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Disturbo dello spettro autistico e atipie motorie

stateofmind.it

La precoce comparsa di atipie motorie nei primi mesi di vita induce a ipotizzare che queste siano possibli marcatori di un disturbo dello spettro autistico

Circa l’80% dei bambini con ASD infatti presenta difficoltà motorie di varia natura, con un impatto significativo sulla qualità di vita e lo sviluppo sociale. E’ evidente un ritardo nell’acquisizione delle prime tappe dello sviluppo motorio (posizione eretta, seduta, in piedi, camminare) e una goffaggine nelle acquisizioni di motricità fine e nella coordinazione motoria (prendere, infilare, tenere un oggetto, incastrare). Tra le difficoltà grosso-motorie che sembrano evidenti già entro il secondo anno di vita, osserviamo l’asimmetria posturale e la deambulazione atipica che talvolta si riflette in un’anomalia del pattern tacco-punta o in un’andatura “a papera” (Esposito, G. e Venuti, P., 2008). Lievi atipie nel cammino (minor forza applicata a livello della caviglia e diversa postura dell’anca e del bacino durante il passo) sono state riscontrate anche da uno studio recente dell’IRCCS Medea di Bosisio Parini condotto tramite il GRAIL, una piattaforma che integra un sistema di analisi del movimento e del cammino su tapis roulant e un sistema di realtà virtuale (Biffi et al., 2018).

Tra le difficoltà fino-motorie i bambini con ASD mostrano maggiori difficoltà nei compiti che richiedono una coordinazione occhio-mano (ad esempio in compiti di lancio e recupero di una palla o nella manipolazione di perline da infilare in sequenza). 

La precocità di comparsa delle anomalie motorie già nei primi mesi di vita ha indotto numerosi ricercatori ad ipotizzare che esse possano essere dei marcatori importanti di una possibile diagnosi di ASD. Ad esempio, già entro il primo anno di età è possibile osservare un ritardo nell’acquisizione delle prime tappe motorie dello sviluppo, come la conquista del controllo posturale (Fournier et al., 2010; Esposito, G. e Pasca, S.P., 2013; Nickel et al., 2013) in soggetti che riceveranno successivamente una diagnosi di ASD. In particolare una ricerca di Nickel et al. (2013) ha indagato lo sviluppo posturale di bambini ad alto e a basso rischio biologico di ASD attraverso videoregistrazioni di attività quotidiane e di gioco a 6,9,12 e 14 mesi. Dallo studio emerge che mentre per i bambini a rischio ASD il repertorio posturale migliora con l’avanzare dell’età, quindi le posture più basilari vanno via via scomparendo lasciando il posto a quelle più avanzate (seduta non sostenuta o posizione eretta), per i bambini con successiva diagnosi di ASD si osserva un ritardo nell’acquisizione di tutte le posture indagate (posizione eretta, seduta, in piedi, camminare), repertori di posture più ristretti e, dai 9 mesi in poi, trascorrono più tempo in posture meno avanzate (sdraiato, seduto). Rimandano quindi a una traiettoria evolutiva unica che non segue un andamento parallelo a quello osservato negli altri bambini.

Poiché i progressi posturali permettono ai bambini di interagire con oggetti e persone in modo nuovo e più sofisticato, ritardi nello sviluppo posturale potrebbero avere effetti a cascata non solo sulle abilità motorie ma anche in altri domini compresa l’esplorazione degli oggetti, la vocalizzazione e il comportamento sociale e comunicativo, limitando le opportunità di esplorazione e di apprendimento.

È possibile concludere che un monitoraggio precoce delle competenze motorie possa consentire di individuare l’eventuale presenza di traiettorie di sviluppo atipico e di poter lavorare sulle stesse attraverso programmi riabilitativi motori specifici.


https://www.stateofmind.it/2020/06/autismo-atipie-motorie/

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