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Cronache di ordinario abilismo: tre storie che (involontariamente) aumentano il divario

 InVisibili Blog,  Stefania Delendati

Comunicare la disabilità: conta come si fa oppure tutto va bene purché se ne parli?
Domanda spontanea di fronte a tre recenti notizie di cronaca dello spettacolo.

Parto dall'ultima, la partecipazione come "ballerino per una notte" nel programma Ballando con le stelle di Andrea Antonello, un ragazzo trentenne con autismo. Insieme a lui, il padre Franco che ha raccontato la loro storia, dalla diagnosi ad oggi. Dopo l'esibizione di Andrea ha preso il via il carosello dei cliché, magari con tutte le buone intenzioni del mondo, ma con la consueta oscillazione tra il pietismo e l'esaltazione. L'aspetto più irritante, a mio parere, è stato il tono con cui si parlava ad Andrea, trattato come un bambino mentre è un uomo. Andrea lo sa, quando il padre gli ha domandato di presentarsi lui ha detto la parola "autonomo" anziché "autistico", non una battuta involontaria di cui sorridere ma il segno di una precisa consapevolezza di sé.
Ancora non s'è capito che le persone con disturbi dello spettro autistico e, in generale, quelle con disabilità cognitive, non devono essere infantilizzate ma incluse, e l'inclusione si allontana un po' ogni volta che ci si rivolge loro come se fossero eterni bimbi.
Di tutto, oltre all'autopresentazione di Andrea, c'è da salvare l'accenno del papà al tema del "dopo di noi", quando ha manifestato la preoccupazione di tutti i genitori riguardo il destino dei figli con disabilità quando loro non ci saranno più a supportarli nella vita quotidiana.

 Le altre due notizie mi hanno posto un quesito più complesso: quando una persona con disabilità riceve un riconoscimento nell'ambito di una manifestazione dove partecipano anche concorrenti non disabili, in quale misura la sua "diversità" influisce sul verdetto finale?

Veniamo ai fatti. L'ultima edizione della trasmissione Italia's Got Talent è stata vinta da Francesca Cesarini, sedicenne atleta di parapole, la versione paralimpica della pole dance. Francesca è nata senza le mani e porta una protesi a uno degli arti inferiori.
Pochi giorni dopo Jennifer Cavalletti, ragazza di 19 anni con un disturbo dello spettro autistico, è stata proclamata Miss Coraggio 2023 nell'ambito del concorso Miss Italia. Appena appreso di queste vittorie mi sono detta "ci risiamo", perché la narrazione degli "eroi/eroine disabili", di pari passo con le "povere vittime disabili", rimane la via privilegiata per aumentare l'audience.

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La fascia di Miss Coraggio a Miss Italia

https://www.fanpage.it/spettacolo/interviste/anna-adamo-la-fascia-di-miss-coraggio-a-miss-italia-non-e-inclusiva-anzi-sottolinea-la-diversita/ 

A cura di Sara Leombruno

Pochi giorni fa una ragazza autistica di 19 anni, Jennifer Cavalletti, è stata proclamata Miss coraggio 2023 dalla patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani. Il riconoscimento è stato voluto dagli organizzatori del concorso per riconoscere un merito alle giovani donne che, nonostante le difficoltà, hanno hanno saputo dare valore alla loro vita. Ma il titolo, che nel 2017 fu assegnato anche a Gessica Notaro, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato, non è stato apprezzato da tutti. Secondo Anna Adamo, una ragazza di 27 anni affetta da tetraparesi spastica, una forma di paralisi che coinvolge contemporaneamente la muscolatura volontaria di tutti e quattro gli arti, è "tutt'altro che inclusivo e non fa altro che sottolineare le diversità". Nei giorni scorsi, durante il programma Tv "Affari Tuoi", la fascia era stata consegnata anche a Ilenia Garofalo, 24enne di Grosseto, viva per miracolo dopo essere stata investita da un'auto.

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Emanuela

Ho il piacere, e soprattutto la fortuna, di conoscere Emanuela Borrelli. Sto parlando della magnifica mamma di una magnifica donna autistica, che si chiama Alma.

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Ricorso in Cassazione contro quella Sentenza che discrimina

https://www.superando.it/2023/10/05/ricorso-in-cassazione-contro-quella-sentenza-che-discrimina/?fbclid=IwAR2ZCna-2gal27xYhgNPr3IjAAbTYrHnlTMbOxukBUZB88SpUghkncBKp3o

«Non sussiste il reato di maltrattamento aggravato, in quanto l’eventuale ingiuriosità delle frasi rivolte ad un ragazzo autistico in classe non avrebbe potuto essere percepita dal ragazzo stesso, non essendo egli in grado di comprenderne il disvalore educativo e giuridico»: così una Sentenza a dir poco discutibile, pronunciata dalla Corte d’Appello di Torino, di cui avevamo riferito sulle nostre pagine. Oggi registriamo che il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Torino ha proposto ricorso in Cassazione, affinché quella Sentenza venga annullata.

 

Corte di Cassazione

«Purtroppo nel 2023 accade di trovarsi di fronte a un provvedimento della Corte d’Appello di Torino, in cui non si ritiene sussista il reato di maltrattamento aggravato, già accertato in un primo grado di giudizio, in quanto l’eventuale ingiuriosità delle frasi rivolte ad un ragazzo autistico in classe non avrebbe potuto essere percepita dal ragazzo stesso, non essendo egli in grado di comprenderne il disvalore educativo e giuridico».
Accusata pertanto di varie forme di maltrattamento nei confronti di quel ragazzo con disabilità, un’educatrice è stata assolta nel processo di appello, «perché il fatto non sussiste», con una Sentenza che ha rovesciato quella emessa in primo grado, in base a una serie di motivazioni a dir poco discutibili. Basti dire che secondo la Corte d’Appello, come riferiva la FISH, «il malessere del bambino era collegato alla frequentazione della scuola, ancorché non necessariamente presupponente l’esistenza di condotte maltrattanti ai suoi danni» o anche che alla Corte stessa «non spetti stabilire se la metodologia didattica utilizzata dall’imputata sia stata adeguata a gestire lo sfortunato disabile [testuale, N.d.R.]».
In realtà, è bene ricordarlo, la denuncia della famiglia parlava chiaro: «Il ragazzo veniva mandato in bagno senza scarpe, trattenuto in bagno per un periodo sproporzionato, gli veniva rifiutata la merenda, era costretto in corridoio a raccogliere il giubbotto caduto in terra nonostante non vi riuscisse, veniva umiliato davanti alla classe rovesciando l’acqua della sua bottiglietta per insegnargli l’importanza del bere, ricevendo di frequente in risposta ai suoi bisogni un secco “ti arrangi!”».

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C'è chi distingue tra le disabilità.

"IL Giorno", 16 Settembre 2023

Chi accompagna un figlio autistico paga: "Gratis solo chi segue persone in carrozzina"

La denuncia di Elena, madre di un bambino di 5 anni e mezzo: "Mi è stato chiesto di fare il biglietto. Grave e assurdo che si discrimini tra chi ha un disturbo dello spettro e chi una limitazione motoria".

L’Oasi che distingue tra le disabilità. Chi accompagna un figlio autistico paga: "Gratis solo chi segue persone in carrozzina"
L’Oasi che distingue tra le disabilità. Chi accompagna un figlio autistico paga: "Gratis solo chi segue persone in carrozzina"
 
Alla fine è riuscito a raccogliere tutti i gettoni che gli servivano per riscuotere il suo premio: ben 36. Un gettone per ogni seduta di cure termali alle quali ha accettato di sottoporsi. Lui, Alessandro, un bambino di 5 anni e mezzo, non aveva alcuna voglia di iniziare e completare quel percorso terapeutico. Ma doveva farlo: così gli era stato prescritto dal medico per risolvere un problema alle orecchie. Doveva e, ad un certo punto, ha pure voluto. È stata Elena Graziani, sua madre, a convincerlo. Gli ha fatto sapere che se avesse fatto quelle cure termali, se fosse arrivato fino in fondo, lo avrebbe premiato portandolo in un posto pieno di ogni sorta di animali: dall’aquila reale al tucano, dal capriolo al castoro, dalle farfalle dai mille colori alle anaconde gialle. Tutti da spiare e ammirare dal vivo. Un piccolo paradiso per Alessandro. "Quella per gli animali – racconta Elena – è una passione che lo assorbe completamente". Spinto dalla voglia di vedere coi propri occhi animali solitamente visti solo sui libri per bambini, Alessandro si mette d’impegno: fa tre sedute al giorno per 12 giorni e, uno dopo l’altro, raccoglie i gettoni che gli valgono il premio.

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