8 Gennaio, Gianfranco Vitale *
L’articolo “Rappresentativi solo se...”, pubblicato su questo portale, ha sicuramente favorito lo sviluppo di un interessante dibattito, che ad oggi appare tutt’altro che concluso.
Molti interventi, in particolare quelli di Salvatore Nocera, tra i più apprezzati esponenti FISH, e (nello spazio Faceboook di Angsa Veneto) del Presidente Nazionale Anffas, Roberto Speziale, hanno evidenziato l’importanza di arrivare rapidamente alla creazione di una rete, in grado di definire una programmazione che radichi le buone prassi ben oltre il perimetro di una singola associazione, fino a parlare, alla Politica e ai Servizi, attraverso una voce unica ed autorevole.
Bene, per esempio, ha fatto Roberto Speziale a sottolineare che: “Lungi dal voler rivendicare alcuna primigenie di rappresentanza, scaturente da un mero dato numerico, Anffas, con il proprio documento di posizionamento sui disturbi dello spettro autistico, intende inviare un segnale inequivocabile sulla necessità di fare rete, mettendo a base l'evidenza scientifica a partire dalla linea guida dell'ISS”.
In aggiunta: “Ribadisco la posizione ufficiale di Anffas, senza se e senza ma! Noi sosteniamo esclusivamente gli approcci ed i metodi con evidenza scientifica, come indicati nella linea guida 21 dell'Istituto Superiore di Sanità. Sosteniamo inoltre, e sosterremo in ogni modo, la creazione di una rete comune ed unitaria tra tutte le associazioni che si occupano di disabilità intellettiva, e quindi anche di disturbi dello spettro autistico, che si riconoscono su tale posizione!”.
E’ da questa disponibilità al confronto che – a me pare - occorre ripartire, superando antiche fratture che hanno (tra l’altro) rappresentato, e rappresentano, come ho cercato di spiegare nell’ultimo mio articolo, il vero brodo di coltura per la nascita di piccole e a volte piccolissime associazioni, non di rado mosse unicamente dalle lusinghe di partecipare alla divisione dei fondi pubblici ricavandone benefici immediati, come per esempio avviene nell’erogazione di ABA, più che sforzarsi di cogliere la complessità di una disabilità, qual è quella autistica, che perdurando per l’intero arco della vita necessita, invece, di un orizzonte temporale e strategico ben più ampio.
Scrive, in proposito, Sonia Zen, membro dell’Esecutivo nazionale Angsa e presidente di Angsa Veneto: “Purtroppo l'urgenza di una precoce abilitazione di bambini appena diagnosticati alimenta in modo frenetico questo deleterio fenomeno, facendo dimenticare che anche la più valida abilitazione, se non è spesa in contesti diversi dalle quattro mura domestiche, rischia di emarginare ancor più la famiglia”.