, secondo la Fish e "secondo le denunce e le segnalazioni che riceviamo dalle famiglie, è molto più esteso: il primo fattore di impoverimento è la consistente spesa per l'assistenza, dovuta all'insufficienza della risposta sociale da parte delle istituzioni. Ecco perché una famiglia con un componente disabile ha una forte tendenza all'impoverimento, che poi significa marginalità e perfino segregazione. Da anni stiamo evidenziando questo dato - ricorda Falabella - e ora torniamo a chiedere a istituzioni e ministri competenti un'attenzione particolare alle persone disabili e alle loro famiglie". Un'attenzione che, a quanto pare, "inizia a manifestarsi, vista la richiesta, da parte del sottosegretario Biondelli e del ministro Poletti, di inserire in Finanziaria una programmazione triennale del Fondo per la non autosufficienza e di quello per le Politiche sociali. Una simile programmazione - aggiunge Falabella - garantirebbe politiche sociali e inclusive più degne, una risposta sociale più adeguata ai bisogni e un intervento immediato verso le persone e le famiglie con disabilità". Tra le richieste concrete che, in questa occasione, Fish rinnova al governo, c'è poi quella di "colmare la grande disparità tra nord e sud nelle politiche sociali: attualmente, nelle regioni settentrionali c'è una spesa sociale pro-capite di circa 5.500 euro, al sud di 750 euro. Chiediamo quindi che anche le politiche sociali, come quelle sanitarie, siano svincolate dai canoni del patto di stabilità". 

In piazza Montecitorio, il 17 ottobre, ci sarà anche il Comitato 16 novembre, con i malati di Sla e le loro famiglie. "Vogliamo accollarci, forse pretestuosamente, tutti i disabili gravissimi d'Italia, che sono i nuovi poveri - riferisce la portavoce, Mariangela Lamanna - La disabilità gravissima è spesso causa di impoverimento e la maggior parte delle nostre famiglie vivono, oltre al disagio fisico e sociale, anche quello economico. Gli interventi di sostegno che, con fatica, stiamo ripristinando, come l'assegno di cura , non bastano a garantire un'assistenza e una vita dignitosa a questi malati. Le famiglie si indebitano per pagare la badante che ha imparato a conoscere e curare il proprio caro e che sarebbe difficile sostituire. Eppure, i governi continuano a penalizzare queste famiglie, per esempio con il nuovo Isee. Saremo in piazza, il 17, per ricordare a tutti che esistiamo e che vogliamo uscire da questo stato di povertà". La disabilità, specialmente quella grave, "costa cara - spiega Lamanna - Basti pensare che quasi tutte le nostre famiglie tengono riscaldata solo la stanza della persona malata, lasciando al gelo il resto della casa. Il bonus elettrico è una miseria e le spese per la corrente sono insostenibili, anche tanti farmaci e integratori fondamentali ci sono stati tolti, lesinano perfino sui sondini per l'aspirazione in trachea! Le nostre famiglie non hanno bisogno di docce gelati e gesti eclatanti: chi sta chiuso in casa chiede solo un'assistenza seria e concreta. E di una ricerca scientifica che non sia frutto di beneficienza, ma di un impegno di governo".