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L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: un esempio di Regolamento per la gestione delle aule di sostegno

In un momento storico nel quale, come certifica l’ISTAT, sono ancora in crescita gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (con un più 3,3% del totale degli iscritti), la situazione relativa alla loro integrazione, a partire dai luoghi fisici, non sempre brilla. Rimane, infatti, scarsa l’accessibilità per gli alunni con disabilità motoria, garantita soltanto dal 34% delle scuole, e particolarmente critica la disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità sensoriale (il 2% delle scuole). Soltanto nel 15% degli edifici scolastici sono stati effettuati lavori per abbattere barriere architettoniche. Il rapporto alunno-insegnante per il sostegno è migliore delle previsioni di legge, ma è carente la formazione: un insegnante su 3 è selezionato dalle liste curriculari anche se la formazione massiccia nelle università, con i TFA, giunti al quinto ciclo, ci auguriamo faccia cambiare qualcosa.

Alcuni dati e la differenza tra Nord e Sud Italia

La situazione rimane peggiore nel Meridione italiano con 2 ore di tempo di assistenza settimanale in meno; basti considerare che nelle scuole del Nord le ore di assistenza sono 12,1.
Al 59% degli alunni con disabilità non è garantita la continuità didattica, e sono il 66% gli alunni con disabilità che non partecipano alle gite con pernottamento. Tale quota sale all’81% nelle scuole del Mezzogiorno.

Le troppe barriere architettoniche nelle scuole italiane minano l’inclusione

Nell’anno scolastico appena passato in Italia sono state presenti complessivamente più di 55 mila scuole. Gli alunni con disabilità che le frequentano sono poco più di 284 mila, scrive l’ISTAT, pari al 3,3% del totale degli iscritti, un contingente in costante crescita che è aumentato, negli ultimi 10 anni, di circa 91 mila unità. “Tale incremento è imputabile sia a una maggiore riconoscibilità, rispetto al passato, di alcune patologie sia a un più diffuso accesso alle certificazioni” si legge nel quadro riassuntivo diramato dall’ISTAT.

L’inclusione, le caratteristiche e la qualità dell’offerta

Le peculiarità e la qualità dell’offerta scolastica hanno grande importanza nel processo d’inclusione: la raggiungibilità dello spazio, la presenza e la l’utilizzo di tecnologie adatte, il sostegno di figure preparate efficacemente formate, hanno un ruolo importantissimo nell’aiutare la compartecipazione degli alunni a una didattica inclusiva. Nell’anno scolastico 2020-2021 sono ancora troppe le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: solamente una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria. La situazione appare migliore nel Nord del Paese dove si censiscono valori maggiori alla media nazionale (38% di scuole a norma) nel tempo in cui peggiora, arrivando a livelli più bassi, nel Mezzogiorno italiano (29%). La regione più esperta è la Valle d’Aosta, con il 67% di scuole accessibili, all’opposto la regione Campania si identifica per la più bassa presenza di scuole prive di barriere fisiche (24%). La deficienza di ascensori o la presenza di un ascensore non adeguato al trasporto delle persone con disabilità sono le barriere più diffuse (46%). Frequenti sono anche le scuole prive di rampe per il scavalcamento di dislivelli (33%) o bagni a norma (29%). Infrequenti piuttosto i casi in cui si riscontra la presenza di scale o porte non a norma (6% e 3%).

Maggiori difficoltà di accesso per gli alunni con disabilità sensoriali

In Italia solo il 2% delle scuole ha tutti gli ausili senso-percettivi rivolti a incoraggiare l’orientamento all’interno del plesso e solo il 18% delle scuole ha perlomeno un ausilio. Anche in questo caso sul territorio si tratteggia una chiara variazione Nord-Sud: la quota si riduce progressivamente, andando dal 23% delle regioni del Nord al 14% delle regione del Meridione italiano. Benché si rilevi ancora un grave differimento del livello di accessibilità, il 15% delle scuole ha realizzato, nel corso dell’anno scolastico, lavori finalizzati alla demolizione delle barriere architettoniche, di fatto lanciando la scuola verso politiche inclusive visibili e importanti.

La tecnologia: un “facilitatore” ancora poco utilizzato

Come si legge nel Report dell’ISTAT la tecnologia può svolgere una rilevante funzione di “facilitatore” nel processo d’inclusione scolastica, aiutando concretamente il nostro alunno, la nostra alunna, nella didattica e ingrandendo i livelli di comprensione. In Italia, una scuola su quattro, nonostante i molteplici finanziamenti per la DaD degli ultimi due anni scolastici, risulta priva di postazioni informatiche, in apposite aule attrezzate, adeguate e rispondenti alle esigenze degli alunni con disabilità. Le differenze territoriali non sono molto marcate, ma l’attrezzatura risulta più grande nelle regioni del Centro, con il 78% di scuole fornite di postazioni fisse in apposito ben strutturati laboratori; nelle regioni del Nord e del Mezzogiorno la quota si attesta al 75%.

Le postazioni informatiche fisse in classe e le aule di sostegno

La collocazione delle postazioni informatiche fisse e ben adeguate nelle classi italiane è poco diffusa (37% delle scuole): oltre il 60% delle scuole ha questa strumentazione in ambienti esterni alla classe come aule specifiche per il sostegno o laboratori informatici riservati. Questo può rappresentare un ostacolo all’utilizzo dello strumento come facilitatore quotidiano per la didattica. A livello territoriale si contraddistingue ancora una volta il Mezzogiorno per la più bassa quota di postazioni in classe (34%). L’equipaggiamento di postazioni informatiche, pure quando è collocata all’interno della classe, può essere insufficiente, questo succede per il 22% circa delle scuole come rileva il “Report ISTAT”. Il livello di tale carenza si riduce nelle scuole del Nord, nelle quali la quota di scuole con postazioni in classe non sufficienti discende al 17%, e s’ingrandisce nel Centro e nel Meridione, dove sale al 23 e al 26%. Nella scuola dell’infanzia gli strumenti informatici a supporto della didattica sono diversi da quelli utilizzati nelle scuole degli altri ordini, perché misurati in relazione, evidentemente e indubbiamente, all’età degli alunni. In modo caratteristico, le scuole dell’infanzia che adoperano una tecnologia distinta a supporto dell’alunno con sostegno sono il 19,5%; a livello territoriale non si notano differenze rilevanti.

Il Regolamento per le aule di sostegno

Per parlare di inclusività bisogna scommettere sull’inclusività. Alcune scuole hanno non solo aule di sostegno, ma anche appositi strumenti regolamentari per farle funzionare. Di particolare pregio il regolamento istituito dall’Istituto di Istruzione Superiore “Federico Flora” – Pordenone diretto, ormai da anni, con una lodevole capacità dal dirigente scolastico la professoressa Paola Stufferi.

Come si legge nel Regolamento: “L’aula di sostegno è luogo di supporto didattico-cognitivo, un ambiente relazionale e produttivo. L’aula è ad uso esclusivo degli allievi con disabilità che vi accedono accompagnati dall’insegnante”.

 

Regolamento aule sostegno

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