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Dalle analisi, svolte utilizzando quattro tipi di anticorpi in grado di rilevare le proteine prodotte dai neuroni, è emerso che nell‘ippocampo, una regione del cervello fondamentale per l’apprendimento e la memoria, vengono generati neuroni che, mentre maturano con l’avanzare dell’età, producono appunto specifiche proteine. “Abbiamo osservato che questi neuroni sono in procinto di maturare”, ha spiegato l’autrice Llorens-Martín. “La neurogenesi, quindi, è presente anche cervelli più adulti, ed è importante per formare nuovi ricordi. Anche le persone di 90 anni, infatti, devono immagazzinare nuovi ricordi ogni giorno, quindi non sono sorpresa di aver trovato questi risultati”.

L’ippocampo, precisiamo, è una delle regioni del cervello più colpite dalla malattia di Alzheimer. Llorens-Martín e il suo team hanno così esaminato il tessuto cerebrale di 45 persone con Alzheimer decedute tra i 52 e i 97 anni. Dalle sperimentazioni, i ricercatori hanno osservato che i loro cervelli avevano meno cellule che producono le proteine associate ai neuroni in via di maturazione. “Tuttavia”, precisa Llorens-Martín, “non è ancora chiaro se avere meno nuovi neuroni possa portare ai sintomi dell’Alzheimer, o viceversa”.

Ricordiamo che questo non è il primo studio che dimostra che la neurogenesi si può verificare durante tutto l’arco della nostra vita. Le scoperte degli ultimi 20 anni, infatti, suggerivano che il cervello umano potesse produrre centinaia di nuovi neuroni anche in età adulta e che questa sua capacità rigenerativa potesse offrire nuove speranze per il trattamento di alcune malattie neurodegenerative, come l’Alzheimer. Nel 2013, per esempio, una ricerca aveva stimato che circa 1.400 neuroni dell’ippocampo venissero prodotti ogni giorni nei cervelli adulti.

Tuttavia, come vi avevamo raccontato lo scorso anno, un team di ricercatori dell’Università della California di San Francisco aveva dimostrato proprio il contrario. Nel loro studio, pubblicato su Nature, evidenziavano infatti che la nascita di nuove cellule nervose nell’ippocampo diminuiva con l’avanzare dell’età, per poi cessare definitivamente in età adulta.

Ed è proprio l’autore di questo studio, Arturo Alvarez-Buylla dell’università della California, San Francisco, che si è mostrato scettico nei confronti degli ultimi risultati appena pubblicati. “La morfologia che mostrano i neuroni è quella di cellule mature”, spiega a New Scientist l’esperto, aggiungendo che l’evidenza di una nuova crescita neuronale negli adulti non è consistente e che per dimostrare veramente che i neuroni si possano formare nei cervelli adulti si dovrebbe ricorrere a un metodo in grado di rilevare quando nascono (una tecnica che al momento non è disponibile nella ricerca neurologica). “Penso che quello che hanno visto siano semplicemente le cellule che stanno maturando molto lentamente, e che quindi mostrano ancore quelle specifiche proteine da quando sono state formate”, conclude Alvarez -Buylla.

L'opinione

6 Luglio 2014

Carissimo Vitale,

ho visto il sito, che mi piace molto, sia nella veste grafica sia nei contenuti. Consulterò di sicuro periodicamente, tra le altre, la parte ControInformazione, dove ho ritrovato temi che mi interessano in modo particolare (dai costi dei beni comuni alla catastrofe ambientale di Taranto, per troppo tempo ignorata anche da buona parte della sinistra ....).

La presenza non solo di argomenti legati all'autismo mi sembra un valore aggiunto.

Ho visto poi il video e la lettera che ha scritto quasi 20 anni fa e non posso che registrare che la stessa lettera e le stesse espressioni di sdegno potrebbero essere scritte ed espresse oggi per le tante situazioni in cui le cose sono rimaste quelle di allora.
Sono però - o almeno voglio essere - ottimista e credo che qualcosa è cambiato, anche se il cambiamento è a macchia di leopardo e ancora lontano dall'obiettivo, che non dobbiamo mai stancarci di perseguire, dell'estensione reale a tutti dei diritti all'istruzione, alla salute, all'autodeterminazione. Denuncio in tutte le occasioni, nella mia posizione - certo più "comoda" - di operatore, questa negazione di diritti delle persone con autismo, tuttavia voglio anche continuare a mostrare che un'altra strada è possibile, che si può fare meglio e di più, in parte con le stesse risorse di oggi, in parte mettendo sul serio al centro dell'agenda politica (in modo concreto) il tema dei diritti di tutti coloro che lottano quotidianamente per ottenerne il rispetto.

Bello vedere Gabriele come turista nel video sul viaggio!

Un caro saluto e grazie per le finestre sul mondo che il suo sito ci apre.

Maurizio Arduino

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