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Ha cominciato una terapia comportamentale e cognitiva, che consiste nel far leva sugli interessi del bambino per farlo progredire. Molto del successo dipende dalla regolarità e dalla ripetizione. Esistono differenti forme di autismo, con diversi gradi di severità. I bambini autistici non sanno imparare naturalmente come gli altri bambini, quindi bisogna guidarli e motivarli. Quel che è certo è che tutti sono capaci di fare progressi. Per Paul, le difficoltà si sono attestate sul piano verbale. Non è un bambino schivo chiuso nella sua bolla, come spesso si può immaginare. È sempre stato alla ricerca di relazioni. Era tattile, talvolta in modo inappropriato, racconta Domitille con un sorriso lieve. 
La sera, prima di salutare i compagni di classe, fa il giro dei compagni, carezza loro la testa e li prende fra le braccia. E quelli accettano di buon grado.

Quanto alla vita in famiglia, è animata… come quella di ogni ordinaria famiglia. 
La casa non è sempre calmissima. Paul ha difficoltà a trovarsi un’occupazione in autonomia, cerca molto le interazioni con i suoi fratelli. È una cucciolata in cui si litiga, si bisticcia ma al contempo i bimbi si adorano e sanno dirselo.
«È la sua bellezza e al contempo la sua fragilità»,
Appassionato di cavalli, metropolitane e autobus, Paul è un preadolescente pieno di vita che manifesta facilmente il proprio entusiasmo.
È dotato di una forma di innocenza, di purezza e di ingenuità, che può perfino metterlo in pericolo. Può fidarsi di chiunque: è la sua bellezza e al contempo la sua fragilità.
Così lo descrive sua madre, e fino a questo momento ha avuto la fortuna di poter frequentare la scuola in un contesto ordinario.
Ero convinta che questo gli sarebbe stato maggiormente d’aiuto. Ha avuto insegnanti benevole e ogni anno ha imparato delle cose. Oggi ha una vita sociale ricca, è invitato ai compleanni. Almeno ha il suo posto in mezzo agli altri, non lo lasciano in disparte.
La madre si meraviglia del suo coraggio e trova divertente il suo lato “senza filtri”: Dice le cose così come sono. Vedo una certa forma di verità senza infingimenti nel suo modo di approcciare la vita, lo trovo interessante.

Trovare sostegno.
Eppure questa madre quarantatreenne non nega le difficoltà. 
Dedico molto tempo a farlo lavorare, quindi ne passo meno con gli altri figli. È una cosa che ti divora il tempo. Perché sia efficace, bisogna che l’impegno coinvolga tutta la famiglia. Ciò richiede tempo, ma vediamo che Paul fa progressi, quindi sappiamo che il tutto serve a qualcosa. E tuttavia resta doloroso sentire che si ha meno tempo per gli altri figli.
Domitille insiste sulla necessità di poter contare sulla propria famiglia e sugli amici, di trovare sostegni esterni. 
Ha un’insegnante di sostegno straordinaria che viene a casa, e io ho una madre molto presente. La cellula famigliare è estremamente preziosa.
La madre approfitta anche del sostegno di altri genitori sfiorati dall’autismo, che hanno fondato un’associazione:
Conosco la solitudine in cui si può versare. È molto importante avere contatti con altri genitori alle prese con l’autismo.

«Paul mi ha sempre sorpresa».
Durante l’estate 2017, Domitille Cauet ha portato Paul a percorrere la Mongolia, un Paese che lei aveva attraversato da giovane donna. «L’idea di questo viaggio era quella di vivere un momento madre-figlio prima che lui diventasse troppo grande». Ne ha tratto un libro intitolato Paul en Mongolie, il cui sottotitolo – “L’autismo è un viaggio che non avevo previsto” – descrive bene la loro realtà:
Paul mi ha sempre sorpreso. All’inizio c’era molto disfattismo attorno al suo avvenire, da parte delle istituzioni… dei medici… Lui mi ha provato che non esiste fatalismo.
La donna, innamorata delle lettere, vede ogni tappa superata col figlio, per umile che possa sembrare, come una festa. 
Ogni volta che fa un progresso è bellissimo. Tutte le nostre piccole vittorie sono belle. Ho imparato a rallegrarmi di ogni più piccola cosa. Personalmente, ho avuto un’esperienza scolastica priva di problemi, eppure il giorno in cui Paul è riuscito a leggere una frase ho avuto l’impressione di aver scalato l’Everest. L’handicap di Paul dà tanta intensità in più alla vita, è un cammino di accettazione molto personale perché legato alla mia storia. Sono cresciuta in un contesto in cui si metteva al primo posto la realizzazione intellettuale. Ho dovuto accettare che mio figlio non segua questo schema. È intelligente in un altro modo, impara in un’altra maniera e credo che questo sia stato per me un cammino di umiltà.
Oggi l’avvenire di Paul resta ancora molto incerto:
Quel che fa soffrire è l’assenza di prospettive per l’avvenire, il non sapere come il proprio figlio sarà accolto fuori, quel che diventerà. Ma in fondo ogni figlio è una sorpresa: non si sa che adulto sarà.
Domitille si batte per una migliore accettazione della differenza, specie al Ministero dell’Istruzione:
Un grande lavoro di sensibilizzazione resta tuttora di là da fare. Quando abbiamo di fronte a noi dei bambini che funzionano altrimenti, alle brutte arriva un rifiuto, se va bene invece l’incapacità di accompagnarli.
Ed evoca le insegnanti che hanno avuto l’onestà di riconoscere che la differenza di Paul le spaventava, al principio.
Credo che la sua presenza in classe abbia creato uno spirito di maggiore aiuto reciproco fra gli alunni. Numerosi pregiudizi frenano ancora l’inclusione, perché esistono ancora tante paure legate all’handicap mentale. Penso che la società andrà meglio quando potrà crescere su questo. La questione della differenza la vedo veramente come una sfida di fraternità.

L'opinione

6 Luglio 2014

Carissimo Vitale,

ho visto il sito, che mi piace molto, sia nella veste grafica sia nei contenuti. Consulterò di sicuro periodicamente, tra le altre, la parte ControInformazione, dove ho ritrovato temi che mi interessano in modo particolare (dai costi dei beni comuni alla catastrofe ambientale di Taranto, per troppo tempo ignorata anche da buona parte della sinistra ....).

La presenza non solo di argomenti legati all'autismo mi sembra un valore aggiunto.

Ho visto poi il video e la lettera che ha scritto quasi 20 anni fa e non posso che registrare che la stessa lettera e le stesse espressioni di sdegno potrebbero essere scritte ed espresse oggi per le tante situazioni in cui le cose sono rimaste quelle di allora.
Sono però - o almeno voglio essere - ottimista e credo che qualcosa è cambiato, anche se il cambiamento è a macchia di leopardo e ancora lontano dall'obiettivo, che non dobbiamo mai stancarci di perseguire, dell'estensione reale a tutti dei diritti all'istruzione, alla salute, all'autodeterminazione. Denuncio in tutte le occasioni, nella mia posizione - certo più "comoda" - di operatore, questa negazione di diritti delle persone con autismo, tuttavia voglio anche continuare a mostrare che un'altra strada è possibile, che si può fare meglio e di più, in parte con le stesse risorse di oggi, in parte mettendo sul serio al centro dell'agenda politica (in modo concreto) il tema dei diritti di tutti coloro che lottano quotidianamente per ottenerne il rispetto.

Bello vedere Gabriele come turista nel video sul viaggio!

Un caro saluto e grazie per le finestre sul mondo che il suo sito ci apre.

Maurizio Arduino

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