È quindi necessario individuarne la funzione attraverso un’attenta analisi, senza pensare di sopprimerli. Aumentano con l’età e si manifestano in particolare nei giovani adolescenti ed adulti, connettendosi in particolare a un basso quoziente intellettivo, alla compresenza di ulteriori disabilità, all’eccesso o al difetto di stimoli e alla precoce istituzionalizzazione in contesti restrittivi.
Riportando stime dalla letteratura, una percentuale che va dal 20 al 45 per cento degli individui con disabilità intellettiva assume farmaci psicotropi e il 14-30 per cento di queste persone aggiunge un farmaco per la cura dei comportamenti problema, come aggressività etero- o auto-diretta in assenza di un disturbo psichiatrico diagnosticato (Clarke et al., 1990).
E allora, quali medicine sono efficaci per ridurre crisi, irritabilità e agitazione? Gli specialisti autori della Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (pubblicata nel 2011) citano due antipsicotici e uno stimolante del sistema nervoso centrale: risperidone, aripiprazolo e metilfenidato, che hanno superato gli studi randomizzati, con placebo e in doppio cieco. Si possono citare alcuni effetti collaterali che se pur raramente presenti debbono essere riconosciuti e tenuti in seria considerazione al punto da pensare alla riduzione e/o sospensione del farmaco.
Gli effetti collaterali di questi psicofarmaci (neurolettici) sono essenzialmente di tipo cardiologico ed extrapiramidale e comprendono parkinsonismo, distonia, discinesia, acatisia (ovvero tutti sintomi che si vedono sul versante motorio); ed inoltre aumento di peso (di frequente riscontro), sedazione, depressione, annebbiamento cognitivo e più saltuariamente interruzione delle mestruazioni. Ecco perché è importante
che l’eventuale terapia sia preceduta da valutazioni ematiche, misurazione del livello di prolattina, elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma; e che sia aggiornata ogni sei-otto mesi, rivalutata in modo responsabile e coscienzioso per escludere cause organiche alla base dei disagi (reflusso, disturbi del sonno, sinusite, otite, crisi epilettiche).
Nella Linea Guida non vengono raccomandati( e quindi non sono da usare ) farmaci come SSRI ( inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sono i nuovi antidepressivi, un esempio ne è il Prozac), secretina, naltrexone, levetiracetam; la chelazione è ritenuta una pratica rischiosa. Integratori e diete sono sconsigliati, visto che non portano miglioramento negli outcome primari di comunicazione e socializzazione, anche se viene segnalato che sembrano agire su irritabilità e agitazione. Va però ricordato che affrontare una dieta restrittiva per glutine e caseina può ingenerare ulteriori difficoltà in bambini che hanno già un’alimentazione selettiva, laddove i benefici non sono dimostrati.
La melatonina, infine, è giudicata un trattamento efficace laddove i disturbi del sonno persistano anche dopo interventi comportamentali protratti nel tempo e può comunque essere associata alle pratiche educative.
In sintesi, riguardo ai farmaci e al loro utilizzo nei bambini o adolescenti con Disturbi dello Spettro autistico siamo ancora molto indietro. Non esistono al momento farmaci che
agiscono sul nucleo patologico socio –comunicativo dell’Autismo , ma solo farmaci che agiscono sui sintomi, ovvero i comportamenti problema. L’iniziale entusiasmo per l’ossitocina (come sostanza ad azione stimolo sulla socialità) si è in gran parte spento e un recentissimo articolo (Goel et al., 2018) scrive di risultati inconsistenti anche per altre nuove sostanze (ad azione su sistema gabaergico o glutammatergico) per cui vi era stato un forte interesse, ipotizzando una loro azione su meccanismi di base coinvolti nella patogenesi dei Disturbi dello Spettro Autistico ( si veda il recente articolo di Luo et al., 2018)
A chiusura della lezione Visconti menziona le chiare raccomandazioni dell’Associazione Autismo Italia: esistono farmaci che possono agire positivamente su alcuni sintomi e
completare e aumentare l’efficacia di un trattamento multidisciplinare.
È utile prenderli in considerazione: valutare quindi la loro validità caso per caso, seguire la posologia e la modalità di somministrazione, informare i tutori e gli operatori sui rischi e i benefici.
Soprattutto, è necessario porre in primo piano la reale necessità del bambino di assunzione dei farmaci ed in primis pensare a cosa non funziona nella pratica educativa
che si sta portando avanti, aiutati anche da una specifica analisi funzionale dei comportamenti problema.
Il prossimo 29 ottobre, presso la a Casa della Solidarietà di Casalecchio di Reno, la Dottoressa Visconti entrerà nel merito di un argomento molto sentito dal pubblico: i comportamenti problema e le stereotipie."
Simona Cascetti
dalla lista "autismo scuola"
Riportando stime dalla letteratura, una percentuale che va dal 20 al 45 per cento degli individui con disabilità intellettiva assume farmaci psicotropi e il 14-30 per cento di queste persone aggiunge un farmaco per la cura dei comportamenti problema, come aggressività etero- o auto-diretta in assenza di un disturbo psichiatrico diagnosticato (Clarke et al., 1990).
E allora, quali medicine sono efficaci per ridurre crisi, irritabilità e agitazione? Gli specialisti autori della Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (pubblicata nel 2011) citano due antipsicotici e uno stimolante del sistema nervoso centrale: risperidone, aripiprazolo e metilfenidato, che hanno superato gli studi randomizzati, con placebo e in doppio cieco. Si possono citare alcuni effetti collaterali che se pur raramente presenti debbono essere riconosciuti e tenuti in seria considerazione al punto da pensare alla riduzione e/o sospensione del farmaco.
Gli effetti collaterali di questi psicofarmaci (neurolettici) sono essenzialmente di tipo cardiologico ed extrapiramidale e comprendono parkinsonismo, distonia, discinesia, acatisia (ovvero tutti sintomi che si vedono sul versante motorio); ed inoltre aumento di peso (di frequente riscontro), sedazione, depressione, annebbiamento cognitivo e più saltuariamente interruzione delle mestruazioni. Ecco perché è importante
che l’eventuale terapia sia preceduta da valutazioni ematiche, misurazione del livello di prolattina, elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma; e che sia aggiornata ogni sei-otto mesi, rivalutata in modo responsabile e coscienzioso per escludere cause organiche alla base dei disagi (reflusso, disturbi del sonno, sinusite, otite, crisi epilettiche).
Nella Linea Guida non vengono raccomandati( e quindi non sono da usare ) farmaci come SSRI ( inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, sono i nuovi antidepressivi, un esempio ne è il Prozac), secretina, naltrexone, levetiracetam; la chelazione è ritenuta una pratica rischiosa. Integratori e diete sono sconsigliati, visto che non portano miglioramento negli outcome primari di comunicazione e socializzazione, anche se viene segnalato che sembrano agire su irritabilità e agitazione. Va però ricordato che affrontare una dieta restrittiva per glutine e caseina può ingenerare ulteriori difficoltà in bambini che hanno già un’alimentazione selettiva, laddove i benefici non sono dimostrati.
La melatonina, infine, è giudicata un trattamento efficace laddove i disturbi del sonno persistano anche dopo interventi comportamentali protratti nel tempo e può comunque essere associata alle pratiche educative.
In sintesi, riguardo ai farmaci e al loro utilizzo nei bambini o adolescenti con Disturbi dello Spettro autistico siamo ancora molto indietro. Non esistono al momento farmaci che
agiscono sul nucleo patologico socio –comunicativo dell’Autismo , ma solo farmaci che agiscono sui sintomi, ovvero i comportamenti problema. L’iniziale entusiasmo per l’ossitocina (come sostanza ad azione stimolo sulla socialità) si è in gran parte spento e un recentissimo articolo (Goel et al., 2018) scrive di risultati inconsistenti anche per altre nuove sostanze (ad azione su sistema gabaergico o glutammatergico) per cui vi era stato un forte interesse, ipotizzando una loro azione su meccanismi di base coinvolti nella patogenesi dei Disturbi dello Spettro Autistico ( si veda il recente articolo di Luo et al., 2018)
A chiusura della lezione Visconti menziona le chiare raccomandazioni dell’Associazione Autismo Italia: esistono farmaci che possono agire positivamente su alcuni sintomi e
completare e aumentare l’efficacia di un trattamento multidisciplinare.
È utile prenderli in considerazione: valutare quindi la loro validità caso per caso, seguire la posologia e la modalità di somministrazione, informare i tutori e gli operatori sui rischi e i benefici.
Soprattutto, è necessario porre in primo piano la reale necessità del bambino di assunzione dei farmaci ed in primis pensare a cosa non funziona nella pratica educativa
che si sta portando avanti, aiutati anche da una specifica analisi funzionale dei comportamenti problema.
Il prossimo 29 ottobre, presso la a Casa della Solidarietà di Casalecchio di Reno, la Dottoressa Visconti entrerà nel merito di un argomento molto sentito dal pubblico: i comportamenti problema e le stereotipie."
Simona Cascetti
dalla lista "autismo scuola"