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Cani di assistenza, la storia di Indi e della bambina autistica ...

Corriere della Sera, Chiara Sandrucci 

 Gli animali che sostengono le persone con disturbi e disabilità non sono ancora equiparate ai cani guida. Verso una legge in Piemonte per aiutare le famiglie ad accedere a una terapia che in molti casi si è dimostrata decisiva Il suo nome è Indi, che sta per «indipendenza» (e anche per Indiana Jones). La cucciola di Labrador verrà addestrata per diventare il «cane d'assistenza» di Sofia Giulia, una ragazzina di 12 anni di San Gillio (To), con autismo, epilessia e disturbo depressivo.

Indi è arrivata oggi dalla sua puppy trainer a Pino torinese, dove resterà fino ai 12 mesi per l'addestramento di base. Poi inizierà il protocollo specifico per riconoscere l'allerta medica sull'epilessia e fornire il sostegno emotivo necessario a Sofia per diventare più indipendente. Un iter molto costoso, in tutto 12 mila euro, sulle spalle della famiglia.  In Italia i cani d'assistenza, addestrati per il sostegno a persone con disabilità motorie, epilessia e disturbi psichiatrici, non sono ancora equiparati ai cani guida dei non vedenti.

Ho deciso di farlo malgrado i costi perché penso che sia un grande aiuto per mia figlia e per me che l'assisto: l'autismo è una neuro-diversità, non ha soluzione, per lei l'indipendenza è fondamentale», spiega la mamma Gaia Giulia Bono, che si è rivolta all'associazione «Il collare d'oro» di Cologno monzese (Mi) l'estate scorsa.

«Per coprire almeno in parte la spesa, l'associazione ha lanciato anche per noi una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe con cui siamo arrivati per ora a pagare le spese iniziali, ma questa possibilità dovrebbe essere accessibile a tutti». Nessuna Regione prevede un contributo finanziario, l'accesso dei cani d'assistenza ai luoghi pubblici è garantito soltanto dalla Lombardia e in parte dalla Toscana.

In Piemonte qualcosa si sta muovendo. Un Ordine del giorno per equipararli ai cani guida è stato presentato da Silvio Magliano, presidente del gruppo dei Moderati in Consiglio regionale. «Sarebbe sufficiente sostituire le parole "persona con disabilità" o particolari patologie assistite da un cane a questo scopo addestrato" alle parole "privo di vista" al primo comma dell'articolo unico della Legge 37/1974 per estendere la normativa e colmare l'attuale divario», assicura il consigliere Magliano. «Se approvato dall'Aula, il mio atto di indirizzo impegnerà la Giunta a promuovere tutte le iniziative necessarie affinché i cani d'assistenza e i cani d'allerta medica siano equiparati nella normativa ai cani guida per le persone ipovedenti, sia a livello regionale che nazionale». Lunedì 8 gennaio è in programma nella IV Commissione del Consiglio regionale l'audizione dell'associazione Il Collare d'oro, che porterà i suoi cani per una dimostrazione. «Siamo già stati a Torino per una visita al Museo egizio concordata con la direzione, per noi è molto importante sensibilizzare su questo tema», dice Gianfranco Cancelli, presidente dell'associazione nata nel 2019, addestratore cinofilo e tecnico per cani d'assistenza.

«Il percorso è lungo, l'ingrediente principale è la relazione esclusiva che si stabilisce tra il cane e la persona assistita, a differenza del cane d'affezione che interagisce con tutta la famiglia. Alla fine diventa un vero e proprio assistente, un servizio che andrebbe regolamentato e offerto non solo ai non vedenti». Intanto Sofia Giulia aspetta il suo cane Indi, se tutto va bene potrà essere con lei al momento dell'esame di terza media.