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Spesa media UE sulla disabilità

Portale Autismo

Come sappiamo l’autismo è un disturbo organico che rientra tra le disabilità. Proprio per questo abbiamo chiesto al sito “Statistics and Data” di realizzare un approfondimento sulle spese per disabilità delle singole nazioni. 

Siamo partiti da alcune domande. Quali sono le nazioni in Europa che spendono più in disabilità (procapite)? In che posizione è l’Italia rispetto agli altri Paesi Europei?

Le nazioni che spendono di più in disabilità. Partiamo con un primo dato. Le nazioni in Europa che spendono di più (per abitanti) per la disabilità, nel 2018, sono Norvegia, Danimarca e Lussemburgo. La Norvegia ha un valore di quasi 3000 euro pro-capite ed è la prima nazione di tutta l’Europa. Al secondo posto troviamo la Danimarca, distanziata di quasi 800 euro e al terzo posto il Lussemburgo che ha un valore leggermente inferiore ai 2000 euro. La media europea dei 27 Paesi UE di questo valore è pari a 565,78 euro. Sono quindi 12 le nazioni che hanno un valore più alto della media tra cui Germania e Francia.

Quanto spende l’Italia per la disabilità E l’Italia in che posizione è e quanto spende per la disabilità? Nel 2018 l’Italia è al quindicesimo posto con una spesa pro-capite di 426,10 euro. Il dato è di quasi 140 euro inferiore rispetto alla media. Per non parlare della distanza rispetto ai primi Paesi come la Norvegia. Rispetto a quest’ultima infatti l’Italia ha un valore decisamente inferiore. In termini assoluti l’Italia è indietro di 2555 euro.
 
Di seguito si può vedere, nella mappa ad albero, la distribuzione dei valori tra tutte le nazioni.
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Autismo, e se c'entrasse (anche) il microbiota?

 Lisa Cesco - La Nuova Venezia

Nell'intestino dei bambini con questa patologia batteri diversi da quelli dei loro coetanei. Indipendenti dalla dieta e che possono influenzare il sistema nervoso centrale: lo studio della Chinese University of Hong Kong.

Nell'intestino c’è una fabbrica che distilla batteri preziosi per la nostra salute, il microbiota, una pluralità di microrganismi che i ricercatori stanno incominciando ad esplorare per individuare nuove strategie di diagnosi precoce delle malattie. Anche le più difficili da afferrare, come l’autismo: proprio indagando il microbiota, una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Gut ha individuato i marcatori di un gruppo di batteri che hanno il potenziale per diventare indicatori predittivi della malattia.

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L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: un esempio di Regolamento per la gestione delle aule di sostegno

In un momento storico nel quale, come certifica l’ISTAT, sono ancora in crescita gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (con un più 3,3% del totale degli iscritti), la situazione relativa alla loro integrazione, a partire dai luoghi fisici, non sempre brilla. Rimane, infatti, scarsa l’accessibilità per gli alunni con disabilità motoria, garantita soltanto dal 34% delle scuole, e particolarmente critica la disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità sensoriale (il 2% delle scuole). Soltanto nel 15% degli edifici scolastici sono stati effettuati lavori per abbattere barriere architettoniche. Il rapporto alunno-insegnante per il sostegno è migliore delle previsioni di legge, ma è carente la formazione: un insegnante su 3 è selezionato dalle liste curriculari anche se la formazione massiccia nelle università, con i TFA, giunti al quinto ciclo, ci auguriamo faccia cambiare qualcosa.

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La sessualità possibile: adolescenti e adulti con Autismo

Pubblico un interessante contributo del Dottor Paolo Aliata, Coordinatore della Residenza Sanitario-Assistenziale per Disabili Cascina Rossago".

Il titolo è "La sessualità possibile: adolescenti e adulti con Autismo".

Per leggere e scaricare il documento cliccare qui

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Autismo. Maschi e femmine: due sindromi diverse

Maria Teresa Bradascio - La Repubblica

C'è una differenza genetica significativa tra i generi. Anche a livello genetico. E gli studi fatti finora sono per lo più sui ragazzi.

La condizione autistica non solo è diversa da persona a persona, ma anche tra persone di sesso maschile e femminile. E sembra esserci una differenza significativa anche a livello genetico, in particolare nella zona del cervello chiamata striato. Inoltre, il cervello delle bambine autistiche di fronte a segnali sociali, come espressioni facciali e gesti, si attiva in un altro modo rispetto a quello delle bambine non autistiche. Sono i risultati di un nuova ricerca pubblicata sulla rivista Brain dai ricercatori University of Virginia Health System che sottolineano come le conclusioni della maggior parte degli studi sull’autismo - proprio perché si basano fondamentalmente su persone di sesso maschile - non dovrebbero essere prese in considerazione per le bambine.

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