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Autismo, Federico De Rosa: "Vi spiego come funziona una mente diversa"

repubblica.it 

Autismo, Federico De Rosa: "Vi spiego come funziona una mente diversa"
Entrare nella mente di una persona autistica e comprenderne i meccanismi è una sfida da cui spesso specialisti, genitori, insegnanti, familiari e amici escono sconfitti perché capire a fondo le difficoltà, le emozioni e le sensazioni di chi vive in un mondo così lontano è impossibile ammenoché prima non si faccia piazza pulita di preconcetti, sovrastrutture, abitudini e luoghi comuni.

Federico De Rosa, 24 anni, di Roma, "fiero" di essere autistico, vuole aiutare noi 'neurotipici', a entrare nel suo complesso e delicato mondo. E lo fa scrivendo. Attraverso un lungo lavoro con gli specialisti è arrivato a una forma di comunicazione e apprendimento che lo ha fatto uscire dal suo isolamento e lo ha portato a conseguire la maturità scientifica e scrivere ben tre libri, l'ultimo dei quali, appena pubblicato si intitola "Una mente diversa" (San Paolo, 2020, 14,50 euro). Federico ci accompagna per mano nella sua mente e nella sua dimensione autistica, senza alcun vittimismo, anzi, prendendoci anche un po' in giro, per le nostre abitudini e il nostro concetto di felicità. Un testo vero, diretto, da cui trapela una consapevolezza e una lucidità sorprendenti, in grado di far sorridere e commuovere. Per questa sua abilità di 'parlare' attraverso il computer, è stato possibile intervistarlo via email e porgli domande su come lui percepisce il mondo esterno.
Come sei arrivato a questa forma di comunicazione così efficace? Perché in questa specifica tecnica di scrittura, hai bisogno del contatto fisico della mano sulla spalla?
 
"Sono arrivato ad una comunicazione efficace perché sono andato a scuola e ho seguito con vivo interesse le lezioni, anche se il mio seguire ha forme esteriori molto diverse dalle vostre. Il pugno poggiato sulla mia schiena da qualcuno mi serve perché la mia concentrazione è molto instabile e si stabilizza tante più sono le mie attività mentali disgiunte e parallele. Ora mentre ti scrivo non ho solo il pugno di papà poggiato dietro la spalla ma sto anche declamando ad alta voce una storia dei cartoni animati che parla di tutt'altro. Mi ci trovo benissimo. Con la mia logopedista sto lavorando per superare queste forme e per frasi brevi ho imparato già. Mi dispiace che alcune persone non condividano questo metodo. Io non ho scelta ma tra qualche anno dovrei diventare capace di scrivere come voi".

Questo è il tuo terzo libro. Quali sono le differenze con gli altri due?

"Ho voluto descrivere nel minimo dettaglio tutto ciò che accade nella mia mente autistica ed ho chiesto ad una neuropsichiatra di commentare questa mia narrazione dal punto di vista della scienza e dell'esperienza clinica. Il mio desiderio è che chi vuole aiutare un autistico possa avere un aiuto per capire come fare".

"Amore è la storia del mio riscatto. L'amore c ho ricevuto ha acceso in me la speranza. La violenza è una realtà diffusa nella società perché il fatto che alcuni si siano proclamati normali ed escludano gli altri considerandoli non normali è un razzismo tanto feroce quanto inconsapevole. Ma escludere gli ebrei o gli autistici che differenza fa? L'Italia è spesso una società nazista e nessuno se ne accorge. Gli ebrei erano uccisi e noi autistici quasi sempre siamo chiusi in casa e soli, per noi il trattamento è meno vistoso ma altrettanto efficace".

Scrivi che vuoi essere diversamente felice. Per te cos'è la felicità?

"Dormire bene, abitare comodi, fare cose belle con gli altri volendosi bene. La felicità è semplice e basica".

Da come dipingi noi neurotipici, non ci invidi proprio nulla, anzi. Ma pensandoci bene, c'è qualcosa che prenderesti del nostro piccolo mondo?

"Sì. Vorrei diventare autonomo come voi. Un autistico autonomo".

La tua famiglia è stata fondamentale nel tuo percorso di consapevolezza e di crescita. Pensi che un giorno riuscirai a essere autonomo e a poter vivere al di fuori di essa?

"Certamente sì. Solo il crederci ne apre la possibilità".

Che consigli vuoi dare ai neurotipici per aiutare te e i tuoi fratelli e sorelle autistici, come li chiami nel libro, a farvi sentire non normali ma integrati?

"Pensate che il vostro modo di sentire, rappresentare nella mente, ragionare non è la regola per tutti. Noi siamo radicalmente neurodiversi e non possiamo essere ammaestrati a sembrare come voi. Educare all'autonomia parte dal rispetto dell'irriducibile diversità dell'altro, altrimenti siamo al circo".
 

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