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Farmaci essenziali non più disponibili: poi ricompaiono a un costo anche 16 volte superiore

1 ottobre, fonte superabile.it

Farmaci essenziali che scompaiono. Sono 170 le segnalazioni arrivate, tra febbraio e agosto 2014, da parte di cittadini consumatori e di alcuni farmacisti al sito di Altroconsumo, che sul numero di ottobre della propria rivista dedica un'inchiesta all'argomento. Si tratta di farmaci di fascia A, cioè essenziali, che a volte non hanno alternative. Alcuni tolti dalla circolazione senza un apparente motivo, però, ricompaiono dopo qualche tempo con un costo anche cinque volte maggiore rispetto a prima. Casi limite, come riferisce Altroconsumo, sono quelli riapparsi con prezzi aumentati anche di sedici volte, passando da 5,23 euro a 85,33 euro, come nel caso dell'Alkeran. "Ogni caso deve essere valutato a sé. Ma ha attirato la rabbia dei pazienti e la nostra curiosità il caso di tre farmaci per il trattamento dei tumori: l'Alkeran, il Leukeran, il Purinethol, tutti della Aspen Pharma: scomparsi dalla circolazione in momenti diversi sono riapparsi con un prezzo lievitato, rispettivamente da 5,23 a 85,33 euro (+1630%), da 7,13 a 90,20 euro (+1265%), da 15,98 a 90,35 euro (+565%). Delta di prezzo enormi, tali da portarci a chiedere immediate spiegazioni formali all'Aifa, che ha rinegoziato il prezzo con la casa produttrice, e al ministero della Salute". Una lettera di Altroconsumo indirizzata alle due istituzioni non ha ancora ricevuto risposta.

L'associazione dei consumatori ha segnalato all'Agenzia italiana del farmaco sia carenze di prodotti su cui c'era già stata comunicazione ufficiale, noti e reperibili sul sito di Aifa, sia carenze non note, né ufficiali, non comprese nell'elenco di Aifa, ma tangibili, segnalate dai consumatori. Sono circa 800 i farmaci che risultano ufficialmente introvabili. Il fenomeno è degno di attenzione. "Dietro la sparizione di un farmaco ci possono essere diverse motivazioni: problemi produttivi o regolatori, esportazione parallela, traffici illegali. Ogni caso deve essere valutato a sé".

In qualche caso la carenza è risolvibile chiedendo al medico la prescrizione di un farmaco equivalente, ma a volte non ci sono alternative: "Allora il problema per i pazienti può diventare più serio; se le carenze sono note ad Aifa, l'Agenzia può mettere in atto azioni di monitoraggio e adottare misure di contenimento del disagio per i pazienti (per esempio autorizzare l'importazione del medicinale dall'estero); se invece le carenze non sono note ad Aifa, nessuna misura di protezione per i pazienti può essere adottata".

Il fenomeno è complesso e, come ribadisce Altroconsumo, deve essere affrontato e risolto con la collaborazione di tutti i soggetti sul mercato, "in primis i farmacisti, che hanno in passato cercato di attirare l'attenzione sul problema. L'attività di monitoraggio dovrebbe essere incrociata; i singoli farmacisti, le associazioni di categoria dovrebbero essere coadiuvati nel segnalare ad Aifa e al ministero della Salute le carenze di medicinali che riscontrano nel lavoro quotidiano. E' auspicabile - evidenzia Altroconsumo - attivare un servizio di segnalazione delle carenze rivolto ai consumatori".