Stampa

Diario di un ragazzo autistico: "Vi racconto come ci sentiamo quando siamo in classe"

Federico De Rosa - La Repubblica

I sogni e le esperienze di un giovane abituato a parlare poco. Ma che racconta la sua vita e le sue emozioni scrivendo

Tutte le scuole elementari d’Italia stanno cominciando a sperimentare la presenza di piccoli nuovi alunni autistici perché l’incidenza dell’autismo tra i nuovi nati è in forte aumento.

Come aiutare questi nostri piccoli amici a vivere bene una scuola pensata per non autistici?

In molti casi potrebbe essere meno difficile di quanto si pensi, tenendo conto di alcune caratteristiche mentali molto diffuse tra gli autistici ed assumendo i giusti accorgimenti per gestirle.

La prima è che tra noi autistici in molti siamo ipersensoriali e quindi soffriamo più di voi la confusione, i rumori, ma anche la confusione visiva di troppi colori o di troppe persone in movimento, avendo anche sensibilità a volte per gli eccessi di luce o olfattivi.

Bisognerebbe quindi realizzare una analisi degli eccessi sensoriali presenti in classe, al fine poi di ridurli.

Come autistico, poi, faccio fatica con questa cosa che ogni giorno cambiano tutte le materie. Sarebbe utile, credo, avere a parete un cartellone con l’orario scolastico e che all’ingresso al mattino una maestra mostri dal cartellone che giorno è oggi e quindi che materie bisogna attendersi. Questo riduce il mio senso di marmellata mentale, aiuta ad immaginare correttamente il futuro a breve e quindi potrebbe incrementare l’aggancio dell’autistico alla realtà.

Un analogo cartellone mi sarebbe utile con indicati i luoghi frequentati a scuola ed i percorsi per spostarsi da uno all’altro, perché come è utile chiarire i tempi, analogamente lo è per i luoghi.

Durante il mio percorso scolastico, poi, mi è stato utile alternare momenti in classe con momenti di didattica individuale in una stanzetta separata come anche il prendere qualche pausa ogni tanto con pochi minuti a camminare nel giardino della scuola.

Più ci si addentrerà nella concezione di autismo come diversità mentale, abbandonando quella di autismo come menomazione, più si diventerà capaci di ideare da soli piccoli accorgimenti di questo tipo e saranno anche pensati su misura per le specifiche caratteristiche del singolo autistico concreto con cui si ha a che fare.

Molti di questi accorgimenti poi saranno esportabili dalla scuola in altri contesti.

Non credo manchi tanto a raggiungere la piena inclusione di noi autistici; manca credo informazione ed una evoluzione della cultura e delle visioni.

Io spero, con questo mio articolo, di aver dato un piccolo contributo in questa direzione.

 

https://www.repubblica.it/salute/2022/12/14/news/autismo_inserimento-378230047/