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Se l'insegnante di sostegno non sa fare il suo mestiere, addio apprendimento per i disabili

Mattia Abbate * - La Repubblica

Finalmente, dopo due anni passati nella più totale incertezza, si è tornati a scuola in presenza. Se le preoccupazioni di molti erano di riabituarsi alla routine scolastica, mettersi nell'ottica di studiare regolarmente o rimanere concentrati durante le lezioni, il mio vero problema era l'insegnante di sostegno. Il fatto è che, da quando vado al liceo, l'insegnante di sostegno è ogni anno una grandissima incognita: certo, ho il diritto al sostegno, ma troveranno qualcuno con le competenze adeguate, visto che frequento il classico? Sarà di ruolo? Ebbene, quest'anno effettivamente l'insegnante di sostegno assegnatomi è di ruolo, peccato che sulle sue competenze sia meglio stendere un velo pietoso. Non solo il professore non conosce né il greco, né il latino, ma capisce l'inglese quanto io potrei capire il sanscrito. Che problema c'è? Se sa prendere bene gli appunti nelle altre materie, si può anche trovare una soluzione. Anche il prendere gli appunti si è rivelata un'impresa titanica. "Come faccio a scrivere se il professore parla velocemente?" Forse la domanda andrebbe posta ai miei compagni di classe che seguono senza alcun problema le lezioni di storia e filosofia. Avevo già avuto insegnanti di sostegno improbabili, però come dice il detto: "Al peggio non c'è mai fine".

Lettera firmata

Prima di commentare questo racconto vorrei spiegare come avvengono le nomine degli insegnanti di sostegno. Quando vengono nominati insegnanti di ruolo sul sostegno devono avere un'abilitazione apposita. Mentre, nel caso di supplenti annuali, sulle cattedre di sostegno possono essere nominati anche insegnanti di qualsiasi disciplina non abilitati. Per esempio, può accadere che un insegnante di matematica venga chiamato dal Provveditorato per una nomina annuale e, anziché assegnarlo a una cattedra di matematica, venga nominato per il sostegno solo per quell'anno scolastico. Come si evince dalla lettera, non vengono garantite né la continuità né le competenze specifiche di sostegno. Questo è un grave problema per tutti i tipi di disabilità ma, a maggior ragione, per persone con disabilità mentali. Per esempio, gli studenti con un disturbo di autismo, che spesso fanno fatica ad abituarsi a una persona di riferimento e che magari impiegano un intero anno per relazionarsi con fiducia, sono costretti l'anno successivo a ricominciare tutto da capo e non è detto che si riesca a trovarne un altro docente col quale si trovino in sintonia. Il secondo problema è che gli insegnanti che vengono nominati con questa modalità non sono sempre in grado di fare gli insegnanti di sostegno o magari non hanno neanche la voglia di farlo. Per un docente che già ha poca voglia di lavorare il ruolo del sostegno può essere un incentivo a fare meno.

In questo modo viene ingiustamente danneggiata l'immagine degli insegnanti di sostegno preparati che svolgono la professione in modo serio dedicando molto tempo all'organizzazione e alla preparazione delle lezioni e all'acquisizione di molte competenze pluridisciplinari. Quando io frequentavo il liceo ho avuto insegnanti di sostegno di ruolo che lavoravano da tanti anni nel mio liceo e avevano acquisito competenze nelle varie materie. Quando svolgevo delle verifiche, per esempio di latino, loro conoscevano la materia e, quando dovevo cercare delle parole sul dizionario, lo facevano più rapidamente. In più nel mio liceo la preside era molto attenta a garantire alle persone con disabilità più gravi la continuità di una cattedra completa di sostegno (che sarebbe di 18 ore) con insegnanti di ruolo. Nel mio caso era importante la presenza degli insegnanti di sostegno per aiutarmi a prendere gli appunti e a scrivere durante le verifiche. Ci tengo a sottolineare che ho sempre avuto insegnanti che non mi suggerivano durante le verifiche, perché giustamente volevano che venissi valutato per le mie conoscenze e capacità effettive. Ho purtroppo avuto invece un'insegnante di materia che era convinta che io venissi aiutato nelle verifiche scritte ma, quando mi interrogava, rispondevo bene a tutte le domande per cui ha dovuto desistere. Prendere gli appunti può sembrare banale ma se durante la lezione devo essere io stesso a dire al docente di sostegno cosa deve scrivere mentre parla l'insegnante di materia, diventa complicato se non impossibile.

A meno che non si possiedano delle capacità sovrumane, nessuno è in grado di ascoltare e allo stesso tempo dire a un altro cosa debba scrivere. Un'altra problematica molto grave riguarda il fatto che una considerevole parte di insegnanti di sostegno, in quest'epoca dell'anno, ossia a fine ottobre, non sia stata ancora nominata. Questo significa che appena i docenti verranno nominati saranno catapultati nelle classi a supportare degli studenti disabili senza sapere nulla di loro e rapidamente dovranno documentarsi. Purtroppo, la scuola, che potrebbe potenzialmente offrire molto, soffre per una burocrazia e una gestione farraginosa, come se chi la gestisce non abbia mai avuto a che fare con la vita vera della scuola, che richiede il rispetto dei tempi, richiede delle persone indicate e motivate e che possano lavorare in continuità. È un po' come se iniziasse il campionato di calcio ma con solo i tifosi allo stadio e senza arbitri e con i giocatori allo sbaraglio. Non basterebbe fare le nomine in anticipo in modo da garantire agli studenti disabili insegnanti di sostegno già preparati e incentivati a farlo? Spero che in futuro si faccia qualcosa di serio per evitare di sentire ancora raccontare storie simili.

 

* Mattia Abbate, l'autore di questa rubrica, è affetto da distrofia muscolare di Duchenne. "Questo spazio - dice - è nato per aiutare chi convive con difficoltà di vario genere ad affrontarle e offre alle persone sane un punto di vista diverso sulla realtà che le circonda". Segnalate un problema o raccontate una storia positiva di disabilità all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

https://milano.repubblica.it/cronaca/2021/10/23/news/se_l_insegnante_di_sostegno_non_sa_fare_il_suo_mestiere_addio_apprendimento_per_i_disabili-323451529/?fbclid=IwAR2_oHBLuM4gaHHzSbTyviW--Fkqvk1z-ysdASsS64WyfXcTgMhqyHy2A2g