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Il cervello che compensa per autismo, OCD, dislessia

17 Febbraio, fonte oggiscienza.wordpress.com

Disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo compulsivo, sindrome di Tourette, dislessia, disturbo specifico del linguaggio (DSL). Tutte le persone che soffrono di uno di questi disordini del neurosviluppo hanno qualcosa in comune: si tratta della memoria dichiarativa (chiamata anche memoria esplicita), un sistema estremamente potente che, nel cervello, cerca di compensare per quello che non funziona.

L’ipotesi arriva dal neuroscienziato Michael Ullman, direttore del Brain and Language Laboratory di Georgetown, che ha pubblicato le sue scoperte su Neuroscience & Biobehavioral Reviews. Secondo Ullman questa compensazione permette alle persone autistiche di imparare una sorta di “copione” per gestire le situazioni sociali. Permette alle persone che soffrono di ocd o di sindrome di Tourette di controllare le proprie compulsioni e tic nervosi, e a chi invece combatte contro la dislessia e il DSL di trovare una qualche strategia per gestire la lettura e i problemi nel linguaggio.

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AUTISMO: l'ABA deve essere convenzionabile/rimborsabile in tutte le regioni d'Italia.

14 Febbraio fonte change.org

ABA sta per Applied Behaviour Analysis, cioè Analisi del Comportamento Applicata. L'ABA si basa sull'uso dei principi della scienza del comportamento per la modifica di comportamenti socialmente significativi. Le tecniche e principi comportamentali sono applicate con successo a bambini con autismo per l'insegnamento d’abilità sociali e per la correzione di comportamenti problematici. Questa terapia, l'unica maggiormente di successo, è costosa. In molte regioni d'Italia non è convenzionabile pertanto ricade interamente sulle spalle delle famiglie. Un bimbo piccolo con diagnosi di autismo richiede un intervento di circa 40 ore a settimana. Un'ora costa in media 25 euro. Improponibile. riporto una lettera anonima:

 

Sono M, padre di un bambino con Disturbo Generalizzato dello Sviluppo (autismo per i profani…) ma lo sono in modo ufficioso. Infatti per il Sistema Sanitario Nazionale mio figlio, ad oggi, sta benone. Poco importa se ha più di due anni e ancora non parla, non mastica, ha stereotipie, non interagisce con gli altri, fa giochi bizzarri, se lo chiami non si gira ecc..

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Testimonianza: "noi genitori di un bimbo autistico e la legge (lombarda) che non ci aiuta"

12 Febbraio, fonte Avvenire

Caro direttore, siamo i genitori di un bambino autistico che frequenta la seconda elementare.
Avere un figlio autistico significa cambiare completamente la propria vita, le abitudini, lo sguardo sulla realtà, cercare di intuire, perché comprendere è già un obiettivo difficile da raggiungere, il suo punto di vista sulle cose, il suo modo di percepire il mondo, che è davvero diverso da quello a cui tutti siamo abituati.
Cambiano le regole, anche tra un figlio e l’altro, cambiano i tempi, le persone che si possono frequentare, i luoghi “abitabili” o meno, le attività da fare, le vacanze da immaginare. Bisogna strutturare il tempo, programmare la giornata fin dal mattino a colazione, decidere e concordare cosa si mangerà, con che macchina andare a scuola, quali e quanti compiti fare… quasi nulla, nei limiti del possibile, si può lasciare al caso, e se sfortunatamente accadono imprevisti… tutta la famiglia si deve attrezzare a tollerare le sue reazioni alle frustrazioni.

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Il cervello autistico. Pensare oltre lo spettro

6 Febbraio, fonte proautismo.org, Fabio Brotto

Il cervello autistico

templ Il cervello autistico. Pensare oltre lo spettro, di Temple Grandin e Richard Panek , (The Autistic Brain. Thinking Across the Spectrum, 2013, trad. it. di M. A. Schepisi, Adelphi 2014) ha un sottotitolo significativo: il libro non parla solo del funzionamento della mente autistica riportandolo al cervello e alle differenze tra cervelli, ma dei tipi di funzionamento generale delle menti umane, che sono per la Grandin sostanzialmente tre. Le idee su cui si incardina l’argomentazione sviluppata nel libro sono due: 1) l’autismo è prodotto dal cervello, ed è dunque una realtà essenzialmente neurobiologica; 2) esistono tre fondamentali modalità di pensiero (verbale, per immagini e per pattern), sia negli autistici che nei neurotipici, e non sono rigorosamente separate, ma possono convivere e interagire tra loro, sia nell’individuo che nella relazione sociale.  Si vede dunque come Temple Grandin abbia corretto la sua precedente estensione a tutte le persone con autismo della sua idea di una modalità di pensiero visiva: estensione indebita, basata sulla sua personale esperienza di persona pensante per immagini (e in grado tuttavia di parlare, e scrivere articoli e libri).
Il cervello autistico è un piacevole minestrone: vi si trova un po’ di tutto, da nozioni sulla ricerca più avanzata sull’autismo a esperienze di vita dell’autrice, tra cui quelle che hanno visto lei stessa come oggetto di indagine scientifica, alla quale si presta sempre volentieri.

 Si tratta, tuttavia, di un libro difficilmente digeribile da chi non abbia una buona infarinatura sull’autismo, le sue problematiche e le recenti trasformazioni. Giustamente, la Grandin enfatizza le problematiche sensoriali «È molto probabile che una persona che non può immaginare di vivere in un mondo di sovraccarico sensoriale sia portata a sottostimare la gravità delle sensazioni di qualcun altro e il loro impatto sulla sua vita, o addirittura a interpretare erroneamente un comportamento come segno di un determinato problema sensoriale, quando invece potrebbe trattarsi di un altro problema.» (p. 95) Altrettanto giustamente, a partire da quel che lei stessa è, l’autrice enfatizza le possibilità di successo nella vita delle persone situate nella fascia alta dello spettro autistico (nella logica per cui il mondo ha bisogno di ogni tipo di mente). Leggendo le ultime pagine, che parlano di questo, ho pensato che tra me e Temple Grandin (o anche un qualsiasi autistico ad alto funzionamento) c’è una distanza molto minore di quella che sussiste tra lei e mio figlio, autistico a basso funzionamento averbale. Eppure loro sono entrambi nello spettro, e io sono neurotipico…

Lo spettro infatti è molto, molto ampio attualmente, e il suo ampiamento ha avuto molte e serie conseguenze, di cui l’autrice è ben consapevole. «Ma l’ampiezza stessa dello spettro è parte del problema. Quasi certamente non è un caso che, mentre l’idea di uno spettro autistico si faceva strada nel pensiero medico e nell’opinione pubblica, si diffondesse parallelamente il concetto di un’«epidemia» di autismo. Se si fornisce alla comunità medica una nuova diagnosi da assegnare a un gruppo di comportamenti noti, è naturale che l’incidenza di quella diagnosi aumenti.» (p. 30)
Il testo è sparso di annotazioni su vari piani e problematiche della vita delle persone con autismo. Temple Grandin non manca, ad esempio, di esprimere la sua gratitudine nei confronti della farmacologia. «Io penso che il Prozac sia una medicina favolosa. Ho degli amici che si troverebbero veramente a mal partito se non prendessero il Prozac, il Lexapro o altri inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. Conosco persone che sono state salvate da questi farmaci. Io stessa non sarei efficiente se dovessi farne a meno. Essi possono trasformare una vita che è soltanto vissuta in una vita degna di essere vissuta.» (p. 81)
Temple Grandin si dimostra piuttosto critica verso il DSM-V. «Ogni studio sull’autismo che utilizza i criteri del DSM-V per l’autismo finirà per mescolare mele (ritardo del linguaggio) e arance (non-ritardo del linguaggio). Per esempio, abbiamo visto nella letteratura che i disturbi sensoriali tendono a essere enormemente più gravi nella popolazione autistica con ritardo del linguaggio. Come faranno i ricercatori a mettere a confronto gli studi sui problemi sensoriali condotti secondo il DSM-V con gli studi precedenti?
Io vedo il DSM-V come una serie di diagnosi fatte da un comitato di medici che, seduti intorno a un tavolo, discutono del codice delle assicurazioni. Grazie al pensiero prigioniero delle etichette, abbiamo adesso una tale abbondanza di diagnosi che semplicemente non ci sono abbastanza sistemi cerebrali per tutti questi nomi.» (p. 133)

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Lorenzin: autismo, ludopatia e eterologa nei nuovi Lea

5 Febbraio, fonte agi.it

Dall'autismo alla ludopatia, dalla fecondazione eterologa alle vaccinazioni anti pneumococco e meningococco, dal "parto indolore" alle vaccinazioni anti-varicella. Sono tante le novita' inserite nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) presentati oggi daIl ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, prima alle Regioni, poi alla commissione Igiene e sanita' del Senato.

I Lea - aggiornati l'ultima volta nel 2001 - costeranno 415 milioni, ha precisato il ministro in Senato, ritenendo che si tratti di "una cifra decisamente sostenibile". In materia di autismo sono stati descritti, per la prima volta, i servizi domiciliari, ambulatoriali, residenziali e semiresidenziali per "minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico". Ci sono poi i trattamenti "delle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d'azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze".

Quanto alla procreazione medicalmente assistita di tipo eterologo, e' prevista l'inclusione di attivita' di selezione dei donatori di cellule riproduttive, di prelievo, conservazione e distribuzione delle cellule stesse. Tuttavia, proprio in ragione della necessita' di procedere, in relazione a questa tecnica, ad ulteriori e diverse attivita' rispetto a quella omologa, e' previsto un contributo a carico delle coppie che usufruiscono dell'eterologa.

Nel capitolo malattie croniche sono state introdotte 6 nuove patologie: endometriosi medio/grave, Bcpo (brancopneumopatia cronica ostruttiva) medio/grave, rene policistico autosomoci dominante, osteomielite cronica, malattie renali croniche, sindrome da talidomide. I nuovi Lea, ha sottolineato infine Lorenzin, entreranno in vigore solo quando saranno definite le tariffe delle nuove prestazioni, "alle quali sta gia' lavorando una commissione".

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