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Decreto scuola: gli alunni con disabilità, su richiesta delle famiglie, potranno ripetere l’anno.

disabili.com

Approvato in Senato, il decreto scuola è passato ora alla Camera: concorso precari, graduatorie, abolizione dei voti numerici alla scuola primaria e, per gli alunni con disabilità, la possibilità di ripetere l’anno



Approvato in Senato, il decreto scuola dal 3 giugno è in discussione alla Camera ed è previsto il via libera definitivo non oltre il 6 giugno. L. Azzolina, ministro dell’istruzione, si dice soddisfatta perché il testo ha messo al centro le studentesse e gli studenti.


l decreto prevede un concorso riservato per i precari in possesso di almeno tre anni di servizio, con una prova scritta a risposta aperta che si terrà durante l’anno scolastico 2020/2021. Per i vincitori ci sarà l’assunzione a tempo indeterminato con retrodatazione al settembre 2020.

Un’altra importante novità riguarda labolizione del voto in decimi alla scuola primaria, che sarà sostituito da un giudizio descrittivo.

Vengono inoltre aggiornate le graduatorie di istituto, che avranno carattere provinciale e sono previste misure per gli interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica.

Un particolare provvedimento, limitato all’anno scolastico 2020/21, riguarda gli alunni con disabilità, per i quali si prevede la reiscrizione all’anno scolastico già frequentato su richiesta motivata delle famiglie. Il testo è stato approvato su emendamento presentato da Davide Faraone (Italia Viva). Nello specifico, le condizioni necessarie per poter procedere alla ripetizione dell’anno scolastico sono le seguenti:
·         specifica e motivata richiesta da parte della famiglia;
·         confronto con il Consiglio di Classe e acquisizione del parere del Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione;
·         verbalizzazione del mancato conseguimento degli obiettivi stabiliti nel piano educativo individualizzato.
Il testo: “4-ter. Limitatamente all’anno scolastico 2019/2020, per sopravvenute condizioni correlate alla situazione epidemiologica da COVID-19, i dirigenti scolastici, sulla base di specifiche e motivate richieste da parte delle famiglie degli alunni con disabilità, sentiti i consigli di classe e acquisito il parere del Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione a livello di istituzione scolastica, valutano l’opportunità di consentire la reiscrizione dell’alunno al medesimo anno di corso frequentato nell’anno scolastico 2019/2020 ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera c), della legge 5 febbraio 1992, n. 104, limitatamente ai casi in cui sia stato accertato e verbalizzato il mancato conseguimento degli obiettivi didattici e inclusivi per l’autonomia, stabiliti nel piano educativo individualizzato”.

Si tratta, naturalmente, di una soluzione eccezionale, che prova a rispondere ad una emergenza educativa derivante dall’eccezionalità del momento. Tuttavia, poiché essa riguarda esclusivamente gli alunni con disabilità, non possiamo non chiederci se possa aderire alle logiche dell’inclusione. Se è vero infatti che la didattica a distanza è stata in alcuni casi difficile da realizzare appieno con gli alunni con disabilità, è altrettanto vero che eterogenee difficoltà sono emerse anche con altri alunni, soprattutto in presenza di svantaggio sociale, linguistico e culturale.

Prevedere allora la possibilità di ripetere l’anno, sulla base del confronto con le famiglie, solo ad alunni con disabilità cosa comporta, cosa rappresenta, dunque? Un’opportunità per essi di acquisire quegli apprendimenti che non sono riusciti a conseguire quest’anno? Una mancata opportunità per gli altri alunni di accedere alla medesima possibilità? Vi è forse una discriminazione per i primi o, al contrario, per i secondi?

Se pensiamo, infine, al fatto che ripetere l’anno significa peraltro dover lasciare i compagni, anche dopo il distacco forzato che già si è reso necessario per emergenza sanitaria, non possiamo esimerci dal chiederci se un provvedimento del genere possa avere alcunché di inclusivo.

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