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Dopo la vergogna di Grottamare: il punto di vista di ANGSA

fonte www.superabile.it
 
ANGSA commenta i fatti di cronaca di Grottammare: "Serve formazione su tecniche di abilitazione in autismo, apertura al territorio e telecamere"
 

"È necessaria la formazione del personale". È questo il commento di Carlo Hanau, docente di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari dell'università di Modena e Reggio Emilia e membro del comitato scientifico dell'Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) sui fatti di cronaca di Grottammare in provincia di Ascoli Piceno. Grazie alle immagini rilevate dal pm e dai Carabinieri di Fermo è scattato l'arresto per quattro educatrici e per il coordinatore del centro ‘La casa di Alice', che ospitava 12 ragazzi con autismo, dagli 8 ai 20 anni. Un centro semiresidenziale gestito dal Comune attraverso una cooperativa esterna, dove le telecamere hanno permesso di svelare l'esistenza di una stanza di contenimento dove i ragazzi venivano rinchiusi e denudati come punizione per la loro ‘vivacità'. Per i Carabinieri però c'era una "totale assenza di comportamenti violenti o di azioni che giustificassero il loro contenimento". Una notizia ‘agghiacciante' per Angsa. "Non c'è una ricetta sicura per prevenire queste aberrazioni", spiegano dall'associazione.

Di certo però, credono sia necessaria la formazione continua su tutto, specie in tecniche di abilitazione in autismo, metodi comportamentali come raccomandati dall'Istituto Superiore di Sanità nella Linea Guida 21. "Serve formazione anche sulle tecniche contenitive, che possono essere usate come ‘ultima ratio' quando il resto non ha funzionato", sottolineano dall'associazione. Questo tipo di formazione è richiesto per legge in alcuni Stati, ma il contenimento può essere fatto solo da personale formato appositamente. Un esempio è l'Inghilterra. "Ogni incidente in cui si è dovuti arrivare al contenimento fisico - spiega Angela Ottaviani, psicologa che lavora in Gran Bretagna - viene documentato in un ‘libro' dove vengono descritti i fattori scatenanti e viene motivato l'utilizzo del ‘physical restraint' per garantire la sicurezza dell'alunno, dei suoi compagni o degli educatori". Secondo Liana Baroni, presidente di Angsa, "solo a queste condizioni possono essere accettate tali tecniche. La speranza è che anche in Italia si diffonda una formazione adeguata".

Altro ingrediente per la ‘ricetta' che potrebbe evitare che si verifichino episodi di questo tipo è l'apertura del centro al territorio in due sensi. "Riferendosi a un semiresidenziale come in questo caso, devono essere previste nei programmi educativi frequenti uscite di collaborazioni in attività con strutture territoriali, come i centri giovanili o per anziani, con le associazioni di volontariato, con le occasione sociali come feste, sagre, oppure con progetti di ausilio in cui i giovani della struttura diventano risorsa del territorio nel fare e, per esempio, portare la spesa o medicinali a chi è impossibilitato a muoversi - spiegano dall'associazione - Analogamente le strutture possono invitare la cittadinanza al loro interno in varie occasioni".

E poi c'è il fattore tecnologico. Le telecamere, infatti, sembrerebbero essere validi aiuti per i genitori. "Non so se il loro utilizzo possa essere sufficiente a garantire una maggiore sicurezza a persone come disabili, minori, anziani, che non sono in grado di provvedere da soli alla propria incolumità - spiega Baroni - Ma è certo che noi genitori abbiamo il diritto di avere informazioni precise e puntuali, a 360 gradi riguardo gli ambiti frequentati dai nostri figli, nella scuola, nelle strutture riabilitative, sportive o quant'altro". Un problema, quello di poter denunciare eventuali maltrattamenti, che riguarda le persone con autismo, "non tanto per i deficit del linguaggio, quanto della comunicazione in toto". E conclude: "Sta per essere presentata in Senato una legge che stabilisce alcuni punti fermi sul trattamento delle persone con autismo, speriamo che possa al più presto divenire legge e migliorare la qualità di vita delle persone con autismo, sia bambini che adulti".