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Studenti disabili, non e' affatto una buona scuola

26 Luglio, fonte Il Fatto Quotidiano, Silvia Truzzi

Dice il turbo presidente del Consiglio che la "Buona scuola" è stata "comunicata male". E che l'immagine simbolo della scuola dovrebbe essere la foto del piccolo Daniel, un bimbo filippino che fa i compiti sotto la luce di un lampione. Forse l'immagine simbolo dovrebbe essere un bambino in carrozzina dentro una classe, perché il problema dell'integrazione dei disabili nella scuola (diritto garantito dalla Costituzione) è lontanissimo dall'essere risolto.

Vero, ci saranno nuove assunzioni d'insegnanti di sostegno: saranno 16.500, di cui 8.905 già previste dall'ex ministro Carrozza. Come si legge su orizzontescuola.it, "Possono sembrare cifre considerevoli. Eppure non coprono neanche la metà del fabbisogno effettivo". Quello che le associazioni dei familiari chiedono è aumentare a 155.000 unità l'organico di sostegno (l'anno scorso è stato di 117.673) stabilizzando i 4.570 incarichi annuali e i 36.787 contratti a termine. Ma il sostegno non è l'unico problema. Tra i poteri del super preside ci sarà anche quello di formare le classi secondo i bisogni educativi, anche tenendo conto delle richieste delle famiglie: il rischio di ritornare a classi differenziali è tutt'altro che remoto. L'anno scorso, quando questo giornale sostenne la campagna di "Tutti a scuola", il presidente dell'associazione Toni Nocchetti disse: "Una classe politica seria non mette tre bambini con difficoltà nella stessa classe, piazza un insegnante di sostegno e risolve la questione: sono prove tecniche delle classi differenziali. Sarà anche difficile da digerire, ma se le risorse non ci sono la politica ha l'onere di reperirle. O almeno di dire la verità".

C'è poi l'annosa vicenda dei servizi di assistentato: per i ragazzi con handicap significa la possibilità di andare in bagno, mangiare la merenda, entrare e uscire dalla classe. Cioè, andare a scuola. L'anno scorso, centinaia di bimbi e ragazzi non hanno frequentato le lezioni. Previsioni per il prossimo? Il ddl Delrio che ha ridefinito confini e competenze delle amministrazioni locali ha dimenticato di trasferire le mansioni e i servizi per i disabili delle scuole. Creando una grave confusione tra Province e città metropolitane. Secondo quanto denunciato dalla Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) in Lombardia il prossimo anno scolastico, 4.650 studenti disabili rischiano di non poter frequentare la scuola: le istituzioni non hanno ancora deliberato le risorse per i servizi di assistenza alla comunicazione e di assistenza educativa e trasporto. E naturalmente il problema non riguarda solo la Lombardia. In più, sempre secondo la Ledha, nessun ente pubblico (Comune, Provincia o Città metropolitana) accetta le domande di attivazione di questi servizi per il prossimo anno scolastico, non avendo approvato nessun atto amministrativo che preveda l'organizzazione e nessun capitolo di bilancio per le risorse. Ora un emendamento presentato dalla senatrice Laura Bignami prova a riparare all'omissione.

All'assemblea del Pd, il premier parlando della ragazzina morta sul barcone ha detto: "Se una bambina che ha l'età di mia figlia muore durante una traversata, ciascuno di noi può pensare tutto quello che vuole, ma non permettiamo ai nostri figli di pensare che i loro genitori, per un punto nei sondaggi, hanno rinunciato a essere persone umane". I delegati del partito si sono alzati l'unica standing ovation quando ha detto: "Per favore, restiamo umani". Di certo migliaia di famiglie che tutto il giorno, tutti i giorni vivono il problema della disabilità, potrebbero chiederlo a lui. Perché non si tratta di "bambini che hanno l'età dei loro figli". Si tratta proprio dei loro figli.