Stampa

Ritardo nel linguaggio e autismo, “così il mix di sostanze chimiche aumenta il rischio di deficit neurologici nei nascituri”

Il Fatto Quotidiano

È uno dei risultati dello studio europeo EDC-MixRisk, pubblicati su Science, che dimostrano come durante la gravidanza una esposizione a una serie di ftalati, bisfenolo A (BPA) e composti perfluorurati (PFAS) possano in particolare comportare un ritardo nel linguaggio.

Ritardo nel linguaggio e autismo, “così il mix di sostanze chimiche aumenta il rischio di deficit neurologici nei nascituri”

Ritardo nel linguaggio e anche persino l’autismo. Il mix di sostanze chimiche ambientali cui siamo continuamente esposti, interferendo col nostro sistema endocrino, incrementa il rischio di deficit neurologico nei nascituri. È uno dei risultati dello studio europeo EDC-MixRisk, pubblicati su Science, che dimostrano come durante la gravidanza una esposizione a una serie di ftalati, bisfenolo A (BPA) e composti perfluorurati (PFAS) possano in particolare comportare un ritardo nel linguaggio. L’importanza della ricerca risiede nella scoperta che è il mix di sostanze a provocare i danni.

Stampa

Autismo, agevolazioni per le assunzioni da parte di start up

Il Sole 24 Ore 

Nel decreto legge 146/2021 ha trovato accoglienza una disposizione sulle persone che presentano una condizione dello spettro autistico. La norma è l'articolo 12-quinquies: una disposizione interessante sul piano promozionale delle persone con disabilità, ma che presenta alcune criticità da non sottovalutare.

 L'indicazione ha un ambito di applicazione molto circoscritto, perché riguarda le assunzioni da parte di imprese costituite da non più di cinque anni che impieghino almeno due terzi di persone con disturbi dello spettro autistico per consentirne l'inserimento lavorativo. La situazione riguarda, quindi, solo start up a vocazione sociale, regolate dalla legge 221/2012.

 

Stampa

Il diverso codice di «lettura» dei movimenti delle persone con autismo

Danilo di Diodoro - Corriere della sera

Gli autistici hanno difficoltà nel leggere le intenzioni dei gesti altrui, una difficoltà che potrebbe spiegare in parte le loro difficili interazioni con il mondo

Una delle tante abilità che possediamo senza rendercene conto è di essere capaci di intuire le intenzioni di un’altra persona a partire da segnali visivi provenienti dal suo movimento. Se osserviamo qualcuno che sta per prendere una bottiglia d’acqua sul tavolo, saremo probabilmente in grado di capire, da come inizia il gesto, se la sta prendendo per versare l’acqua in un bicchiere oppure per spostare la bottiglia in un altro posto. Piccole differenze nel gesto che permettono di capirne le intenzioni. È un’abilità basata sulla capacità di individuare gli elementi significativi del gesto e poi di interpretarli.

Stampa

Diario di un ragazzo autistico: la felicità

Federico De Rosa - La Stampa

Pensieri ed esperienze di un 27enne abituato a parlare poco. Ma che racconta la sua vita e le sue emozioni scrivendo.

La società ritiene prevalentemente che essere autistico sia triste perché nell'autismo vede un limite che nega la realizzazione umana e quindi la felicità. Ma io devo dire che di autistici ne ho conosciuti tanti e quasi tutti, nel loro mondo e a loro modo, mi sono sembrati tutt'altro che tristi. Io li direi diversamente felici. Certo non possono essere normalmente felici, i limiti del loro autismo spesso lo negano, ma non sembra che di questo gli importi.

Gli autoproclamati "normali" a me appaiono spesso infelici e più precisamente direi oppressi da chissà cosa oppure spenti, ossia a secco di speranza per il futuro. Io stesso che sono una persona autistica mi sento felice.

Stampa

Se l'insegnante di sostegno non sa fare il suo mestiere, addio apprendimento per i disabili

Mattia Abbate * - La Repubblica

Finalmente, dopo due anni passati nella più totale incertezza, si è tornati a scuola in presenza. Se le preoccupazioni di molti erano di riabituarsi alla routine scolastica, mettersi nell'ottica di studiare regolarmente o rimanere concentrati durante le lezioni, il mio vero problema era l'insegnante di sostegno. Il fatto è che, da quando vado al liceo, l'insegnante di sostegno è ogni anno una grandissima incognita: certo, ho il diritto al sostegno, ma troveranno qualcuno con le competenze adeguate, visto che frequento il classico? Sarà di ruolo? Ebbene, quest'anno effettivamente l'insegnante di sostegno assegnatomi è di ruolo, peccato che sulle sue competenze sia meglio stendere un velo pietoso. Non solo il professore non conosce né il greco, né il latino, ma capisce l'inglese quanto io potrei capire il sanscrito. Che problema c'è? Se sa prendere bene gli appunti nelle altre materie, si può anche trovare una soluzione. Anche il prendere gli appunti si è rivelata un'impresa titanica. "Come faccio a scrivere se il professore parla velocemente?" Forse la domanda andrebbe posta ai miei compagni di classe che seguono senza alcun problema le lezioni di storia e filosofia. Avevo già avuto insegnanti di sostegno improbabili, però come dice il detto: "Al peggio non c'è mai fine".

Lettera firmata

Condividi su

FacebookTwitterGoogle BookmarksLinkedin